"Via i cinghiali dalle aree parco"
«Le parole del presidente del Parco del Ticino Adriano Fontaneto possono rappresentare un’importante presa d’atto sul problema cinghiali. Se ad esse seguiranno i fatti e gli interventi, possiamo dire di trovarci davanti a un cambio di rotta atteso da decenni». Così il presidente e il direttore di Coldiretti Vercelli Biella Paolo Dellarole e Maria Lucia Benedetti commentano la presa di posizione del nuovo presidente dell’Ente Parco che ha esternato l’intenzione di «affrontare con decisione la necessità di eradicare la specie cinghiale dal territorio delle aree protette del Parco del Ticino e del Lago Maggiore». Non solo. Fontaneto parla di «potenziare la collaborazione con le imprese agricole» e rimarca come sia importante il confronto con le associazioni agricole «perché consideriamo la tutela e la valorizzazione delle imprese stesse, site in area Parco, come uno degli obiettivi strategici del nostro programma». Va ricordato che l’Ente Parco ha ora competenza anche per le altre aree protette di Vercelli e Biella, Novara e Vco come le Baragge, la Garzaia di Villarboit, la Garzaia di Carisio, le Lame del Sesia, la Bessa, la Burcina e la Palude di Casalbeltrame.
Problema. Già il 30 maggio scorso il tema-cinghiali era stato affrontato nella riunione di Villa Pichetta alla quale era presente, con il presidente del Parco Fontaneto, il direttore di Coldiretti Vercelli Biella Maria Lucia Benedetti e Paolo Seitone, rappresentante per l’agricoltura. «In quella sede - dice Benedetti - si è ribadita la necessità di affrontare il problema e rimarcato l’importanza di un capillare coinvolgimento delle impese agricole e dei conduttori dei fondi posti nell’area parco». La Coldiretti interprovinciale sottolinea inoltre come l’equilibrio naturale «non possa prescindere dal ruolo, importante e strategico, delle colture agricole e nemmeno può permettere che una specie, peraltro non autoctona, diventi insostenibilmente invasiva».
Massazza e Villanova. Sul tema ha preso posizione anche Confagricoltura, che in una lettera ai sindaci di Massazza e Villanova afferma: «In questi giorni stanno pervenendo a Confagricoltura le segnalazioni da parte dei proprio associati di danni ai seminati di mais provocati dai cinghiali che sempre più numerosi trovano nelle aree a parco un comodo rifugio dove riprodursi e fuoriuscire di notte verso i campi coltivati per nutrirsi. In particolare pesantemente colpiti sono i seminativi nei comuni di Massazza e Villanova Biellese. Auspichiamo che la Regione, pur in presenza di difficoltà economiche, adotti tutte le decisioni utili a garantire il reperimento delle risorse per il pagamento dei danni provocati dalla fauna selvatica dalle coltivazioni. Ma a nostro avviso occorre intervenire soprattutto a monte, evitando l’insorgere della problematica “danni”. Ci rendiamo conto che il problema è complesso, coinvolgendo diversi attori del sistema con opinioni ed esigenze diversificate. A tal fine sarebbe opportuno attivare un Tavolo tecnico onde trovare soluzioni condivise ed efficaci».