Un TRANQUILLO weekend di basket

Un TRANQUILLO<BR> weekend di basket
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Emporio Armani Milano comunica di aver raggiunto un accordo pluriennale con il giocatore di nazionalità italiana Juan Fernandez, che ha appena concluso la sua esperienza all'Università di Temple. Se avete letto questa notizia e sulle prime non vi siete capacitati, state tranquilli. La colpa non è vostra, anzi. Sembra quella storiella del pazzo che, viaggiando contromano, sente alla radio la notizia che lo riguarda e commenta: «un pazzo contromano? Ma saranno migliaia!». 

In una situazione di assoluto dissesto (di cui nessuno si occupa) il basket italiano va contromano e si preoccupa di limitare i “passaportati”. Perché abbiamo bisogno di una grande nazionale, ci dicono, che faccia ri-esplodere il basket, ‘gnurant. Io a Parigi piangevo in telecronaca se è per quello, e vedendo in TV Italia-Lituania cercavo in soffitta una bandiera da mettere alla finestra. Peccato che questa legittima mozione degli affetti abbia assolutissimamente nulla a che fare con i limiti imposti nel nostro campionato. Intanto perché le nazionali dei prossimi 10 anni dipenderanno al 90 % da quello che faranno tre ometti che giocheranno la stessa decade dall’altra parte dell’Oceano. Dove (che stupidi!) il problema dei passaportati non se lo pongono. Poi perché il protezionismo mai ha pagato dividendi e mai ne pagherà.
 
E infine, last but not least, perché gli stessi propugnatori della lotta dura e pura allo straniero non sono in condizione di ledere diritti acquisiti e di andare contro gli interessi delle squadre professionistiche. Così, nell’ambito della più compromissoria tradizione tricolore, saranno considerati italiani di formazione i giocatori di passaporto italiano tesserati per un club italiano entro oggi, quando arriverà l’“inattesa” delibera federale. Chi ha già un passaportato è a posto, gli altri se ne stanno dotando in tutta fretta entro il weekend. Quindi riavvolgiamo il nastro: partiti per rafforzare la nazionale, abbiamo elevato ulteriormente il valore di mercato di Fernandez (e di tutti gli altri sanati), senza autentico beneficio né per Milano né per Azzurra. Cosa facciamo, andiamo avanti in eterno a mettere in contrapposizione Melli e Radosevic,  Simmons e Gentile,  Ress e Stonerook, Aradori e Thornton? Sempre, sia ben chiaro, partendo da posizioni di retroguardia e preconcette. Costruendo squadre che non aiuteranno la nazionale e saranno comunque limitate nella loro costruzione. E alzando artificialmente, nel dissesto di cui sopra, il valore di certi giocatori a seconda del loro passaporto. Ma sono solo io a pensarlo o l’orchestrina, anche alzando il volume, non riesce a turare la falla aperta dall’iceberg?
  
Flavio Tranquillo
Inviato Sky Sport

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