Un... Falco tra oceani, iceberg e orsi

Un... Falco tra oceani, iceberg e orsi
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Per Paolo Falco, imprenditore e manager dal cognome noto nel Biellese, figlio di Emilio, tutto comincia - come ricorda l’editor del web magazine planetmountain.com Vinicio Stefanello -  «semplicemente dalla voglia di affrontare “venti nuovi”.  Quello che avrebbe trovato - aggiunge Stefanello - non lo sapeva, e forse non se lo chiedeva neppure. Di certo c’era solo quella voglia, o meglio quasi una necessità, di prendere il mare verso il Nord, per esplorare il ghiaccio e i silenzi della natura, ma anche per incontrare la montagna, l’altra sua passione». Il viaggio verso Nord, verso le isole del silenzio sopra la Norvegia, i ghiacci e gli iceberg  della Groenlandia, inizia sei anni fa e ne dura cinque, cinque estati o pezzi di estati, a bordo di QuickSilver, il  veliero di 16 metri e mezzo, varato nel 1999 in Canada, di proprietà di un gioielliere inglese in pensione in Croazia, dove lui l’ha trovato. Con Paolo Falco  c’è un gruppo di amici e compagni di viaggio biellesi che condivide le stesse passioni fra cui Carlo Gabasio, Fabrizio Lava, Simone Liberali, Fabrizio Orioli e Gabriele Tua, ma anche il figlio Olmo Falco e il figlio di Lava, Gregorio.  Insieme si lanciano nell’avventura, montano un film, scattano migliaia di immagini che danno corpo ad un libro, “A Nord”, con allegato un dvd  di 50’i. 

L’avventura.  Estate dopo estate, vacanza dopo vacanza, per cinque anni l’avventura si è arricchita di nuovi orizzonti fisici e umani tra mare, cielo, ghiacci e montagne. Era il 2007 quando Paolo Falco salpava da Pescara. La tappa finale era stata, quell’anno, Arenys de Mar, in Catalunia.  Il Nord era ancora un pensiero. Nel 2008 la prua del Quicksilver punterà poi verso la Scozia e raggiungerà il porto di Troon.  Nel 2009 si veleggia verso il grande Nord. La traversata da Troon a Tromso, nella Norvegia settentrionale, è illuminante, così come  il passaggio del Circolo Polare Artico.  Ma - raggiunto quel risultato - i navigatori “scoprono” la necessità di andare oltre, incontro all’incontro desiderato tra mare e montagna. L’estate  2010 l’Oceano è da sfidare con la prospettiva della natura selvaggia e solitaria delle Isole Svalbard, che vengono circumnavigate fra  uccelli, renne, foche  e  orsi polari: non c’è anima viva, non c’è assistenza, non ci sono appoggi e possibilità di approvvigionamento. Le vette vengono scalate e la discesa è con gli sci. Mare e montagna: il connubio è un tutt’uno. E’ l’antipasto dell’ultima tappa, nell’estate 2011, con la  traversata da Isafjordur (Islanda) alla  costa ovest della Groenlandia. «Toccheremo terra - scrive Paolo Falco nel diario che accompagna le circa 250 affascinanti immagini del libro - a Paamiut dopo otto giorni. Circumnavighiamo la costa Sud esplorando la zona del Prins Christian Sund». 

A bordo. Anche questa volta a bordo ci sono Carlo, Francesca, Olmo, Fabrizio, Simone e il Tuba, più o meno gli stessi, i compagni delle Svalbard. Compagni che vanno ad aggiungersi ai molti che hanno condiviso, anche solo a tratti, queste traversate e avventure con Falco. Sono gli stessi che «una volta messo il cuore in pace - scrive ancora Stefanello - hanno potuto montare e sfruttare i kajak, aprire delle vie di roccia su picchi vergini, pescare come se non ci fosse domani». E domani sera i marinai-alpinisti renderanno partecipe quel popolo di giramondo che è quello biellese delle loro emozioni.

Roberto Azzoni

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