Un biellese alla Nasa per salvare il mondo

Un biellese alla Nasa per salvare il mondo
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È presto per preparare la valigia ma sembra facile riempirla, almeno con il pensiero: un computer; un Kindle, per leggere libri in formato digitale, e una chitarra. Intanto, le orecchie restano tese, in ascolto: «Inviterei tutti a non pensare necessariamente a un proprio futuro in Italia. Suggerirei di farci tranquillamente la scuola, ma di cercare degli stage, durante l'Università, all'estero e poi un periodo di specializzazione, anche quello magari all'estero». Parole del premier Mario Monti che, rivolgendosi a un generico “tutti”, ha parlato di recente ai giovani e che il biellese Federico Pistono ha già messo in pratica alla grande, guadagnandosi la selezione per un esclusivo master post laurea nella Silicon Valley, California; più precisamente Nasa, Ames Research Center; alla esclusiva Singularity University.

La sfida del Governo. La dichiarazione è arrivata quando il vespaio, suscitato dalla presunta “monotonia e illusione del posto fisso”, non si era ancora chetato. Si è aperta quindi un’altra querelle, che ricalca un tormentone: invogliare i ragazzi a guardare a un futuro oltreconfine, secondo molti, sarebbe una resa incondizionata e una perdita per il Paese. Un biellese alla Nasa. Questa è la storia di chi sta riempiendo la sua valigia, piegando per ora pensieri. Impossibile dimenticare, anche un solo minuto, la futura destinazione: Silicon Valley, California; più precisamente Nasa, Ames Research Center; più precisamente Singularity University.  Sì, perché Federico Pistono, classe 1985 di Cossato (nella foto), è uno degli 80 talenti scelti per accedere al più evoluto progetto educativo-imprenditoriale attivo al mondo. Tutto merito del volontariato, a cui Federico si dedica da anni: prima come portavoce dell'associazione “Grilli biellesi”; poi come responsabile italiano di “Zeitgeist”, movimento sociale che propone un’economia basata sulle risorse, nel rispetto della capacità di portata del pianeta. Sulla sua strada è comparso un ex allievo  della Singularity University: Eric Ezechieli, presidente di “The Natural Step Italia”, ovvero la più importante fondazione in materia di sostenibilità ambientale. «“Sei la persona giusta”, mi ha detto. “Fai un’esperienza là”. Mi ha convinto», ricorda Federico. 

Obiettivo: il bene dell’umanità. Tra migliaia di domande, la sua è stata accettata in un mese. Da metà giugno alla fine di agosto, Federico seguirà il “Graduate Studies Program”, un corso post laurea di 10 settimane, ospitato nel centro di ricerca californiano della Nasa. Racconta: «La Singularity University è stata costituita nel 2009 da inventori del calibro di Ray Kurzweil  e Peter Diamandis, con il sostegno di Larry Page di Google. Il suo scopo è quello di trovare, selezionare ed educare dei “Dream Team” di giovani leader, dedicati ad applicare tecnologie e conoscenze allo scopo di affrontare le grandi sfide dell’umanità». 
Aiutare almeno 1 miliardo di persone. Sarà un corso intensivo, con 14 ore di lezione al giorno, e interdisciplinare, basato su nozioni che spaziano dalla genetica alle biotecnologie, dall’etica della tecnologia alla robotica: «Insomma, approfondimenti all’avanguardia e che in Università sarebbero accessibili solo con un dottorato di ricerca. In un secondo momento, si lavorerà a un progetto formulando concretamente piani di lavoro. A una condizione: che l’idea risolva un problema che coinvolga almeno un miliardo di persone e che sia efficace, entro i prossimi dieci anni». Oltre il Noto. Grandi numeri che rispecchiano la filosofia della Singularity University, come spiega Federico: «Spingere le conoscenze sempre più avanti, sfondando barriera su barriera. Per questo, mi aspetto di imparare tantissimo. Tra i miei insegnanti ci saranno anche astronauti e ingegneri della Nasa. Partirò con un progetto già in testa: l’accesso all’acqua potabile nei Paesi in via di sviluppo non attraverso tecnologie troppo raffinate e quindi insostenibili, come si è ragionato finora, ma grazie a materiale di discarica, accessibile a tutti; tanto facile da istruire il personale non specializzato, che lo dovrà installare, in un solo mese. E poi non mancherà internet gratis, esistono pc da 15 euro, che può favorire l’istruzione delle donne, il solo elemento di stabilizzazione e sviluppo della società».
Un altro “cervello in fuga”? «Non saprei -risponde- Nel mio futuro, per ora, c’è il pensiero di aiutare l’umanità. Seriamente. Lo dimostra il fatto che, per riuscirci, mi sono licenziato, e avevo un contratto a tempo indeterminato, a Verona, in un’azienda di comunicazione e consulenza informatica, media e video». Dai 16 ai 18 anni, Federico ha infatti frequentato una scuola internazionale, lo “United World College of Adriatic” di Duino. Si è poi trasferito a Verona, dove si è laureato in Informatica. «Eppure ho approfondito materie di mio interesse solo dopo gli studi. In Italia abbiamo docenti e strutture validissimi, ma un sistema paralizzante. Non si pensa che al voto e, se ci si sofferma di più su un argomento, si perde l’appello. Da noi, i giovani in carriera restano giovani e non professionisti, almeno fino a 40 anni. Non esiste la meritocrazia e domina una casta poco aggiornata, che non si apre neppure ai trentenni. E pensare che ho seguito on line, e gratis, le lezioni di intelligenza artificiale tenute dai luminari dell’Università di Stanford, con tanto di attestato». In Danimarca, tra l’altro, ha vinto la competizione europea fra blogger “Th!nk about it”: era il 2009.Italia o estero? Per lui ancora non c’è una vera scelta, ma ai suoi coetanei Federico si sente di consigliare: «Non accontentatevi. Chiedetevi se quel che fate, qui o altrove, vi rende felici. E poi aggiornatevi, sul web soprattutto, createvi un network e studiate l’inglese». 

La disoccupazione non si fermerà. Anche lui appartiene alle nuove generazioni, il primo pensiero del governo che cerca soluzioni sulle questioni più discusse: lavoro, disoccupazione, articolo 18. Ora che i sondaggi annunciano un tasso di disoccupati salito all'8,9 per cento. Il biellese è scettico: «Pensare di trovare nuovi posti di lavoro è un pensiero da ventesimo secolo, ma ancora oggi si ragiona secondo un paradigma di crescita. Si dice che si vuole aumentare la produzione, eppure per farlo si aumenta l’automazione; quindi, il lavoro umano non può che diminuire. Riforme, su questo stato di cose, non servono. La disoccupazione non calerà, anzi pronostico che si porterà al 30 per cento e il lavoro non esisterà più. Per far fronte a questo, è bene che si inizi a ragionare non per interesse economico, ma per qualità della vita. Secondo la teoria del “risolvi il problema”, quello che la Singularity University propone». E chissà che quella valigia torni, con lui, in Italia.

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