Trote fario al posto delle iridee

Ho provato la per me pessima esperienza di recarmi sul luogo di immissione di trote cosiddette “pronto pesca” in acque considerate salmonicole (per intenderci, del tipo pregiato), come quelle, splendide, limpide e fresche, della diga di Camandona. Non capiterà più. Sembrava d’essere agli Orsi in un giorno di punta tanta la gente che c’era. Mi piace pescare in solitaria o al più in coppia. Ritrovarmi in mezzo a così tanti pescatori mi ha provocato l’orticaria. In breve i cento chili di trotelle immesse dalla Fipsas (alcune, denominate “rambo”, di misure ridicole, anche di mezza spanna, le stesse delle gare di pesca), sono state pescate utilizzando varie tecniche (fondo, galleggiante, striscio, bombarda, con esche vive attaccate agli ami senza ardiglioni, come prevede la normativa biellese, come camole del miele o vermi. Oppure a spinning). Le poche rimaste dopo il primo mattanza-round, sono state pescate il giorno dopo da pochi esperti che hanno subito individuato dove le trotelle (per le iridee non esiste più la misura e la quota) si erano ammucchiate. Non intendo disquisire sulle abitudini di taluni pescatori che si accontentano di riempire il carniere di simili pesciotti, mi fa però specie che - nelle nostre acque salmonicole - si continuino ad immettere iridee alloctone piuttosto che fario autoctone, più propense a sopportare i rigidi climi invernali nei nostri stupendi torrentelli. Le immissioni di fario - a mio parere e a parere di molti altri pescatori - dovrebbero essere effettuate appena dopo la chiusura della pesca nelle acque pregiate (prima domenica di ottobre). Forse qualche trotella potrebbe anche non farcela a superare l’inverno, ma resto convinto che la stragrande maggioranza avrebbe tutto il tempo per ambientarsi, tornare a ripopolare i vari torrenti e a trasformarsi in preda combattiva, sospettosa e non facile da catturare e quindi di maggiore soddisfazione per i pescatori che riuscissero ad acchiapparne qualcuna rispetto alle minuscole, stordite e, dal destino segnato, trotelle “rambo” (solo di nome).
Valter Caneparo
Ho provato la per me pessima esperienza di recarmi sul luogo di immissione di trote cosiddette “pronto pesca” in acque considerate salmonicole (per intenderci, del tipo pregiato), come quelle, splendide, limpide e fresche, della diga di Camandona. Non capiterà più. Sembrava d’essere agli Orsi in un giorno di punta tanta la gente che c’era. Mi piace pescare in solitaria o al più in coppia. Ritrovarmi in mezzo a così tanti pescatori mi ha provocato l’orticaria. In breve i cento chili di trotelle immesse dalla Fipsas (alcune, denominate “rambo”, di misure ridicole, anche di mezza spanna, le stesse delle gare di pesca), sono state pescate utilizzando varie tecniche (fondo, galleggiante, striscio, bombarda, con esche vive attaccate agli ami senza ardiglioni, come prevede la normativa biellese, come camole del miele o vermi. Oppure a spinning). Le poche rimaste dopo il primo mattanza-round, sono state pescate il giorno dopo da pochi esperti che hanno subito individuato dove le trotelle (per le iridee non esiste più la misura e la quota) si erano ammucchiate. Non intendo disquisire sulle abitudini di taluni pescatori che si accontentano di riempire il carniere di simili pesciotti, mi fa però specie che - nelle nostre acque salmonicole - si continuino ad immettere iridee alloctone piuttosto che fario autoctone, più propense a sopportare i rigidi climi invernali nei nostri stupendi torrentelli. Le immissioni di fario - a mio parere e a parere di molti altri pescatori - dovrebbero essere effettuate appena dopo la chiusura della pesca nelle acque pregiate (prima domenica di ottobre). Forse qualche trotella potrebbe anche non farcela a superare l’inverno, ma resto convinto che la stragrande maggioranza avrebbe tutto il tempo per ambientarsi, tornare a ripopolare i vari torrenti e a trasformarsi in preda combattiva, sospettosa e non facile da catturare e quindi di maggiore soddisfazione per i pescatori che riuscissero ad acchiapparne qualcuna rispetto alle minuscole, stordite e, dal destino segnato, trotelle “rambo” (solo di nome).
Valter Caneparo