Trivero: «Per il 118 sia subito attivato il servizio h24»

Trivero: «Per il 118 sia subito attivato il servizio h24»
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TRIVERO - Il tanto atteso servizio di 118 attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette, non è ancora partito e il primo cittadino di Trivero, Mario Carli sbotta, scrivendo ai sindaci della zona e chiedendo un nuovo incontro con l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta.  Dalla Regione, dopo le lamentele di Carli, arriva la rassicurazione: «Manca il personale, ma provvederemo al più presto, nei prossimi mesi». Il sindaco non ci sta ad aspettare ancora e ribatte: «Problemi loro, trovino una soluzione immediata».

Dopo anni di promesse, a cui però non sono seguite da parte della Regione azioni concrete, Carli è furibondo: «Non siamo più disposti ad aspettare - sbotta - se la Regione non intende investire nella sicurezza delle zone montane lo dica chiaramente, ma la smetta di prenderci in giro». Da anni, ormai, si parla di potenziare il servizio di Trivero. «Nei festivi, prefestivi e nei weekend abbiamo a disposizione solo un’ambulanza di base con due volontari e senza medico - spiega Carli - troppo poco per un territorio così geograficamente disagiato. La zona di Bielmonte in inverno e in estate vanta un importante afflusso di gente: soltanto la scorsa domenica erano presenti più di mille persone. Eppure il servizio di emergenza, nel weekend, continua ad essere carente. E’ una vergogna».

Nei giorni festivi e prefestivi nel presidio 118 di Trivero è presente soltanto l’ambulanza “di base”, ovvero sulla quale  non è prevista, oltre al personale volontario, la presenza di un medico. «Per arrivare a Trivero, da Biella, un’ambulanza impiega circa 29 minuti circa in condizioni meteorologiche ottimali. Spesso c’è nebbia: l’elisoccorso non può muoversi e anche per le ambulanze ci vuole più tempo per raggiungere il Triverese. Se una persona viene colpita da un malore grave, come un infarto, non può aspettare 29 minuti per ricevere il soccorso medico necessario... è inaccettabile».

«Se fino ad ora abbiamo portato pazienza - prosegue Carli - ora di pazienza non ne abbiamo più. Non abbiamo intenzione di fare i “becchini”, non possiamo aspettare che ci scappi il morto. Sappiamo che è un periodo di difficoltà economica, ma sulla salute delle persone non si scherza. Non è il momento di razionalizzazioni che non hanno senso: dobbiamo ragionare tutti insieme per migliorare il servizio». 

Durante l’ultimo incontro tra sindaci e Regione, avvenuto lunedì 24 ottobre, l’assessore Saitta ha mostrato la propria disponibilità a venire incontro alle esigenze triveresi, utilizzando 25 milioni di euro provenienti dall’avanzo di bilancio e promettendo, entro l’inizio del nuovo anno, il potenziamento, sul territorio del servizio 118. Dalle parole, finora, non si è però passati ai fatti.

«Abbiamo già da tempo programmato la completa copertura h 24, con medico e infermiere a disposizione, della postazione del 118 del punto di primo intervento del presidio di Trivero - si legge in un comunicato diramato ieri mattina dalla Regione in risposta alle dichiarazioni del sindaco Carli -. Dall’inizio dell’anno sono state avviate dall’azienda ospedaliera universitaria di Novara le procedure per l’assegnazione dei dipendenti, che saranno completate nei prossimi mesi, nel rispetto della delibera del novembre 2013 che disciplinava le procedure di mobilità del personale 118 e contemplava anche Trivero fra le postazioni territoriali. La completa attivazione è stata fino ad oggi ostacolata dalla carenza degli organici, causata anche dalle imposizioni del piano di rientro dal debito».

«La Regione si dia da fare - ribatte il sindaco Carli - il personale è suo, che pensi a come risolvere il problema. Io devo già pensare alla gestione del personale che lavora per il municipio. L’assessore Saitta tragga le sue conclusioni e trovi una soluzione: vogliamo risposte concrete. Il nostro territorio negli ultimi mesi ha registrato tagli non da poco. Oltre al problema della sanità ne abbiamo dovuti affrontare molti altri: la caserma dei carabinieri di Trivero e quella dei Vigili del fuoco, ad esempio, erano inutilizzabili. Sono tutte situazioni risolte grazie all’unità del territorio e al contributo dei privati. Ma non possiamo risolvere noi tutti i problemi del mondo».

Shama Ciocchetti

TRIVERO - Il tanto atteso servizio di 118 attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette, non è ancora partito e il primo cittadino di Trivero, Mario Carli sbotta, scrivendo ai sindaci della zona e chiedendo un nuovo incontro con l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta.  Dalla Regione, dopo le lamentele di Carli, arriva la rassicurazione: «Manca il personale, ma provvederemo al più presto, nei prossimi mesi». Il sindaco non ci sta ad aspettare ancora e ribatte: «Problemi loro, trovino una soluzione immediata».

Dopo anni di promesse, a cui però non sono seguite da parte della Regione azioni concrete, Carli è furibondo: «Non siamo più disposti ad aspettare - sbotta - se la Regione non intende investire nella sicurezza delle zone montane lo dica chiaramente, ma la smetta di prenderci in giro». Da anni, ormai, si parla di potenziare il servizio di Trivero. «Nei festivi, prefestivi e nei weekend abbiamo a disposizione solo un’ambulanza di base con due volontari e senza medico - spiega Carli - troppo poco per un territorio così geograficamente disagiato. La zona di Bielmonte in inverno e in estate vanta un importante afflusso di gente: soltanto la scorsa domenica erano presenti più di mille persone. Eppure il servizio di emergenza, nel weekend, continua ad essere carente. E’ una vergogna».

Nei giorni festivi e prefestivi nel presidio 118 di Trivero è presente soltanto l’ambulanza “di base”, ovvero sulla quale  non è prevista, oltre al personale volontario, la presenza di un medico. «Per arrivare a Trivero, da Biella, un’ambulanza impiega circa 29 minuti circa in condizioni meteorologiche ottimali. Spesso c’è nebbia: l’elisoccorso non può muoversi e anche per le ambulanze ci vuole più tempo per raggiungere il Triverese. Se una persona viene colpita da un malore grave, come un infarto, non può aspettare 29 minuti per ricevere il soccorso medico necessario... è inaccettabile».

«Se fino ad ora abbiamo portato pazienza - prosegue Carli - ora di pazienza non ne abbiamo più. Non abbiamo intenzione di fare i “becchini”, non possiamo aspettare che ci scappi il morto. Sappiamo che è un periodo di difficoltà economica, ma sulla salute delle persone non si scherza. Non è il momento di razionalizzazioni che non hanno senso: dobbiamo ragionare tutti insieme per migliorare il servizio». 

Durante l’ultimo incontro tra sindaci e Regione, avvenuto lunedì 24 ottobre, l’assessore Saitta ha mostrato la propria disponibilità a venire incontro alle esigenze triveresi, utilizzando 25 milioni di euro provenienti dall’avanzo di bilancio e promettendo, entro l’inizio del nuovo anno, il potenziamento, sul territorio del servizio 118. Dalle parole, finora, non si è però passati ai fatti.

«Abbiamo già da tempo programmato la completa copertura h 24, con medico e infermiere a disposizione, della postazione del 118 del punto di primo intervento del presidio di Trivero - si legge in un comunicato diramato ieri mattina dalla Regione in risposta alle dichiarazioni del sindaco Carli -. Dall’inizio dell’anno sono state avviate dall’azienda ospedaliera universitaria di Novara le procedure per l’assegnazione dei dipendenti, che saranno completate nei prossimi mesi, nel rispetto della delibera del novembre 2013 che disciplinava le procedure di mobilità del personale 118 e contemplava anche Trivero fra le postazioni territoriali. La completa attivazione è stata fino ad oggi ostacolata dalla carenza degli organici, causata anche dalle imposizioni del piano di rientro dal debito».

«La Regione si dia da fare - ribatte il sindaco Carli - il personale è suo, che pensi a come risolvere il problema. Io devo già pensare alla gestione del personale che lavora per il municipio. L’assessore Saitta tragga le sue conclusioni e trovi una soluzione: vogliamo risposte concrete. Il nostro territorio negli ultimi mesi ha registrato tagli non da poco. Oltre al problema della sanità ne abbiamo dovuti affrontare molti altri: la caserma dei carabinieri di Trivero e quella dei Vigili del fuoco, ad esempio, erano inutilizzabili. Sono tutte situazioni risolte grazie all’unità del territorio e al contributo dei privati. Ma non possiamo risolvere noi tutti i problemi del mondo».

Shama Ciocchetti

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