Trivero, è bagarre sul futuro delle scuole

Trivero, è bagarre sul futuro delle scuole
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TRIVERO «A Trivero si parla da tempo di una riorganizzazione delle scuole comunali e come è noto la questione scalda gli animi, anche se per motivi diversi. Alcuni sono intervenuti nel dibattito per motivazioni meramente politiche, altri sono coinvolti per motivi lavorativi, ma in realtà un po' tutti, a vario titolo e legittimamente, si sentono di esprimere le loro opinioni a riguardo». Lo afferma il sindaco Mario Carli, il quale entra con una lettera ufficiale nel cuore del problema, sollevato nelle scorse settimane da un’interrogazione del consigliere di minoranza Piero Casula, il quale chiedeva delucidazioni sulle intenzioni dell’amministrazione in merito. Sindaco. «Penso che l'argomento vada affrontato con razionalità e metodo per perseguire due obiettivi fondamentali - scrive - . Il primo è di fornire strutture sicure e funzionali capaci di supportare percorsi formativi innovativi per gli alunni mentre il secondo è di riuscire a riorganizzare un sistema di servizi comunali a completamento delle attività didattiche, per garantire la soddisfazione delle esigenze delle famiglie». La condizione necessaria per progettare il “futuro “della scuola e di realizzare gli obiettivi descritti è sicuramente «il dialogo sereno con tutte le componenti interessate, ognuna con il proprio ruolo e compito», aggiunge il promo cittadino. Il quale fa poi presente che «l’amministrazione comunale sta ragionando su alcune possibili soluzioni che riguardano anche una razionalizzazione degli edifici, inoltre auspichiamo che anche la scuola proponga un progetto educativo e didattico volto a migliorare l'offerta formativa e si occupi delle dinamiche legate ai cambiamenti che il personale dovrà affrontare. Anche le famiglie dovranno essere coinvolte in modo che alle loro reali esigenze venga data una risposta. Inoltre tutti i cittadini saranno invitati a superare logiche frazionali e campanilistiche e a non pretendere di tenere attivi servizi quando non hanno più ragione di sussistere, sia per motivi numerici che di costi complessivi per la collettività». In questa prospettiva «la questione non è semplice come qualcuno la dipinge - continua Carli -, dimostrando un grado di superficialità e approssimazione che rasenta il ridicolo. La complessità del percorso e delle strategie da mettere in atto devono tenere, infatti, conto della forte componente affettivo-emotiva dei vari soggetti coinvolti che, se non razionalizzata, può comportare scarsa obiettività, errate valutazioni con conseguente possibile interruzione del dialogo. Pertanto mi rendo conto che la strada si presenta tortuosa, ma anche carica di prospettive positive, in particolare mi sembra importante interloquire con tutti gli attori coinvolti, prima di prendere decisioni definitive».Una risposta che di fatto non ha soddisfatto il consigliere Casula, il quale definisce la dichiarazione una «non risposta». «Sono undici anni che Trivero aspetta un chiaro programma di riordino dei plessi scolastici», fa notare il consigliere, il quale chiama in causa l'assessore Elisabetta Prederigo: «Prima di entrare in giunta, da insegnante, su questo argomento chiedeva dialogo e chiarezza - afferma -. La nuova amministrazione è insediata da un anno ma continua a navigare a vista».

TRIVERO «A Trivero si parla da tempo di una riorganizzazione delle scuole comunali e come è noto la questione scalda gli animi, anche se per motivi diversi. Alcuni sono intervenuti nel dibattito per motivazioni meramente politiche, altri sono coinvolti per motivi lavorativi, ma in realtà un po' tutti, a vario titolo e legittimamente, si sentono di esprimere le loro opinioni a riguardo». Lo afferma il sindaco Mario Carli, il quale entra con una lettera ufficiale nel cuore del problema, sollevato nelle scorse settimane da un’interrogazione del consigliere di minoranza Piero Casula, il quale chiedeva delucidazioni sulle intenzioni dell’amministrazione in merito. Sindaco. «Penso che l'argomento vada affrontato con razionalità e metodo per perseguire due obiettivi fondamentali - scrive - . Il primo è di fornire strutture sicure e funzionali capaci di supportare percorsi formativi innovativi per gli alunni mentre il secondo è di riuscire a riorganizzare un sistema di servizi comunali a completamento delle attività didattiche, per garantire la soddisfazione delle esigenze delle famiglie». La condizione necessaria per progettare il “futuro “della scuola e di realizzare gli obiettivi descritti è sicuramente «il dialogo sereno con tutte le componenti interessate, ognuna con il proprio ruolo e compito», aggiunge il promo cittadino. Il quale fa poi presente che «l’amministrazione comunale sta ragionando su alcune possibili soluzioni che riguardano anche una razionalizzazione degli edifici, inoltre auspichiamo che anche la scuola proponga un progetto educativo e didattico volto a migliorare l'offerta formativa e si occupi delle dinamiche legate ai cambiamenti che il personale dovrà affrontare. Anche le famiglie dovranno essere coinvolte in modo che alle loro reali esigenze venga data una risposta. Inoltre tutti i cittadini saranno invitati a superare logiche frazionali e campanilistiche e a non pretendere di tenere attivi servizi quando non hanno più ragione di sussistere, sia per motivi numerici che di costi complessivi per la collettività». In questa prospettiva «la questione non è semplice come qualcuno la dipinge - continua Carli -, dimostrando un grado di superficialità e approssimazione che rasenta il ridicolo. La complessità del percorso e delle strategie da mettere in atto devono tenere, infatti, conto della forte componente affettivo-emotiva dei vari soggetti coinvolti che, se non razionalizzata, può comportare scarsa obiettività, errate valutazioni con conseguente possibile interruzione del dialogo. Pertanto mi rendo conto che la strada si presenta tortuosa, ma anche carica di prospettive positive, in particolare mi sembra importante interloquire con tutti gli attori coinvolti, prima di prendere decisioni definitive».Una risposta che di fatto non ha soddisfatto il consigliere Casula, il quale definisce la dichiarazione una «non risposta». «Sono undici anni che Trivero aspetta un chiaro programma di riordino dei plessi scolastici», fa notare il consigliere, il quale chiama in causa l'assessore Elisabetta Prederigo: «Prima di entrare in giunta, da insegnante, su questo argomento chiedeva dialogo e chiarezza - afferma -. La nuova amministrazione è insediata da un anno ma continua a navigare a vista».

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