Telecamere al santuario

Telecamere al santuario
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Telecamere al santuario della Brughiera, contro vandali e malintenzionati. Perché in zona, da un po’ di tempo, qualcosa non va. L’annuncio dei futuri “occhi elettronici” arriva direttamente dal rettore, don Dino Lanzone: «Non so bene quando. Ma sicuramente le metteremo. Spero il più presto possibile, soldi permettendo». E se lo dice lui, c’è da scommettere che lo farà, viste le qualità imprenditoriali del sacerdote.
 
Il sindaco. «Come Comune difficilmente potremo essere molto utili - spiega il “primo cittadino” Massimo Biasetti -. Don Dino spesso chiede finanziamenti e contributi, ma siamo in un momento terribile. Dopodiché, massima collaborazione e sostegno alla sua opera».

Qui santuario. La decisione della video-sorveglianza dell’area, arriva dopo gli atti di vandalismo dell’estate scorsa. Allora le mura esterne del santuario furono imbrattate da alcune scritte (“vergogna”, ad esempio...). Inoltre ci fu un principio d’incendio nell’adiacente struttura dell’ospitalità del luogo sacro, doloso. Sospetti? Se ne stanno occupando i carabinieri, nella generale convinzione che qualcuno del posto sappia o sia stato addirittura protagonista delle azioni. «Il lavoro di riqualificazione voluto  da don Dino è stato straordinario - aggiunge il sindaco -. Un’opera importante per tutta la comunità di fedeli e per il paese. Il sito oggi è un vero e proprio punto di riferimento religioso e turistico. Una volta era quasi in condizioni di abbandono. Grazie a lui, invece, sono stati creati spazi d’accoglienza, posteggi, salone polivalente, sistemati arredi... In pratica ha rifatto quanto di buono aveva realizzato da parroco di Trivero, quando mise addirittura proprietà personali a disposizione della parrocchia. Cosa volere di più?» Su possibili problemi in zona, il sindaco prova a districarsi con un argomento molto spigoloso: «La maggior parte delle persone delle frazioni adiacenti al santuario ha registrato in modo molto positivo la riqualificazione del sito. D’altronde la bontà del lavoro di don Dino è sotto gli occhi di tutti. Dopodiché qualche malumore mi pare di averlo registrato, nel tempo. Qualcuno che, magari, non ha condiviso il progetto d’ingrandimento, che ha determinato anche il passaggio del santuario dal ristretto ambito parrocchiale ad un più ampio respiro diocesano. Non che con questo voglia mettere in relazione i fatti incresciosi con persone residenti, perché sono convinto si tratti di bravate. In questo senso, però, la presenza di un controllo elettronico può contribuire a creare un clima di maggior sicurezza». Sulla vicenda, don Dino Lanzone non la tira troppo per le lunghe: «Furono delle ragazzate. Acqua passata. Non voglio dare importanza a quei fatti. Le telecamere le metteremo perché è giusto tutelare un importante patrimonio religioso e culturale».

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