Sull'auto avevano armi, soldi e abiti di ricambio

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(19 apr) E’ stata un’inattesa inversione di marcia a insospettire i carabinieri che giovedì mattina hanno fermato, in regione Pratobello, a Cossato, una Fiat Punto con a bordo due pregiudicati, Antonio Rodi, 55 anni, disoccupato, di Lanzo Torinese, e Crescenzo D’Alterio, 36 anni, di Cirié, ufficialmente decoratore. Sull’utilitaria i militari hanno trovato armi, soldi e abiti di ricambio. E’ stata un’inattesa inversione di marcia a insospettire i carabinieri che giovedì mattina hanno fermato, in regione Pratobello, a Cossato, una Fiat Punto con a bordo due pregiudicati, Antonio Rodi, 55 anni, disoccupato, di Lanzo Torinese, e Crescenzo D’Alterio, 36 anni, di Cirié, ufficialmente decoratore. Sull’utilitaria i militari hanno trovato armi, soldi e abiti di ricambio. E’ perciò nato il sospetto che i due stessero preparando un colpo nella zona del Cossatese. Gli investigatori stanno inoltre verificando il possibile coinvolgimento dei due in rapine avvenute negli ultimi tempi in altre province piemontesi.
Rodi e D’Alterio sono finiti in carcere con l’accusa di detenzione illegale di armi. Il primo aveva inoltre addosso un coltello di genere proibito con la lama di otto centimetri. Venerdì mattina il giudice delle indagini preliminari, Ruggero Mauro Crupi, ha convalidato l’arresto. Si è invece riservato la decisione in merito alla richiesta dei difensori di concedere gli arresti domiciliari.
Le armi, tutte clandestine, sono state sequestrate insieme a 600 euro in contanti e ad alcuni vestiti. Si tratta di due revolver e di una pistola semiautomatica, non proprio oliati per bene ma comunque funzionanti. Tutti avevano il numero di matricola abraso. Una, inoltre, era stata modificata per l’inserimento del silenziatore.
Le indagini sono ovviamente solo all’inizio. Dalla caserma di Cossato il riserbo è assoluto. Nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, il pubblico ministero ha chiesto per entrambi gli indagati la custodia cautelare in carcere. Ed è proprio su questa evidente contrapposizione tra accusa e difensori, che il giudice ha voluto prendersi del tempo prima di giungere alla decisione definitiva che è attesa per stamattina.
Intanto, le foto segnaletiche dei due sono state inoltrate ai vari comandi dei carabinieri dove sono avvenute delle rapine e mostrate ai testimoni e alle vittime dei colpi.
L’arresto risale, come detto, a giovedì nella tarda mattinata. L’equipaggio di una “gazzella” dei carabinieri ha notato la Punto. Nel lato della targa alfanumerica compariva la piccola sigla “TO”. Se i due fossero transitati di fianco alla pattuglia senza batter ciglio, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma per degli esperti carabinieri, la manovra poco chiara attuata dal conducente dell’utilitaria poteva tradursi solo in un modo: quei due avevano qualcosa da nascondere.

19 aprile 2010

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