Spesa solidale e abiti da rottamare

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Spesa solidale e abiti da rottamare
di Roberto Azzoni

       
 
   
Che il Biellese non se la passi bene è cosa nota. Che per questo Distretto le cose siano ancor più difficili che altrove lo si è capito da tempo, cioè da quando, intercettata una timida ripresa tra fine 2007 e inizio 2008, dopo i crolli post 2001, siamo stati schiacciati dall’esplosione della crisi finanziaria globale e dalle bolle speculative che l’hanno preceduta e accompagnata. Ma debbo dire che non mi sarei mai aspettato - in questa  complessa stagione - una prova di maturità solidale come quella di sabato con la colletta del banco alimentare, con gente come quell’operaio dal posto a rischio che ha deciso di andare a dare il proprio contributo in bicicletta,  investendo per chi oggi sta peggio di lui l’importo risparmiato in benzina. Quaranta tonnellate di solidarietà non sono davvero poche.
Una lezione, questa, che i biellesi “reali” danno a governanti e oppositori nei giorni in cui si discetta sul bene e il male della manovra anti crisi Tremonti-Berlusconi, varata in nove minuti, con bonus famiglia, tessera sociale di triste memoria da 40 euro al mese per i poveri, riduzioni degli acconti Ires e Irap alle imprese, tetto agli interessi sulle rate dei mutui-casa e tariffe bloccate. Forse si poteva fare di più, forse si doveva fare di più, ma è certamente vero che la coperta è corta e il debito pubblico continua ad essere la spada di Damocle dietro l’angolo di ogni governo di questo Paese, di qualunque colore esso sia. «Gli spazi di manovra per la politica economica sono ridotti all’osso», commentava ieri Guido Gentili sul “Sole 24 Ore” auspicando «un confronto politico responsabile».
Ma è indubbio che se uno dei problemi più imponenti per il rilancio del nostro manifatturiero risiede, e non da ieri, nel crollo interno dei consumi, forse un po’ più di attenzione avrebbe potuto ricevere la proposta avanzata dal sistema delle imprese e delle parti sociali del tessile e abbigliamento che, unito, ha chiesto agevolazioni alla rottamazione degli abiti usati.
Domani a Milano Smi tiene la sua assemblea annuale e qui si parlerà della riscoperta dell’economia reale, del “ritorno al futuro del tessile e moda”. Qui si cercherà di capire se ci sono spazi per azioni come quella della rottamazione degli abiti (proposta la cui ricaduta è stata quella di congelare la “solita” rottamazione delle auto), si cercherà di sondare il terreno sulla possibile accelerazione - favorita dalla crisi stessa - delle pratiche sul “Made in” in Europa che ora sono ferme, in attesa di una sintonia fra tedeschi al timone dell’economia in Germania e tedeschi che siedono al Parlamento europeo.
Di fronte ad un’emergenza non comune, al Governo Berlusconi va chiesto un po’ più di coraggio a sostegno di iniziative e politiche che aiutino chi continua a portare ossigeno alle casse dello stato con il proprio export, quel coraggio che tanti “piccoli” biellesi hanno dimostrato superando l’ostacolo dell’individualismo nel far la spesa.
 
 
1 dicembre 2008

 

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