Spari nella nottecaccia ai bracconieri
(19 ago) Spari nella notte, provenienti dalla zona boschiva, hanno messo in allarme parecchi abitanti di Valle San Nicolao che hanno chiesto l’intervento dei carabinieri. L’allarme è stato dato poco prima delle 23 di martedì. Per verificare la segnalazione, sono state inviate sul posto due pattuglie del Nucleo radiomobile di Cossato. I militari hanno in effetti sentito degli spari di arma da fuoco provenire dall’interno del bosco. Considerato che quella notte non erano state autorizzate dalla Provincia battute per cacciare i cinghiali, è subito apparso evidente che si trattava di bracconieri. Spari nella notte, provenienti dalla zona boschiva, hanno messo in allarme parecchi abitanti di Valle San Nicolao che hanno chiesto l’intervento dei carabinieri. L’allarme è stato dato poco prima delle 23 di martedì. Per verificare la segnalazione, sono state inviate sul posto due pattuglie del Nucleo radiomobile di Cossato. I militari hanno in effetti sentito degli spari di arma da fuoco provenire dall’interno del bosco. Considerato che quella notte non erano state autorizzate dalla Provincia battute per cacciare i cinghiali, è subito apparso evidente che si trattava di bracconieri. La ricerca degli sparatori si è conclusa senza esito. Sono stati comunque allertati gli agenti del Corpo forestale dello Stato, competenti per giurisdizione.
Non è la prima volta che succede, nel Biellese. Un episodio quasi analogo si è verificato a Occhieppo Inferiore, nella zona di San Clemente, in regione Barazzone. «Lunedì 9 agosto, verso le 23 - racconta Marco Maffeo, autore della telefonata che ha fatto intervenire le forze dell’ordine - ho sentito un colpo secco d’arma da fuoco e subito dopo ho visto un fuoristrada che puntava un faro direzionale verso i prati tra la mia cascina, le case del Barazzone e San Clemente. Era abbastanza evidente che vi fosse in atto una battuta di caccia in notturna».
I carabinieri non hanno perso tempo e in pochi minuti sono arrivati a ridosso dell’area segnalata, prima con circospezione e, subito dopo aver capito con chi avevano a che fare, con molta più tranquillità. In breve la situazione è stata chiarita. Com’è stato spiegato, capita che le guardie venatorie provinciali, ovviamente in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie, si impegnino, in collaborazione con squadre scelte di cacciatori, in battute per il contenimento di animali dannosi per il loro eccessivo numero quali i cinghiali o, di recente, anche le volpi. Che recano danni per centinaia di migliaia di euro alle coltivazioni e alle aree protette. Ma che, soprattutto, provocano incidenti: circa 1.100 ogni anno in tutto il Piemonte.
19 agosto 2010