Sindaci in Prefettura contro i tagli

Sindaci in Prefettura contro i tagli
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La voce dei sindaci adirati e delusi per i tagli che il governo a più riprese ha imposto sui trasferimenti ai Comuni, con tanto di quella mazzata finale che è stato il decurtamento del Fondo di solidarietà, si fa sempre più forte. Lo avevano annunciato, alcuni primi cittadini (quelli più battaglieri su questa partita), che si sarebbero viste azioni eclatanti, o comunque fatti concreti, per ribadire il diffuso dissenso delle piccole amministrazioni nei confronti della Capitale. E così è stato. E sarà.

La lettera. Il primo a muoversi è stato, nei giorni scorsi, il sindaco di Bioglio Stefano Ceffa - già protagonista del dibattito per via di uno sfogo nel quale aveva annunciato la sua decisione di non indossare il tricolore nella cerimonia del 25 aprile -, autore questa volta di una lettera inviata direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e poi ripresa dall’Anci sul suo sito nazionale. «Non dobbiamo abbassare la guardia», afferma il primo cittadino, il quale nella missiva spiegava che «non prendere una posizione netta, decisa, di condanna, rispetto a quanto sta accadendo alle autonomie locali mi deve portare a correre il rischio di apparire irriverente, folle o arrogante. E' un pericolo che corro volentieri potendo ben accettare il rischio di apparire tale, rischio assai meno ingombrante e intollerabile alla mia coscienza di quello che correrei tacendo e coprendomi così di un insostenibile senso di vigliaccheria, di omertà o di ruffiana connivenza per convenienza politica». Ceffa chiedeva poi alla più alta carica dello Stato di «non abbandonare i sindaci al loro destino».

L’invito.  Dopo quel primo gesto, a raccogliere la palla sono stati l’inedita coppia Toni Filoni, sindaco di Mongrando (espressione, come lui stesso ama ricordare, della «sinistra antagonista»), e Claudio Corradino, omologo leghista di Cossato, i quali si sono trovati sulla stessa lunghezza d’onda dopo l’ultima riunione dell’ormai defunto Consorzio dei Comuni. «In quella sede - spiega Toni Filoni - Corradino ha espresso la volontà di organizzare un raduno di sindaci in Prefettura, allo scopo di far presenti al rappresentante locale del Governo le nostre istanze. Un’idea che anche io covavo, convinto com’ero già da giorni  della necessità di intraprendere azioni importanti su questa partita». I due sindaci si sono quindi fatti firmatari di un invito che ha già raggiunto tutti i colleghi provinciali, e al quale già il sindaco di Biella Marco Cavicchioli ha dato la propria adesione. «Chiediamo a tutti i sindaci di presentarsi in Prefettura con la fascia tricolore lunedì 4 maggio alle 9 - fa presente Toni Filoni -, per prendere parte tutti insieme a un incontro con il Prefetto vicario nel quale potremo sensibilizzare gli organismi da cui dipendiamo territorialmente rispetto alle problematiche dei tagli». Un invito che i promotori considerano di «estrema importanza», e «al quale chiediamo caldamente di aderire», anche per via del suo carattere eclatante: «In passato i sindaci sono arrivati solo a consegnare simbolicamente le chiavi dei Comuni alla Prefettura - aggiunge Filoni -, mentre questa volta vogliamo fare qualcosa di più pregnante e concreto». Ovvero esprimersi, lamentarsi, cosa che in tanti oggi ritengono necessaria pur nella consapevolezza che «il Governo non tornerà sui suoi pass», fa notare il sindaco di Mongrando, ricordando comunque che «così, chiarendo la situazione, ci prepariamo ad affrontare  gli anni a venire». «Siamo estremamente arrabbiati  e delusi - conclude Filoni -: non ci attendevamo tagli così pesanti a bilanci chiusi, che puniscono Comuni come i nostri, da sempre virtuosi. Insomma, è giusto far sentire la nostra rabbia. E proprio perché la penso così, mi chiedo: dove sono tanti sindaci, anche di Comuni più grandi del mio, appartenenti alla mia area? Sono stupito dal vedere come alcuni colleghi non stiano battendo i pugni sul tavolo. Se i tagli fossero arrivati dal Governo Berlusconi, il Pd  che posizione avrebbe preso? Dubito che sarebbe stato così pacato».

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