morto 28 anni fa

Sindaci biellesi hanno ricordato Giovanni Falcone

Molti amministratori biellesi si sono ritrovati a Bioglio per ricordare la strage di Capaci, avvenuta lo stesso giorno del 1992

Sindaci biellesi hanno ricordato Giovanni Falcone
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Sindaci biellesi hanno ricordato Giovanni Falcone.

L'appuntamento a Bioglio

Sabato scorso, 23 maggio 2020, molti sindaci biellesi si sono ritrovati a Bioglio per ricordare la strage di Capaci, avvenuta lo stesso giorno del 1992, quando la mafia uccise il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Nel 28.mo anniversario, il sindaco di Bioglio, Stefano Ceffa, e altri colleghi primi cittadini, hanno commemorato quel tragico evento, ricordando la figura di Falcone. Presenti anche Libera Biella e il comandante della Stazione Carabinieri di Bioglio Remy Di Ronco.

Le parole di Ceffa

Amici sindaci, amici amministratori, amico Maresciallo, amico Parroco, amico Domenico Cipolat e amici tutti di Libera, GRAZIE per la vostra presenza oggi.
Questo momento nasce “senza pretese”, in modo un po’ “rozzo” e artigianale, ma proprio perché nasce da un “bisogno del cuore” è un momento bello e significativo.
Grazie a chi c’è, a chi avrebbe voluto esserci ma aveva un appuntamento con la vita diventando nonno (perché essere diventato nonno è una cosa seria ed auguri a Maurizio Piatti), grazie a chi non c’è perché deve servire la sua comunità o la sua famiglia, grazie a tutti.
Non la faccio lunga perché di mio non c’è niente da dire, di nostro non c’è niente da dire. Oggi ricordiamo e diciamo grazie. Lo facciamo perché siamo consapevoli che corriamo il rischio di incrociare momenti in cui romperemo i legami con la storia delle nostre comunità tagliando i ponti con la memoria ma non saremo noi quegli uomini e non è oggi quel momento.
Potrà accadere che si dimenticheranno valori, che si cancellerà il sacrificio dei giusti, che si considererà la libertà acquisita al prezzo di sangue versato qualcosa di consegnabile alla storia, ma non saremo noi a farlo, non lo faranno le nostre comunità e non accadrà nei tempi che abitano le nostre vite.
Arriveranno momenti in cui l’eco delle parole dei giusti si perderà nel vento e i loro volti finiranno offuscati dalle nebbie del tempo, ma non accadrà qui e non accadrà oggi. Oggi scandiamo il nome di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Insieme a loro ricordiamo tutte le vittime innocenti i cui nomi non abbiamo potuto leggere il 31 marzo ma che non smettono essere “pietre di inciampo” nel cammino quotidiano di riaffermazione del valore della legalità.
Si apre un tempo complesso su cui il malaffare ha già lanciato, con la consueta crudele intelligenza, una pericolosa OPA.
La fragilità rischia di diventare miele per chi ha bisogno di nuove reclute per i suoi affari.
Gli appalti per la ripresa rischiano di nascondere interessi sporchi.
I servizi alle persone possono diventare trappole per gli sprovveduti.
Allo Stato è richiesto più coraggio, più capacità di controllo del territorio, più efficienza, più intelligenza nella costruzione di una burocrazia preventiva e non inutilmente borbonica, più solidarietà, più capacità di includere.
Più lo Stato sarà presente meno le mafie conteranno. Su questo terreno i sindaci possono e devono svolgere la funzione che hanno sempre svolto e che ha portato anche loro, anche troppi nostri colleghi a morire come Giovanni Falcone. Lo facciamo, lo faremo, nel dialogo con le forze dell’ordine, con la magistratura, con i corpi intermedi nella certezza che in questo cammino non siamo soli, le nostre comunità sono con noi e con noi sono anche gli uomini che oggi ricordiamo.
Grazie a tutti! Buon cammino!

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