Siccità, sempre peggio: torna il caldo

Siccità, sempre peggio: torna il caldo
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E’ probabile che questa volta la notizia finisca per non far felici neppure gli amanti del caldo e dell’estate. Quella che sembrava una parentesi di inverno “quasi” normale, con temperature vicine alla media stagionale, è già bell’e finita. Un paio di settimane di freddo, e la natura ha deciso di tornare a farci svestire: «Il vortice polare si sta ricompattando: questo provocherà nei prossimi giorni un progressivo aumento dell’alta pressione africana, il che produrrà come conseguenza un rialzo delle temperature». A spiegarlo è Simone Ippolito, direttore dell’Osservatorio meteorologico di Cavaglià, il quale disegna così l’anomala situazione cui il Biellese, insieme con il resto d’Italia e d’Europa, sta affrontando. Una situazione straordinaria, realmente al di fuori di ogni casistica, che quest’anno sta letteralmente mettendo gli studiosi di fronte a scenari inediti. Ma le conseguenze della nuova rimonta dell’alta pressione, destinata a ricreare condizioni praticamente primaverili sulle Alpi, potrebbero essere questa volta veramente pesanti: la problematica sta infatti tutta nelle riserve idriche, praticamente ridotte ormai a zero. Avanti di questo passo, il rischio (tutt’altro che inverosimile) è di trovarsi di fronte a una situazione estremamente critica anche nei mesi a venire, e non solo in agricoltura, ma anche nelle abitazioni civili. La speranza, dunque, è che un’improvvisa inversione di tendenza possa verificarsi nelle prossime settimane e dare almeno un po’ di respiro, rimpinguando le scorte di neve in quota.

Al momento, tuttavia, non ci si attende nulla del genere. Anzi. «Nei prossimi giorni si prevedono temperature molto alte, quasi primaverili - chiarisce Ippolito -: a 1500 metri di altezza saremo tra i 4 e gli 8 gradi. Lo zero termico si alzerà sino a 3mila-3.500 metri e in pianura sarà possibile il ritorno di nebbie». Sarà, in pratica, la continuazione del non-inverno che già prosegue in zona da mesi: «L’ultima vera perturbazione che ha interessato il Biellese - fa notare il meteorologo - risale al 15 e 16 ottobre, quando sono scesi complessivamente 50 millimetri di pioggia. Da allora, abbiamo avuto solo piccolissime perturbazioni, con meno di 10 millimetri per volta». La situazione dovrebbe restare tale almeno sino a tutta la prima settimana di febbraio: «Per la seconda si prevede un peggioramento - spiega Ippolito -, ma al momento non si può dire di che entità». C’è comunque ancora la possibilità che qualcosa succeda: «A New York oggi si registrano importantissime nevicate, mentre solo un paio di settimane fa c’erano 20 gradi». 

Mentre, intanto, i sindaci - da Graglia a Brusnengo - invitano la popolazione a non sprecare l’acqua, le fontane vengono chiuse per precauzione e ditte come la “Lauretana” seguono con apprensione gli sviluppi, il territorio fa dunque i conti con una nuova ondata di caldo. «E’ l’ennesimo tassello di un’annata incredibile, mai vista - conclude Ippolito -. Basti pensare che nel 2015 sul Biellese sono scesi meno di 800 millimetri di pioggia: in sostanza, nulla. E il 2016 potrebbe anche essere peggio, perché le temperature sono già oltre le medie». Non resta quindi che sperare.

Veronica Balocco

Nella foto il basso livello dell’acqua del lago di Viverone 

E’ probabile che questa volta la notizia finisca per non far felici neppure gli amanti del caldo e dell’estate. Quella che sembrava una parentesi di inverno “quasi” normale, con temperature vicine alla media stagionale, è già bell’e finita. Un paio di settimane di freddo, e la natura ha deciso di tornare a farci svestire: «Il vortice polare si sta ricompattando: questo provocherà nei prossimi giorni un progressivo aumento dell’alta pressione africana, il che produrrà come conseguenza un rialzo delle temperature». A spiegarlo è Simone Ippolito, direttore dell’Osservatorio meteorologico di Cavaglià, il quale disegna così l’anomala situazione cui il Biellese, insieme con il resto d’Italia e d’Europa, sta affrontando. Una situazione straordinaria, realmente al di fuori di ogni casistica, che quest’anno sta letteralmente mettendo gli studiosi di fronte a scenari inediti. Ma le conseguenze della nuova rimonta dell’alta pressione, destinata a ricreare condizioni praticamente primaverili sulle Alpi, potrebbero essere questa volta veramente pesanti: la problematica sta infatti tutta nelle riserve idriche, praticamente ridotte ormai a zero. Avanti di questo passo, il rischio (tutt’altro che inverosimile) è di trovarsi di fronte a una situazione estremamente critica anche nei mesi a venire, e non solo in agricoltura, ma anche nelle abitazioni civili. La speranza, dunque, è che un’improvvisa inversione di tendenza possa verificarsi nelle prossime settimane e dare almeno un po’ di respiro, rimpinguando le scorte di neve in quota.

Al momento, tuttavia, non ci si attende nulla del genere. Anzi. «Nei prossimi giorni si prevedono temperature molto alte, quasi primaverili - chiarisce Ippolito -: a 1500 metri di altezza saremo tra i 4 e gli 8 gradi. Lo zero termico si alzerà sino a 3mila-3.500 metri e in pianura sarà possibile il ritorno di nebbie». Sarà, in pratica, la continuazione del non-inverno che già prosegue in zona da mesi: «L’ultima vera perturbazione che ha interessato il Biellese - fa notare il meteorologo - risale al 15 e 16 ottobre, quando sono scesi complessivamente 50 millimetri di pioggia. Da allora, abbiamo avuto solo piccolissime perturbazioni, con meno di 10 millimetri per volta». La situazione dovrebbe restare tale almeno sino a tutta la prima settimana di febbraio: «Per la seconda si prevede un peggioramento - spiega Ippolito -, ma al momento non si può dire di che entità». C’è comunque ancora la possibilità che qualcosa succeda: «A New York oggi si registrano importantissime nevicate, mentre solo un paio di settimane fa c’erano 20 gradi». 

Mentre, intanto, i sindaci - da Graglia a Brusnengo - invitano la popolazione a non sprecare l’acqua, le fontane vengono chiuse per precauzione e ditte come la “Lauretana” seguono con apprensione gli sviluppi, il territorio fa dunque i conti con una nuova ondata di caldo. «E’ l’ennesimo tassello di un’annata incredibile, mai vista - conclude Ippolito -. Basti pensare che nel 2015 sul Biellese sono scesi meno di 800 millimetri di pioggia: in sostanza, nulla. E il 2016 potrebbe anche essere peggio, perché le temperature sono già oltre le medie». Non resta quindi che sperare.

Veronica Balocco

Nella foto il basso livello dell’acqua del lago di Viverone 

 

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