Siccità e grandine

Siccità e grandine
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Agricoltura in sofferenza, sia per gli oltre due mesi di siccità sia per la grandinata di sabato scorso, quando in diversi paesi del Biellese è parso di tornare indietro con le stagioni, e quindi di tornare all’inverno per via della neve... Ai bordi delle strade di diversi centri abitati, cui Mongrando, per esempio, c’erano infatti quantità sorprendenti di grandine.

Il punto. L’assessore all’agricoltura della Provincia di Biella fa un quadro della situazione, con il massimo senso di realismo possibile: «E’ chiaro che la prolungata siccità ha creato problemi. I giorni di pioggia scorsi sono stati quindi utili, ma bisogna tenere conto che l’agricoltura ha bisogno di acqua in modo costante. L’assenza di precipitazioni per settimane o mesi non viene compensata da due o tre giornate di pioggia. Per un’azienda serve un approvvigionamento costante nel tempo, tale da consentire un armonioso sviluppo delle colture. Dopodiché, ovviamente, benvenuta la pioggia dei giorni scorsi».

Grandine. Sulle precipitazioni dell’altro giorno, Dellarovere spiega: «Non ho notizia di danni rilevanti. Ed essendo trascorsi alcuni giorni, credo che non ci potranno essere altre spiacevoli novità. Certo a macchia di leopardo la grandine ha colpito molte aziende agricole. Chi fa dell’imprenditoria agricola il proprio lavoro, quindi ha realtà importanti, solitamente possiede un’assicurazione che copre i danni. Ad essere maggiormente colpiti sono spesso gli agricoltori piccoli, sprovvisti di tutele assicurative che ovviamente hanno dei costi».

Calamità naturale. Prudente l’ex sindaco di Occhieppo Superiore sul ricorso a forme di aiuto da parte della Regione o dello Stato: «Massima solidarietà a chi ha subìto danni e disponibilità a fornire aiuti. Ma sarei cauto sulla richiesta di calamità naturale ad ogni problema. Si rischia di svuotare di significato una possibilità cui si deve far ricorso quando c’è davvero qualcosa di straordinario che colpisce il territorio. Viceversa si corre il rischio di urlare sempre al lupo, al lupo per poi non essere creduti quando il pericolo si presenta davvero. E ovviamente mi riferisco a fondi speciali per casi eccezionali».

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