Si fa festa per don Lodovico

Si fa festa per don Lodovico
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Domani, domenica, le Comunità di Salussola festeggiano i dieci anni di sacerdozio di don Lodovico De Bernardi.
Quarant’anni, originario di Zubiena, don Lodovico è diventato parroco nel Comune del Basso Biellese il 26 ottobre del 2003, dopo essere stato vice parroco per un anno nell’Alto Triverese (parrocchie di Bulliana, Matrice, Botto e al Santuario della Brughiera); presta servizio nelle parrocchie di Santa Maria Assunta, Arro e Vigellio, e alla rettoria di San Secondo; è inoltre vicepresidente della scuola materna, che proprio mercoledì scorso ha festeggiato i 150 anni di fondazione.

Come sono stati questi dieci anni a Salussola?
«Il clima è notevolmente migliorato, si è sviluppato un senso di collaborazione molto forte tra le comunità, che partecipano attivamente e con generosità alle iniziative organizzate dalle parrocchie del territorio».

Qualche esempio?
«I festeggiamenti per i 600 anni della parrocchia di Santa Maria Assunta, fondata l’11 settembre del 1413, in vista dei quali abbiamo dato alle stampe un libro; il progetto riguardante la realizzazione di impianti sportivi a Vigellio, con la creazione di campi di calcetto in erba sintetica, coperti e non coperti; la realizzazione della terza campana del campanile della chiesa di Arro, dedicata a Papa Francesco e ai bambini, che verrà posizionata la prossima primavera, in occasione dei 250 anni di fondazione della parrocchia. E ancora, sabato 7 dicembre alle 18, a Vigellio, l’incoronazione della statua del Sacro Cuore di Maria, restaurata grazie alle offerte dei parrocchiani».
Rispetto a dieci anni fa, com’è cambiato il tessuto sociale di Salussola? Con la crisi sono aumentate le situazioni di disagio e povertà?
«Molte aziende sulla statale oggi sono chiuse. Ma, fortunatamente, nella nostra zona ci sono tante persone dedite all’agricoltura, alla coltivazione del riso. Il lavoro assiduo ha dato molti frutti, ha permesso lo sviluppo di tante aziende, non solo sul piano produttivo ma anche sul piano commerciale, per la vendita del riso. Quella di Salussola è una popolazione molto laboriosa, capace di ingegnarsi. In definitiva, qui da noi la situazione è più semplice di tante altre zone del Biellese».

Il momento più bello di questi dieci anni di sacerdozio a Salussola?
«Senz’altro l’attività del centro estivo, dove ogni anno un centinaio di bimbi viene affiancato da una trentina di animatori: stare in mezzo a loro è molto bello, mi entusiasma».

Quando è nata la sua vocazione?
«Il 16 luglio del 1989. Come faccio a ricordarmi la data esatta? Semplice: era il giorno della visita a Oropa di Papa Giovanni Paolo II. Ero andato ad assistere alla messa con due miei parrocchiani di Zubiena: avevo solo 16 anni, ma fu in quel momento che nacque in me il desiderio di intraprendere questo cammino. Non so spiegare a parole cosa ho sentito... era la vocazione».

E come ha reagito alla notizia la sua famiglia?
«Bene! Erano tutti molto contenti. Mi sono sempre stati vicini in questo percorso, mi hanno sempre appoggiato. Domani sarà l’occasione anche per una “riunione di famiglia” con i miei nove, tra fratelli e sorelle!».
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it

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