«Si? all’estero: e? una scuola di vita»

«Si? all’estero: e? una scuola di vita»
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BIELLA - “Anche noi dobbiamo crescere e siamo tenuti a far diventare i nostri figli i figli del mondo. Parola di una mamma, che cosi? riassume l'esperienza di genitore di una ragazza partita alla volta dell'estero e, piu? specificamente, una dei dieci studenti biellesi che, al momento, si trovano da un capo all'altro del pianeta, in quanto aderenti allo scambio scolastico internazionale promosso da Intercultura. E?, questo pensiero, cio? che nella filosofia della stessa onlus Intercultura, dal 1955 viene riassunto sotto l'espressione "educazione alla globalita?.

Ed e? questo quello che e? stato illustrato nel corso di un incontro pubblico, aperto a ragazzi e genitori, che si e? svolto all'Iis Q. Sella, per illustrare spirito oramai assodato e, insieme, nuove informazioni sull'edizione 2016 dell'iniziativa. Edizione il cui termine di iscrizione, per le selezioni dei giovani candidati, scadra? il prossimo 10 novembre.

Parola d'ordine: emozione, che racchiude concetti come sfida, scoperta, crescita. E che non poteva trovare, come tema, migliori relatori di coloro i quali hanno provato in prima persona cosa significa lasciare la provincia per brevi periodi fino a un intero anno, condividere la quotidianita? con una seconda famiglia, confrontarsi con la lingua straniera, intessere nuove amicizie e adattarsi a stili di vita diversi dai propri.

Sono i ragazzi delle superiori biellesi, di eta? compresa tra i 16 e i 18 anni, che si sono rivolti al Centro Locale di Intercultura di Biella, aperto nel 2010 e che oggi conta 12 volontari, per un totale di 56 studenti partiti per l'estero, dai 6 ai 10 a seconda dell'annata. Arianna del Linguistico e? tornata ad agosto dopo tre mesi trascorsi in Francia e si sofferma sulla timidezza, comune a molti, che spesso impedisce di partire: Avevo paura, all'inizio. Poi, ho sentito i racconti di altri ragazzi e ho pensato che volevo essere sicura di me, proprio come loro, e scoprire anch'io cosa loro avevano scoperto”. Giulia, nel frattempo passata all'universita?, rimpiange di aver scelto solo un periodo bimestrale per vivere in Thailandia: “Mi ero soffermata su problemi risolvibii, e? stato un errore, ma nonostante questo, si e? rivelata sinora la piu? bella esperienza della mia vita. Ho frequentato la scuola e le lezioni in thailandese e in inglese, dalla mia famiglia ho imparato il senso di fratellanza e di profondo rispetto, come quello che la? si dimostra agli europei di pelle bianca detti "farang", a volte anche imbarazzante. Credo che, per capire chi siamo davvero, dobbiamo andare all'estero e tirare fuori le capacita? che non sappiamo di avere”. Oggi, Giulia frequenta Scienze della Mediazione Linguistica. Quella marcia in piu? che dicono di aver acquisito Marco dello Scienze Applicate di Valle Mosso, che e? stato un anno in Brasile, e Matilde del Linguistico, che ha vissuto un anno in Germania: “Sono riuscita ad aprire un conto in banca, parlando tedesco”, racconta Matilde. “Ho avuto un cambio della famiglia ospitante, ma l'ho superato senza problemi. Ero preoccupata perche? sono vegetariana, ma il programma e? addirittura riuscita a inserirmi in una classe che, ho poi scoperto, su 20 persone contava 15 vegani!”.

Tutti concordano nel dire, pero?: Non importa il Paese dove andare, ma l'esperienza di vita che li? si vive, quel che si costruisce tra famiglia, amicizie e scuola. Ed e? un'esperienza che non si dimentica piu?, anzi aiuta in qualsiasi circostanza futura. E che, poi, ti insegue: ride Virginia, reduce da un anno in Argentina: la sua seconda famiglia verra? a trovarla a Biella a luglio. 

Giovanna Boglietti 

BIELLA - “Anche noi dobbiamo crescere e siamo tenuti a far diventare i nostri figli i figli del mondo”. Parola di una mamma, che cosi? riassume l'esperienza di genitore di una ragazza partita alla volta dell'estero e, piu? specificamente, una dei dieci studenti biellesi che, al momento, si trovano da un capo all'altro del pianeta, in quanto aderenti allo scambio scolastico internazionale promosso da Intercultura. E?, questo pensiero, cio? che nella filosofia della stessa onlus Intercultura, dal 1955 viene riassunto sotto l'espressione "educazione alla globalita?”.

Ed e? questo quello che e? stato illustrato nel corso di un incontro pubblico, aperto a ragazzi e genitori, che si e? svolto all'Iis “Q. Sella”, per illustrare spirito oramai assodato e, insieme, nuove informazioni sull'edizione 2016 dell'iniziativa. Edizione il cui termine di iscrizione, per le selezioni dei giovani candidati, scadra? il prossimo 10 novembre.

Parola d'ordine: emozione, che racchiude concetti come sfida, scoperta, crescita. E che non poteva trovare, come tema, migliori relatori di coloro i quali hanno provato in prima persona cosa significa lasciare la provincia per brevi periodi fino a un intero anno, condividere la quotidianita? con una seconda famiglia, confrontarsi con la lingua straniera, intessere nuove amicizie e adattarsi a stili di vita diversi dai propri.

Sono i ragazzi delle superiori biellesi, di eta? compresa tra i 16 e i 18 anni, che si sono rivolti al Centro Locale di Intercultura di Biella, aperto nel 2010 e che oggi conta 12 volontari, per un totale di 56 studenti partiti per l'estero, dai 6 ai 10 a seconda dell'annata. Arianna del Linguistico e? tornata ad agosto dopo tre mesi trascorsi in Francia e si sofferma sulla timidezza, comune a molti, che spesso impedisce di partire: “Avevo paura, all'inizio. Poi, ho sentito i racconti di altri ragazzi e ho pensato che volevo essere sicura di me, proprio come loro, e scoprire anch'io cosa loro avevano scoperto”. Giulia, nel frattempo passata all'universita?, rimpiange di aver scelto solo un periodo bimestrale per vivere in Thailandia: “Mi ero soffermata su problemi risolvibii, e? stato un errore, ma nonostante questo, si e? rivelata sinora la piu? bella esperienza della mia vita. Ho frequentato la scuola e le lezioni in thailandese e in inglese, dalla mia famiglia ho imparato il senso di fratellanza e di profondo rispetto, come quello che la? si dimostra agli europei di pelle bianca detti "farang", a volte anche imbarazzante. Credo che, per capire chi siamo davvero, dobbiamo andare all'estero e tirare fuori le capacita? che non sappiamo di avere”. Oggi, Giulia frequenta Scienze della Mediazione Linguistica. Quella marcia in piu? che dicono di aver acquisito Marco dello Scienze Applicate di Valle Mosso, che e? stato un anno in Brasile, e Matilde del Linguistico, che ha vissuto un anno in Germania: “Sono riuscita ad aprire un conto in banca, parlando tedesco”, racconta Matilde.“Ho avuto un cambio della famiglia ospitante, ma l'ho superato senza problemi. Ero preoccupata perche? sono vegetariana, ma il programma e? addirittura riuscita a inserirmi in una classe che, ho poi scoperto, su 20 persone contava 15 vegani!”.

Tutti concordano nel dire, pero?: “Non importa il Paese dove andare, ma l'esperienza di vita che li? si vive, quel che si costruisce tra famiglia, amicizie e scuola. “Ed e? un'esperienza che non si dimentica piu?, anzi aiuta in qualsiasi circostanza futura”. E che, poi, ti “insegue”: ride Virginia, reduce da un anno in Argentina: la sua seconda famiglia verra? a trovarla a Biella a luglio. 

Giovanna Boglietti 

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