Sì al federalismo fiscale

Pubblicato:
Aggiornato:

(30 dic) Federalismo fiscale? Perché no. Una delle più importanti novità della seconda repubblica, nonché caposaldo del programma elettorale del governo di Popolo della Libertà e di Lega Nord, pare non dispiacere agli amministratori locali. Sindaci da anni abituati a vedersi tagliare i finanziamenti da Roma, in ragione di una crisi terribile, guardano con attenzione alle prossime mosse del ministro Tremonti. Il Partito democratico, su scala nazionale, nei giorni scorsi, ha prodotto un documento secondo il quale il Sud sarebbe fortemente sfavorito, in caso di attuazione del progetto, con un risparmio complessivo di circa 450 milioni di euro. Ogni cittadino di Biella, sempre secondo lo studio, avrebbe a disposizione 62 euro in più. Le prossime settimane saranno decisive per capire cosa e quanto verrà realizzato. Federalismo fiscale? Perché no. Una delle più importanti novità della seconda repubblica, nonché caposaldo del programma elettorale del governo di Popolo della Libertà e di Lega Nord, pare non dispiacere agli amministratori locali. Sindaci da anni abituati a vedersi tagliare i finanziamenti da Roma, in ragione di una crisi terribile, guardano con attenzione alle prossime mosse del ministro Tremonti. Il Partito democratico, su scala nazionale, nei giorni scorsi, ha prodotto un documento secondo il quale il Sud sarebbe fortemente sfavorito, in caso di attuazione del progetto, con un risparmio complessivo di circa 450 milioni di euro. Ogni cittadino di Biella, sempre secondo lo studio, avrebbe a disposizione 62 euro in più. Le prossime settimane saranno decisive per capire cosa e quanto verrà realizzato. «Noi molto probabilmente nel prossimo anno perderemo circa 192 mila euro - dice Luca Sangalli, sindaco di centrodestra a Vigliano -. Una cifra non da poco per il nostro bilancio. Sul federalismo fiscale dico: il principio è ampiamente condivisibile. Giusto che gli enti virtuosi vengano premiati. Giusto che parte delle risorse restino nei territori. Ma giusto anche che ci siano forme di solidarietà per le regioni meno sviluppate. Valuteremo al momento». Favorevole anche Massimo Biasetti, “primo cittadino” a Trivero, in quota al centrosinistra. «Il nostro territorio ha dato tanto, tantissimo alle casse dello Stato. Soprattutto nei decenni passati, quando c’erano tante aziende grandi e floride. Ora siamo noi ad avere bisogno». Biasetti amplia la riflessione: «Esiste anche un Sud del Nord... E penso alla montagna e ai comuni montani. Il riferimento alla diga è immediato. Non serve a noi, ma alla pianura. La verità è che noi abbiamo dato e tanto. Ora ci spetterebbe ricevere. E penso a progetti ambientali, che potrebbero rilanciare i territori. Per realizzarli, però, servono soldi». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giuseppe Tallia, sindaco di Valle Mosso, anche lui nell’area del Pd: «Lo squilibrio è evidente. Non conosco bene la proposta di legge. Ma il tema è centrato. Il Nord ha dato tanto nei decenni passati. E il Biellese tantissimo. Ora anche qui ci sono esigenze di risorse per sostenere l’economie. Pensiamo alla Cossato-Valle Mosso... Mancano circa 4 milioni di euro, che nessuno pare avere. Si tratta di completare un’opera strategica per la nostra valle, che ha versato nelle casse dello Stato cifre enormi, eppure oggi siamo allo stallo. Assurdo! Allora dico: il tema del federalismo fiscale è sensato. Sulle intenzioni del governo non mi pronuncio perché i testi di legge non li conosco». Le parole federalismo fiscale suonano come musica per le orecchie di Claudio Corradino, “primo cittadino” di Cossato e pezzo da novanta della Lega Nord provinciale. «Come si governa senza soldi? Non è solo una questione di equità rispetto ai chi sa amministrare e chi no. E’ questione di poter lavorare. Cosa faccio con 800 mila euro per una città come Cossato? Allora dico: ben venga un’autonomia che mi consenta di progettare e di realizzare. E al limite di mettere delle tasse, da finalizzare alla costruzione di strade, di palestre, di scuole e di altro. Dopodiché saranno gli elettori a bocciare o meno il mandato di un sindaco. Ma essere eletti per avere le mani legate non ha senso. Non mi piace lamentarmi. I conti sono però lì da vedersi. Ben vengano quindi forme di autonomia e di meritocrazia».

30 dicembre 2010

Seguici sui nostri canali