Shell cercherà il petrolio nel Biellese

Shell cercherà il petrolio nel Biellese
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Oltre 400 chilometri quadrati di terreno tra Piemonte e Lombardia, nelle province di Novara, Vercelli, Varese e Biella, quest’ultima coinvolta in modo marginale nella zona tra Brusnengo e Villa del Bosco. Da Castelletto Ticino a Borgomanero, sino a Gattinara e Sizzano: è su questa larga porzione di Nord Italia - donominata nel suo complesso “Cascina Alberto” - che il colosso petrolifero Shell eserciterà nel prossimo futuro il permesso di ricerca di idrocarburi di cui è titolare dal 2015. La notizia dell’avvio del progetto, per ora ancora ad una fase embrionale, è stata diffusa nei giorni proprio dai rappresentanti italiani della stessa multinazionale, la quale si è già detta pronta ad avviare un ampio e articolato processo di dialogo con i territori coinvolti: «Lanceremo una campagna informativa e di ascolto - hanno spiegato - prima di avviare il processo autorizzativo con la sottomissione della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per un’indagine geofisica, prevista nella prossima
primavera».

Inizia in queste settimane, dunque, il confronto in vista delle operazioni di indagine, che dovranno svelare se realmente, sul territorio “Cascina Alberto”, esistano idrocarburi sfruttabili a fini commerciali. «La fase iniziale del processo di ricerca è la cosiddetta indagine geofisica - spiega Shell -, che serve a verificare l’eventuale presenza di un giacimento. Attraverso una serie di attività non invasive realizzate grazie alle più moderne tecnologie (tecniche 2D), sarà possibile raccogliere dati sulla struttura geologica del sottosuolo, disegnando così una immagine geofisica basata sulla propagazione e sulla rifrazione di onde elastiche». Un processo corposo, per prepararsi al quale la multinazionale metterà sul tavolo tutti i dettagli: «Coerentemente con il nostro approccio di trasparenza, responsabilità e rispetto per i territori e le comunità locali - afferma il colosso petrolifero -  intendiamo incontrare e parlare con quanti più interlocutori possibili nell’area, con l’obiettivo primario di informare sul progetto e di ascoltare le comunità in merito ai bisogni e alle aspettative relative al progetto che intendiamo effettuare». «Per questo - aggiunge - , prima di proseguire nell’iter progettuale e autorizzativo, i nostri tecnici saranno impegnati, nei prossimi mesi, in un intenso piano di incontri con le realtà locali: un calendario di oltre 200 appuntamenti con rappresentanti delle istituzioni, della società civile, del mondo economico e produttivo delle aree interessate dal permesso in questione». L’auspicio dell’azienda è che  «questo modello di relazione con le comunità locali possa essere accolto con favore e disponibilità da tutti gli interlocutori che saranno contattati per calendarizzare gli appuntamenti dei prossimi mesi».

La tecnica d’indagine. Una volta conclusa questa fase interlocutoria, poi, prenderà il via il vero e proprio progetto di indagine. A svelarne le modalità tecniche è la stessa Shell, la quale chiarisce che «il progetto Cascina Alberto riguarda la fase iniziale del processo esplorativo, la cosiddetta indagine geofisica il cui obiettivo è analizzare le caratteristiche geofisiche delle stratificazioni geologiche. La tecnica consiste nella generazione e registrazione di onde elastiche che vengono riflesse dalle varie formazioni geologiche. Inoltre, dalla velocità di propagazione delle onde è possibile ottenere informazioni sulla tipologia della roccia presente nel sottosuolo. I dati così registrati consentiranno una mappatura dettagliata del sottosuolo nella zona oggetto della ricerca. Tutte le indagini geofisiche si basano su due elementi principali: la sorgente che emette l’onda, e l’apparecchiatura di registrazione che acquisisce il dato. La campagna di acquisizione dei dati, lungo le linee di indagine precedentemente individuate, avrà una durata da tre a quattro mesi e potrà partire solo dopo aver ricevuto dalle autorità competenti tutte le autorizzazioni necessarie». E come ogni fase del lungo iter progettuale e autorizzativo per la ricerca di idrocarburi, puntualizza, «la fase iniziale del progetto Cascina Alberto sarà anche sottoposta a rigorose analisi di impatto ambientale, ai sensi della normativa vigente».

Shell. Al lavoro in Italia  dal 1912, dove è presente con importanti attività nell’esplorazione e produzione di idrocarburi, con la produzione e commercializzazione di lubrificanti, la vendita di gas naturale a clienti industriali, nonché una joint-venture operante nel settore degli additivi chimici e partnership tecniche di rilevanza globale con Ferrari e Ducati Corse, Shell è presente sul territorio nazionale dal 2002 anche con la divisione Shell Italia E&P spa, la maggiore società straniera nel settore upstream con attività di ricerca, sviluppo e produzione di idrocarburi liquidi e gassosi. Le attività di sviluppo e produzione sono attualmente concentrate in Basilicata nei due importanti progetti Val d’Agri e Tempa Rossa, ma l’attenzione, in termini di ricerca, è rivolta anche ad altri territori: questo, appunto, il quadro in cui si inserisce il permesso “Cascina Alberto”, inizialmente rilasciato - nel 2014 - dal Ministero dello Sviluppo Economico alla società Northern Petroleum Uk Ltd. L’ingresso di Shell risale al 13 maggio 2015, con  l’acquisto dell’80% del permesso da Northern Petroleum, che continua a mantenerne il 20%.

Veronica Balocco

Oltre 400 chilometri quadrati di terreno tra Piemonte e Lombardia, nelle province di Novara, Vercelli, Varese e Biella, quest’ultima coinvolta in modo marginale nella zona tra Brusnengo e Villa del Bosco. Da Castelletto Ticino a Borgomanero, sino a Gattinara e Sizzano: è su questa larga porzione di Nord Italia - donominata nel suo complesso “Cascina Alberto” - che il colosso petrolifero Shell eserciterà nel prossimo futuro il permesso di ricerca di idrocarburi di cui è titolare dal 2015. La notizia dell’avvio del progetto, per ora ancora ad una fase embrionale, è stata diffusa nei giorni proprio dai rappresentanti italiani della stessa multinazionale, la quale si è già detta pronta ad avviare un ampio e articolato processo di dialogo con i territori coinvolti: «Lanceremo una campagna informativa e di ascolto - hanno spiegato - prima di avviare il processo autorizzativo con la sottomissione della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per un’indagine geofisica, prevista nella prossima
primavera».

Inizia in queste settimane, dunque, il confronto in vista delle operazioni di indagine, che dovranno svelare se realmente, sul territorio “Cascina Alberto”, esistano idrocarburi sfruttabili a fini commerciali. «La fase iniziale del processo di ricerca è la cosiddetta indagine geofisica - spiega Shell -, che serve a verificare l’eventuale presenza di un giacimento. Attraverso una serie di attività non invasive realizzate grazie alle più moderne tecnologie (tecniche 2D), sarà possibile raccogliere dati sulla struttura geologica del sottosuolo, disegnando così una immagine geofisica basata sulla propagazione e sulla rifrazione di onde elastiche». Un processo corposo, per prepararsi al quale la multinazionale metterà sul tavolo tutti i dettagli: «Coerentemente con il nostro approccio di trasparenza, responsabilità e rispetto per i territori e le comunità locali - afferma il colosso petrolifero -  intendiamo incontrare e parlare con quanti più interlocutori possibili nell’area, con l’obiettivo primario di informare sul progetto e di ascoltare le comunità in merito ai bisogni e alle aspettative relative al progetto che intendiamo effettuare». «Per questo - aggiunge - , prima di proseguire nell’iter progettuale e autorizzativo, i nostri tecnici saranno impegnati, nei prossimi mesi, in un intenso piano di incontri con le realtà locali: un calendario di oltre 200 appuntamenti con rappresentanti delle istituzioni, della società civile, del mondo economico e produttivo delle aree interessate dal permesso in questione». L’auspicio dell’azienda è che  «questo modello di relazione con le comunità locali possa essere accolto con favore e disponibilità da tutti gli interlocutori che saranno contattati per calendarizzare gli appuntamenti dei prossimi mesi».

La tecnica d’indagine. Una volta conclusa questa fase interlocutoria, poi, prenderà il via il vero e proprio progetto di indagine. A svelarne le modalità tecniche è la stessa Shell, la quale chiarisce che «il progetto Cascina Alberto riguarda la fase iniziale del processo esplorativo, la cosiddetta indagine geofisica il cui obiettivo è analizzare le caratteristiche geofisiche delle stratificazioni geologiche. La tecnica consiste nella generazione e registrazione di onde elastiche che vengono riflesse dalle varie formazioni geologiche. Inoltre, dalla velocità di propagazione delle onde è possibile ottenere informazioni sulla tipologia della roccia presente nel sottosuolo. I dati così registrati consentiranno una mappatura dettagliata del sottosuolo nella zona oggetto della ricerca. Tutte le indagini geofisiche si basano su due elementi principali: la sorgente che emette l’onda, e l’apparecchiatura di registrazione che acquisisce il dato. La campagna di acquisizione dei dati, lungo le linee di indagine precedentemente individuate, avrà una durata da tre a quattro mesi e potrà partire solo dopo aver ricevuto dalle autorità competenti tutte le autorizzazioni necessarie». E come ogni fase del lungo iter progettuale e autorizzativo per la ricerca di idrocarburi, puntualizza, «la fase iniziale del progetto Cascina Alberto sarà anche sottoposta a rigorose analisi di impatto ambientale, ai sensi della normativa vigente».

Shell. Al lavoro in Italia  dal 1912, dove è presente con importanti attività nell’esplorazione e produzione di idrocarburi, con la produzione e commercializzazione di lubrificanti, la vendita di gas naturale a clienti industriali, nonché una joint-venture operante nel settore degli additivi chimici e partnership tecniche di rilevanza globale con Ferrari e Ducati Corse, Shell è presente sul territorio nazionale dal 2002 anche con la divisione Shell Italia E&P spa, la maggiore società straniera nel settore upstream con attività di ricerca, sviluppo e produzione di idrocarburi liquidi e gassosi. Le attività di sviluppo e produzione sono attualmente concentrate in Basilicata nei due importanti progetti Val d’Agri e Tempa Rossa, ma l’attenzione, in termini di ricerca, è rivolta anche ad altri territori: questo, appunto, il quadro in cui si inserisce il permesso “Cascina Alberto”, inizialmente rilasciato - nel 2014 - dal Ministero dello Sviluppo Economico alla società Northern Petroleum Uk Ltd. L’ingresso di Shell risale al 13 maggio 2015, con  l’acquisto dell’80% del permesso da Northern Petroleum, che continua a mantenerne il 20%.

Veronica Balocco

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