"Senza provinciale Ronco muore"
Il sindaco Carla Moglia non sa più che pesci pigliare. Potesse, probabilmente, batterebbe anche il pugno su qualche tavolo. E invece, non le resta che aspettare. E sperare, almeno che tutto si risolva in tempi brevi. Quanto era in suo potere fare l’ha fatto. Ha scritto anche al presidente della Regione Sergio Chiamparino, al presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo, al sindaco di Biella Marco Cavicchioli. Ora, però, la partita si gioca sui tavoli della Capitale, dove presto si delibererà sulla concessione dello stato di calamità al Biellese martoriato. E solo dopo Carla Moglia saprà se e quanto il suo paese potrà ottenere per risolvere quella che per lei è diventata la vera priorità.
A Ronco il maltempo non ha risparmiato sofferenze. Oggi arrivare in paese è più un’avventura che altro. A disposizione degli automobilisti restano la provinciale 201 Veggio-Ronco, cioè da Biella Pavignano, e la provinciale da Valdengo. Niente provinciale 202 da Chiavazza, né 203 da Vigliano. E niente 205 per i mezzi pesanti. Ma è proprio qui, sulla possibilità che i camion possano accedere al paese, che si gioca la partita che sta facendo perdere il sonno al sindaco Carla Moglia. «I danni da maltempo in paese sono ingenti - spiega -. Sul territorio ci sono numerose frane, e a Valgrande nove famiglie, tra ronchesi e viglianesi, non possono tornare a casa in auto. Al di là di tutto questo, che stiamo cercando di quantificare, la possibilità di transito ai mezzi pesanti è fondamentale che venga ripristinata al più presto. In paese ci sono numerose ditte, alcune delle quali grosse e importanti, e le vie di accesso al paese sono essenziali per la loro attività». Dal Lanificio Angelico alla Filatura Ferraris, dalla Filinord alla Floricoltura Botta, oggi le ditte vengono raggiunte dai fornitori tramite mezzi più piccoli, attraverso le strette e tortuose strade ancora aperte al transito. «Ma non è una soluzione che possa durare a lungo - chiarisce il sindaco -. Una volta che sarà concesso lo stato di calamità, è fondamentale che la via che sale da Chiavazza, principale arteria di accesso al paese, torni ad essere utilizzabile. Non possiamo rischiare che ditte di questa entità possano subire disagi così importanti».