San Pietro Levita divide Comune e Chiesa

San Pietro Levita divide Comune e Chiesa
Pubblicato:
Aggiornato:

SALUSSOLA - Il parroco don Lodovico Debernardi dribbla qualunque polemica ma difende la sua scelta. Il sindaco Carlo Cabrio non risparmia le critiche, e si dice pronto a scrivere una lettera - «tranquilla», puntualizza – nella quale far presente il suo punto di vista e quello dell’amministrazione comunale. Nel mezzo, una data: 8 maggio 2016. Sarà questo, per il (solo) prossimo anno, il giorno in cui sarà celebrata la storica festa patronale dedicata a San Pietro Levita: per la prima volta «dopo mille anni» - come fa notare il primo cittadino - non la prima, bensì la seconda domenica del mese mariano.

Il cambiamento di data è diventato un vero e proprio caso, in paese, nelle scorse settimane. La storicità della ricorrenza, ogni anno suggellata dall’arrivo da Olcenengo di un pellegrinaggio per un voto fatto dalla comunità nel lontano 1484, era per tanti un punto fermo. E la novità, soprattutto in consiglio comunale è stata accolta con estrema freddezza, anche per il mancato coinvolgimento nella decisione.

Don Lodovico, però, fa presenti le sue ragioni. «La festa di San Pietro è liturgicamente il 7 maggio - chiarisce - pertanto, sentito il parere del priore, del presidente della pro loco, del presidente della scuola materna e del gruppo delle ex-allieve, abbiamo deciso di collocare la festa, solo per quest’anno, la seconda domenica di maggio». E aggiunge: «Siccome la festa si organizza per il santo e non per la data sono certo che tutti insieme lavoreremo per questo evento. Il comune ha espresso il suo pensiero ma, come direbbe Cavour... Libera chiesa in libero stato. Scherzi a parte, l’unica ragione è liturgico-pastorale».

Fatto sta, comunque, che il consiglio comunale non ha digerito la decisione. Tre consiglieri hanno interrogato il sindaco in merito, chiedendo se fosse possibile ripristinare la data originaria, quindi l’assemblea, chiarita la vicenda, ha accettato la novità, pur dicendosi - come fatto mettere a verbale - «fortemente contraria alla scelta». Il primo cittadino, dal canto suo, non nasconde il disappunto. «Di tratta di una scelta che ci vede scontenti e in disaccordo – afferma -, anche per il metodo. Avremmo gradito essere coinvolti, ma questo non è avvenuto.

In ogni caso, per il bene del paese e per quieto vivere abbiamo deciso di approvare la novità, anche se intendo chiarire con una lettera la posizione dell’amministrazione».

Veronica Balocco

SALUSSOLA - Il parroco don Lodovico Debernardi dribbla qualunque polemica ma difende la sua scelta. Il sindaco Carlo Cabrio non risparmia le critiche, e si dice pronto a scrivere una lettera - «tranquilla», puntualizza – nella quale far presente il suo punto di vista e quello dell’amministrazione comunale. Nel mezzo, una data: 8 maggio 2016. Sarà questo, per il (solo) prossimo anno, il giorno in cui sarà celebrata la storica festa patronale dedicata a San Pietro Levita: per la prima volta «dopo mille anni» - come fa notare il primo cittadino - non la prima, bensì la seconda domenica del mese mariano.

Il cambiamento di data è diventato un vero e proprio caso, in paese, nelle scorse settimane. La storicità della ricorrenza, ogni anno suggellata dall’arrivo da Olcenengo di un pellegrinaggio per un voto fatto dalla comunità nel lontano 1484, era per tanti un punto fermo. E la novità, soprattutto in consiglio comunale è stata accolta con estrema freddezza, anche per il mancato coinvolgimento nella decisione.

Don Lodovico, però, fa presenti le sue ragioni. «La festa di San Pietro è liturgicamente il 7 maggio - chiarisce - pertanto, sentito il parere del priore, del presidente della pro loco, del presidente della scuola materna e del gruppo delle ex-allieve, abbiamo deciso di collocare la festa, solo per quest’anno, la seconda domenica di maggio». E aggiunge: «Siccome la festa si organizza per il santo e non per la data sono certo che tutti insieme lavoreremo per questo evento. Il comune ha espresso il suo pensiero ma, come direbbe Cavour... Libera chiesa in libero stato. Scherzi a parte, l’unica ragione è liturgico-pastorale».

Fatto sta, comunque, che il consiglio comunale non ha digerito la decisione. Tre consiglieri hanno interrogato il sindaco in merito, chiedendo se fosse possibile ripristinare la data originaria, quindi l’assemblea, chiarita la vicenda, ha accettato la novità, pur dicendosi - come fatto mettere a verbale - «fortemente contraria alla scelta». Il primo cittadino, dal canto suo, non nasconde il disappunto. «Di tratta di una scelta che ci vede scontenti e in disaccordo – afferma -, anche per il metodo. Avremmo gradito essere coinvolti, ma questo non è avvenuto.

In ogni caso, per il bene del paese e per quieto vivere abbiamo deciso di approvare la novità, anche se intendo chiarire con una lettera la posizione dell’amministrazione».

Veronica Balocco

Seguici sui nostri canali