Il decreto sul riordino delle Province non sarà convertito: è quanto è stato deciso all'unanimità dai partecipanti ai lavori della Commissione Affari Costituzionali del Senato, conclusasi pochi minuti fa, alla presenza tra gli altri di ministri Filippo Patroni Griffi e Piero Giarda. Ora alcune parti potrebbero finire nella legge di Stabilità.
Nella giornata di martedì verrà in ogni caso convocata una riunione dei capigruppo presso il Senato per esaminare le possibili vie di uscita, ma secondo i senatori che questa sera hanno preso parte alla riunione in Commissione Affari Costituzionali, sono poche le possibilità di poter convertire il provvedimento a causa del numero eccessivo dei sub-emendamenti pari in tutto a 140.
"Il governo ha fatto ciò che doveva fare, ma la situazione non si poteva sbrogliare come del resto hanno confermato questa sera i capigruppo in Commissione": lo ha riferito il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi al termine della riunione della Commissione Affari Costituzionali, che doveva esaminare emendamenti e sub-emendamenti al decreto 188. "Il governo ha fatto insieme al Parlamento un buon lavoro fino alla spending review - ha spiegato un deluso Patroni Griffi - ma poi si sono imposti alcuni 'giochi' in Parlamento".
COSA SUCCEDERA'. Se il decreto sul riordino delle Province, che prevede l’istituzione della Biella-Vercelli, non verrà convertito in tempo cosa succederà nella nostra istituzione oggi retta dal commissario prefettizio Angelo Ciuni dopo le dimissioni presentate da Roberto Simonetti? Con ogni probabilità si tornerà al voto ma a scegliere chi guiderà l’ente non saranno più i cittadini. Perché se il decreto non diventerà legge farà fede il “Salva Italia” che prevede le elezioni di secondo grado per le Province. A scegliere il nuovo presidente, salvo deroghe che in un momento di riorganizzazione appaiono assolutamente da escludere, saranno gli eletti nei consigli comunali del Biellese. Che potranno scegliere come presidente un loro rappresentante. Secondo quanto previsto dal “Salva Italia”, inoltre, non ci potrà essere nessuna giunta a supporto del presidente. Insomma, Biella potrebbe tornare a essere rappresentata politicamente dopo l’addio di Simonetti, ma a scegliere non sarebbero i cittadini. Cosa che, tra l’altro, è prevista anche nel decreto di riordino delle Province anche se ci sono emendamenti per far tornare gli enti di primo grado, ossia a elezione diretta. Mercoledì se ne saprà di più.