"Ero succube di Clerico"

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«Ero succube di Clerico. Avevo paura che facesse male a me e alla mia famiglia. Nel corso degli ultimi due anni mi ha più volte minacciato e picchiato per costringermi ad assecondarlo. Ero terrorizzato. Se ora sono qui a raccontare ogni cosa, è solo perché ho trovato la forza di ribellarmi ai suoi continui soprusi e alle sue imposizioni violente e intimidatorie...».
Dopo settimane di silenzio, esce allo scoperto Cesare Rolando (foto), 50 anni, di Biella, coinvolto nell’inchiesta sulle calunnie ai politici del Pdl che ha avuto come principale indagato Massimiliano Clerico, 35 anni, ex consigliere comunale di Occhieppo Inferiore.

I PARTICOLARI SU ECO DI BIELLA IN EDICOLA DOMANI «Ero succube di Clerico. Avevo paura che facesse male a me e alla mia famiglia. Nel corso degli ultimi due anni mi ha più volte minacciato e picchiato per costringermi ad assecondarlo. Ero terrorizzato. Se ora sono qui a raccontare ogni cosa, è solo perché ho trovato la forza di ribellarmi ai suoi continui soprusi e alle sue imposizioni violente e intimidatorie...».
Dopo settimane di silenzio, esce allo scoperto Cesare Rolando (foto), 50 anni, di Biella, coinvolto nell’inchiesta sulle calunnie ai politici del Pdl che ha avuto come principale indagato Massimiliano Clerico, 35 anni, ex consigliere comunale di Occhieppo Inferiore. Quello che è stato indicato quale “postino” delle lettere calunniose nei confronti di esponenti del Pdl quali l’assessore provinciale Piergiorgio Fava, il sindaco di Vigliano nonché avvocato Luca Sangalli, e l’ex consigliere comunale di Biella, Francesco Rossi, ribadisce pubblicamente ciò che ha già avuto modo di raccontare ai carabinieri della Procura, coordinati dal maresciallo Tindaro Gullo, nel corso degli interrogatori: che è stato Clerico a costringerlo a scrivere le lettere (prima in modo anonimo, in seguito firmate) poi inviate via fax alle redazioni dei giornali, per mettere in cattiva luce Fava e gli altri due esponenti politici.
Intanto la Procura ha chiuso l'inchiesta.

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