Ritrovata la magica scopa di Harry Potter

Ritrovata la magica scopa di Harry Potter
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Il fascino del treno e dei luoghi - con la vecchia locomotiva che sbuffa nella campagna scozzese e arranca sul mitico  viadotto Glenfinnan a ventidue campate - è magico di per sè, immaginarsi per un bambino biellese come Carlo, che la saga del maghetto, degli inseparabili amici Ron Weasley ed Hermione Granger, del grande mago Albus Silentese e del mago oscuro  Lord Voldemort, l’è gustata dalla prima all’ultima avventura incollato allo schermo. Il bambino, felice dello stupendo regalo di mamma, da quell’istante non si è più separato dalla scopa magica del suo eroe. Fino al momento del volo di rientro in Italia, quando, al “check in”, una gentile signorina ha informato il bimbo biellese e la mamma che la magica scopa non poteva da regolamento essere portata a bordo dell’aereo della compagnia, in quanto “over size” e possibile “oggetto contundente”: il tanto amato arnese doveva per forza di cose finire in una buia stiva per tutto il viaggio. Con le lacrime agli occhi per la tristezza, Carlo ha dovuto assistere, impotente, all’etichettatura a dovere e «senza costi aggiuntivi» da parte della compagnia EasyJet, della sua broomstick e alla consegna della scopa magica all’omino - sorridente per l’insolito bagaglio di cui avrebbe dovuto occuparsi - che ha sin da subito assicurato la famigliola biellese: «I will take care...», me ne prenderò cura.Una volta atterrati, il bambino ha rivolto il primo pensiero alla sua broomstick. Scesa la scaletta, mamma e figlio sono subito corsi davanti al nastro che avrebbe dovuto riconsegnare i bagagli ai passeggeri di quel volo. Il nostro girava, girava e ancora girava. Sono passate valige grandi e piccine, borse e trolley. Ma della scopa magica non c’erano tracce. La delusione del bambino era enorme, più della gigantesca stazza di Rubeus Hagrid, il guardiacaccia della scuola di Hogwarts. Nella speranza che fosse rimasta in qualche angolo della stiva, gli addetti hanno provato a cercarla ancora una volta. Inutilmente: l’ultima fiammella di speranza si era spenta.Come di rito in simili casi, mamma e Carlo si sono rivolti allo sportello oggetti smarriti di EasyJet. L’addetto, dal viso un po’ stanco, si è come rianimato e ha cominciato a sorridere quando il bambino, di contro serio, impettito e con gli occhi ancora lucidi, ha iniziato a descrivere l’oggetto assolutamente da ritrovare. Ma tutto è ancora una volta risultato inutile. Non era rimasto altro da fare che compilare il modulo di denuncia smarrimento, con qualche difficoltà nella descrizione del bagaglio: marrone, segni runici sul manico, setole lunghe e scure e due... corna o ganci o baffi dorati decorativi. Sarà apparso esilarante il viso dell’impiegato che, contestualmente, trascriveva a video la descrizione della broomstick e la inviava all'aeroporto di Glasgow, immaginando a sua volta la reazione dei colleghi scozzesi. Triste e preoccupato era invece il  piccolo maghetto per aver perso il suo strumento magico, ricordo di un viaggio fantastico. «La troveremo, non preoccuparti, stanotte a Glasgow sapranno cosa fare», lo ha consolato l’impiegato.Era giovedì sera. La dimostrazione che qualcosa ancora funziona bene, la famiglia di Carlo l’ha avuta in giorno dopo quando, con costante aggiornamento via messaggi sms, la compagnia Easy Jet ha informato che la magica scopa era stata ritrovata. Non era volata verso il mitico castello. E neppure per dispetto e crudeltà se l’era portata via il malvagio Lord Voldemort. Semplicemente non era stata caricata all’aeroporto di Glasgow. Un’ennesima dimostrazione dell’efficienza della compagnia aerea, si è avuta il giorno dopo ancora, sabato, quando il corriere di EasyJet - sorridente e voglioso di raccontare quanto questo fatto insolito avesse rallegrato anche tutti loro - è giunto a Biella e ha bussato alla porta dell’abitazione di Carlo riconsegnando al piccolo la sua super scopa. Qualcosa di magico era veramente accaduto...Valter Caneparo

Il fascino del treno e dei luoghi - con la vecchia locomotiva che sbuffa nella campagna scozzese e arranca sul mitico  viadotto Glenfinnan a ventidue campate - è magico di per sè, immaginarsi per un bambino biellese come Carlo, che la saga del maghetto, degli inseparabili amici Ron Weasley ed Hermione Granger, del grande mago Albus Silentese e del mago oscuro  Lord Voldemort, l’è gustata dalla prima all’ultima avventura incollato allo schermo. Il bambino, felice dello stupendo regalo di mamma, da quell’istante non si è più separato dalla scopa magica del suo eroe. Fino al momento del volo di rientro in Italia, quando, al “check in”, una gentile signorina ha informato il bimbo biellese e la mamma che la magica scopa non poteva da regolamento essere portata a bordo dell’aereo della compagnia, in quanto “over size” e possibile “oggetto contundente”: il tanto amato arnese doveva per forza di cose finire in una buia stiva per tutto il viaggio. Con le lacrime agli occhi per la tristezza, Carlo ha dovuto assistere, impotente, all’etichettatura a dovere e «senza costi aggiuntivi» da parte della compagnia EasyJet, della sua broomstick e alla consegna della scopa magica all’omino - sorridente per l’insolito bagaglio di cui avrebbe dovuto occuparsi - che ha sin da subito assicurato la famigliola biellese: «I will take care...», me ne prenderò cura.Una volta atterrati, il bambino ha rivolto il primo pensiero alla sua broomstick. Scesa la scaletta, mamma e figlio sono subito corsi davanti al nastro che avrebbe dovuto riconsegnare i bagagli ai passeggeri di quel volo. Il nostro girava, girava e ancora girava. Sono passate valige grandi e piccine, borse e trolley. Ma della scopa magica non c’erano tracce. La delusione del bambino era enorme, più della gigantesca stazza di Rubeus Hagrid, il guardiacaccia della scuola di Hogwarts. Nella speranza che fosse rimasta in qualche angolo della stiva, gli addetti hanno provato a cercarla ancora una volta. Inutilmente: l’ultima fiammella di speranza si era spenta.Come di rito in simili casi, mamma e Carlo si sono rivolti allo sportello oggetti smarriti di EasyJet. L’addetto, dal viso un po’ stanco, si è come rianimato e ha cominciato a sorridere quando il bambino, di contro serio, impettito e con gli occhi ancora lucidi, ha iniziato a descrivere l’oggetto assolutamente da ritrovare. Ma tutto è ancora una volta risultato inutile. Non era rimasto altro da fare che compilare il modulo di denuncia smarrimento, con qualche difficoltà nella descrizione del bagaglio: marrone, segni runici sul manico, setole lunghe e scure e due... corna o ganci o baffi dorati decorativi. Sarà apparso esilarante il viso dell’impiegato che, contestualmente, trascriveva a video la descrizione della broomstick e la inviava all'aeroporto di Glasgow, immaginando a sua volta la reazione dei colleghi scozzesi. Triste e preoccupato era invece il  piccolo maghetto per aver perso il suo strumento magico, ricordo di un viaggio fantastico. «La troveremo, non preoccuparti, stanotte a Glasgow sapranno cosa fare», lo ha consolato l’impiegato.Era giovedì sera. La dimostrazione che qualcosa ancora funziona bene, la famiglia di Carlo l’ha avuta in giorno dopo quando, con costante aggiornamento via messaggi sms, la compagnia Easy Jet ha informato che la magica scopa era stata ritrovata. Non era volata verso il mitico castello. E neppure per dispetto e crudeltà se l’era portata via il malvagio Lord Voldemort. Semplicemente non era stata caricata all’aeroporto di Glasgow. Un’ennesima dimostrazione dell’efficienza della compagnia aerea, si è avuta il giorno dopo ancora, sabato, quando il corriere di EasyJet - sorridente e voglioso di raccontare quanto questo fatto insolito avesse rallegrato anche tutti loro - è giunto a Biella e ha bussato alla porta dell’abitazione di Carlo riconsegnando al piccolo la sua super scopa. Qualcosa di magico era veramente accaduto...Valter Caneparo

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