Rissa sul "ring" del consiglio regionale
Dopo gli sviluppi dello scandalo “spese pazze” e la difesa della propria onorabilità da parte del presidente della Regione Roberto Cota (ieri mattina a sorpresa in aula alla vigilia della partenza per il Giappone) la prima seduta utile si è trasformata in un incontro da ring con il biellese Fi Lorenzo Leardi nei panni del pacificatore.
Cota ha sottolineato di voler «onorare il Consiglio regionale che in questi giorni è sotto attacco, prima della partenza per il viaggio istituzionale in Giappone». Aveva poi appena iniziato il suo intervento l’ex presidente Mercedes Bresso, quando il capogruppo di Fratelli d’Italia Franco Maria Botta ha preso a inveire contro di lei: «Stattene a Parigi radical chic di m...», sarebbero state le parole pronunciate facendo riferimento all’alloggio che l’ex governatrice possiede nella Ville Lumiere. Si è addirittura alzato dal proprio scranno avvicinandosi con un atteggiamento minaccioso. Con un colpo al microfono ne ha interrotto il discorso, provocando la reazione dei democratici Aldo Reschigna e Roberto Placido, che si erano precipitati per sedare gli animi, insieme al biellese Lorenzo Leardi: Botta è ruzzolato a terra, il tutto sotto gli occhi attoniti degli alunni di una scuola torinese che assistevano alla seduta. A quel punto il presidente dell’aula Valerio Cattaneo è stato costretto a interrompere i lavori. Bresso con voce rotta ha rinunciato al proprio intervento e annunciato: «Non parlerò più in questo Consiglio. Aspetto solo che vada a casa perché è quello che merita e perché non ha fatto nulla per il Piemonte». La gazzarra di via Alfieri è avvenuta nella prima seduta dopo le notizie sullo scandalo delle spese pazze dei consiglieri raggiunti dall’avviso di chiusura dell’inchiesta della procura di Torino. Lo stesso protagonista Botta in mattinata aveva dato dei “topi di fogna” ai giornalisti, colpevoli di aver riportato i 12mila euro da lui spesi in una esclusiva boutique del centro di Torino e rimborsati dalla Regione, così come gli oltre 2mila euro in profumerie e altrettanti in fiori e in valigie. C’è chi se la prende coi poteri forti che si oppongono da quando «ha vinto chi non doveva vincere» è il teorema del leghista Carossa, anticipato nei giorni scorsi dallo stesso Roberto Cota nelle sue tesi difensive che puntano a dimostrare la sua onestà. Altri, come Rosa Anna Costa del Nuovo Centrodestra, hanno invocato un sussulto d’orgoglio. Il Pd continua a chiedere le dimissioni di tutto il consiglio.