Rimborsopoli, processo maratona

Rimborsopoli, processo maratona
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Sarà un processo-maratona quello apertosi lunedì scorso in Tribunale a Torino, troncone principale della cosiddetta Rimborsopoli regionale, e a tutte le tappe, almeno fino all’estate - ha già fatto sapere - non mancherà Roberto Cota, ovvero l’ex governatore del Piemonte travolto non solo dalla firme false bensì anche da quest’altra pagina giudiziaria che ha già visto 4 condanne in abbreviato e una quindicina di patteggiamenti (ma anche una decina fra archiviazioni e assoluzioni) per quei rimborsi dei Gruppi consiliari per ogni genere di attività umana, “istituzionali” secondo la difesa, assolutamente non dovuti secondo l’accusa.

Sono in 24 gli imputati che, nel luglio scorso, non chiedendo riti alternativi, erano stati rinviati a giudizio dal gup Roberto Ruscello. A loro si è aggiunto Cota, che aveva rinunciato alla stessa udienza preliminare chiedendo e ottenendo fin da subito il giudizio immediato. Cota, Massimo Giordano, Luigi Cursio, Roberto De Magistris, Federico Gregorio, Riccardo Molinari, Paolo Tiramani, Michele Dell’Utri, Alberto Goffi, Daniele Cantore, Anna Rosa Costa, Girolamo La Rocca, Lorenzo Leardi, Augusta Montaruli e Andrea Stara risulta abbiano già risarcito quanto loro contestato, più un surplus del 30% per danni all’immagine, per un totale di circa 2 milioni, pur senza ammettere responsabilità (). Viceversa la Regione si è costituita parte civile contro Michele Giovine, Angelo Burzi, Giovanni Negro, Michele Formagnana, Maurizio Lupi e la figlia (collaboratrice) Sara, Alberto Cortopassi, Angiolino Mastrullo, Massimiliano Motta, Roberto Tentoni e Rosanna Valle. Lunedì in udienza anche il Codacons ha chiesto di costituirsi parte civile, e il Tribunale si è riservato di decidere.
Le difese hanno eccepito sul decreto di citazione a giudizio, sostenendo la presunta indeterminatezza del capo di imputazione. Replica dei pm: tutti gli imputati conoscono alla perfezione le contestazioni avanzate, scontrino per scontrino. I giudici renderanno nota la decisione all’inizio della prossima udienza, il 2 febbraio: dessero ragione alle difese, salterebbe il processo. Viceversa si entrerebbe subito nel vivo del dibattimento, con l’audizione del primo testimone dell’accusa, ovvero l’ufficiale della Guardia di finanza che ha guidato le indagini. E che ha tra l’altro scoperto… l’ubiquità di alcuni consiglieri, che mentre si facevano magari rimborsare una cena a Torino contemporaneamente effettuavano acquisti in località a 100 chilometri di distanza. Ma forse erano solo “errori”. E comunque si è innocenti, fino a condanna definitiva.
I testimoni, fra accusa e difesa, saranno centinaia. La maratona è partita.

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