Riforma “Buona scuola”, da che parte stanno gli studenti?
Tra ragioni dei docenti e azioni delle sigle sindacali, si rischia di escludere dalla discussione sul disegno di legge della “Buona Scuola” quelli che, se non i soli protagonisti, dovrebbero essere i primi beneficiari di una riforma scolastica. Ma che, in questa discussione tratteggiata passo passo dai media, sembrano avere un ruolo di contorno. E che, invece, la loro voce l’hanno fatto sentire, divisi tra la piazza e il Ministero. Sono, chiaramente, gli studenti. Categoria ben organizzata e rappresentata. Se solo venisse ascoltata.
Tra ragioni dei docenti e azioni delle sigle sindacali, si rischia di escludere dalla discussione sul disegno di legge della “Buona Scuola” quelli che, se non i soli protagonisti, dovrebbero essere i primi beneficiari di una riforma scolastica. Ma che, in questa discussione tratteggiata passo passo dai media, sembrano avere un ruolo di contorno. E che, invece, la loro voce l’hanno fatto sentire, divisi tra la piazza e il Ministero. Sono, chiaramente, gli studenti. Categoria ben organizzata e rappresentata. Se solo venisse ascoltata.
A onor del vero, così è stato. Il governo di Matteo Renzi ha incluso tra le audizioni anche gli studenti, che hanno potuto dire la loro sul disegno di legge in fase di discussione in Parlamento. Che, poi, la loro partecipazione non si trasformi in un nulla di fatto, com’è spesso accaduto in passato, è un’altra storia. E la loro speranza. Il Biellese, in tutto questo, ha avuto un ruolo di rappresentanza. Perché a guidare la Commissione di studenti che ha analizzato i contenuti della “Buona Scuola” è stato Luca Bocchio Ramazio, presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Biella.
Bocchio ha, infatti, partecipato all’incontro del Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti, che si svolge a Roma una volta all’anno per una settimana. Organo consultivo del Ministero, il Cnpc ha radunato nella Capitale un centinaio di giovani, provenienti da tutta Italia. Per l’occasione, sono state così istituite tre Commissioni: una ha lavorato sulla “Buona Scuola”, una sulla riforma della rappresentanza studentesca e l’ultima su integrazione e pari opportunità. «Abbiamo cercato di essere propositivi e concreti, esprimendoci su punti positivi e criticità, senza pregiudizi», racconta Luca Bocchio a riguardo.
Da che parte stanno gli studenti, quindi? «Senza dubbio, ci piace la volontà di investire soldi per la scuola». Quanto al ruolo dei presidi? «Abbiamo chiesto che nel Comitato di valutazione che li affiancherà ci siano anche i rappresentanti degli studenti, cosa non prevista». E che, stando alle ultime novità sulle modifiche in atto, pare essere stata introdotta per le superiori. Gli studenti sono dalla parte di una scuola con insegnanti di qualità, e si dicono imparziali: «Bisogna puntare sulla responsabilità personale. Se uno studente chiamato a valutare un docente non è onesto, lo si vede. Si mette in dubbio il nostro giudizio, ma cosa ci dice che anche un docente possa non essere obiettivo?».
Quanto alle criticità, i ragazzi hanno rilevato troppi “se”, nel ddl: «Se ci saranno docenti, se ci saranno i fondi…», elenca Bocchio. Così come la latitanza di materie quali diritto ed economia. «Se avessimo avuto più tempo, la nostra sarebbe stata una proposta di riforma ottima», è il rammarico del presidente della Cps di Biella. Ma l’essenziale, conferma, è esserci stati, al Ministero. Come voce, e non contorno.
Giovanna Boglietti