«Resistenza valore per l’Italia di tutti»
«Questo libro l’ho dedicato a mio figlio Francesco, 18 anni, che, come tutti i giovani, pensava che la Resistenza e la battaglia di El Alamein avessero la stessa importanza. Per loro la memoria è piatta, non tridimensionale. Ma non è così, se si riesce a raccontare la Storia con i nomi, i cognomi, le virtù civili, i molti modi che tanti italiani hanno usato per dire no al nazifascismo, ecco, questi ragazzi si commuovono, avvertono che la Resistenza è un’altra cosa, è stata fondamentale garanzia della pace e democrazia di oggi». Aldo Cazzullo, 49 anni, di Alba, inviato ed editorialista del Corriere della Sera, sarà Biella domenica pomeriggio a parlare del suo ultimo libro, appunto di Resistenza. L’abbiamo intervistato.
«Questo libro l’ho dedicato a mio figlio Francesco, 18 anni, che, come tutti i giovani, pensava che la Resistenza e la battaglia di El Alamein avessero la stessa importanza. Per loro la memoria è piatta, non tridimensionale. Ma non è così, se si riesce a raccontare la Storia con i nomi, i cognomi, le virtù civili, i molti modi che tanti italiani hanno usato per dire no al nazifascismo, ecco, questi ragazzi si commuovono, avvertono che la Resistenza è un’altra cosa, è stata fondamentale garanzia della pace e democrazia di oggi». Aldo Cazzullo, 49 anni, di Alba, inviato ed editorialista del Corriere della Sera, sarà Biella domenica pomeriggio a parlare del suo ultimo libro, appunto di Resistenza. L’abbiamo intervistato.
Oltre 150 presentazioni fra quelle sulla Grande Guerra con “La guerra dei nostri nonni” dello scorso anno e quelle sulla Resistenza con “Possa il mio sangue servire” uscito il 25 aprile di quest’anno: qual è la lezione di questo itinerario?
“E’ stato un lungo viaggio in Italia dal quale sono uscito con la convinzione che noi, in fondo, amiamo il nostro paese. Un’Italia colpita duramente dagli eventi bellici del Novecento che ho raccontato attraverso le testimonianze delle persone, un’Italia che avverte una profonda necessità di ricostruire memoria, radici e valori e di recuperare la propria storia essenziale. Il fatto, incidentale, che del primo libro ne siano state vendute 200 mila copie e di quest’ultimo sulla resistenza 110 mila, conferma che la gente è più legata all’Italia di quello che pensiamo, soprattutto quando la storia nazionale incrocia la storia delle famiglie. E, in questo contesto, il ruolo delle donne è stato ed è essenziale”.
La Resistenza è sempre stata al centro di vivaci discussioni: nel libro insiste sulla Resistenza non valore di parte, ma valore per la nazione. Perché?
“Penso che la Resistenza non appartenga ad una fazione, alla sinistra, ma alla nazione, che sia patrimonio di tutti. Se nel Biellese c’è stata una storia partigiana di forte matrice comunista, la connotazione generale è quella di una Resistenza fatta anche da monarchici - come il biellese Edgardo Sogno - e da liberali, da cattolici e socialisti, dagli imprenditori e dagli operai, dalla gente comune. Se nel Biellese ci sono personaggi discussi e violenti come Moranino, nella vicina Valsesia c’è un Moscatelli, anche lui comunista, ma patriota, un uomo che capisce che non può interpretare la Resistenza come lotta di parte, che sa intercettare il sentimento di una comunità, che agevola la celebrazione della messa, che indossa il cappello da alpino. Poi, è vero, ci furono anche pagine nere di Resistenza, che vanno raccontate, ma tutto ciò non può prescindere dalle scelte».
Come detto Aldo Cazzullo sarà a Biella, domenica 25 ottobre, per presentare il libro dal titolo “Possa il mio sangue servire, uomini e donne della Resistenza” uscito nel 70° della liberazione. L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Biella Domani in collaborazione con l’Anpi, si svolgerà alle ore 18 presso il Palazzo Gromo Losa al Piazzo. Interverranno il professor Alessandro Orsi e Lorenzo Castellani mentre gli attori Manuela Tamietti e Mirko Cherchi leggeranno alcuni brani del libro, in particolare alcune lettere commoventi di italiani che hanno dato la vita per la Patria.
Roberto Azzoni
Leggi tutta l’intervista sull’Eco di Biella di giovedì 22 ottobre 2015