Rapina a Oropa, tre arresti
(29 ott) Sgominata la banda che nello scorso mese di giugno rapinò l'ufficio postale del santuario di Oropa. Due pregiudicati milanesi sono stati arrestati, mentre l'ideatore e basista del colpo (un biellese) è stato raggiunto dal provvedimento di custodia in carcere, perché scontava la pena per un reato analogo. A progettare la rapina sarebbe stato Pier Antonio Coda Zabetta (44 anni). Esecutori materiali, invece, due fratelli: Fabrizio Pepe e Giuseppe Pepe, rispettivamente di 31 e di 49 anni. Avvisi di garanzia pure per una coppia di fidanzati lombardi, che avrebbero effettuato le ricognizioni all'ufficio postale prima dell'azione dei complici. Tutti hanno precedenti penali. Sgominata la banda che nello scorso mese di giugno rapinò l'ufficio postale del santuario di Oropa. Due pregiudicati milanesi sono stati arrestati, mentre l'ideatore e basista del colpo (un biellese) è stato raggiunto dal provvedimento di custodia in carcere, perché scontava la pena per un reato analogo. A progettare la rapina sarebbe stato Pier Antonio Coda Zabetta (44 anni). Esecutori materiali, invece, due fratelli: Fabrizio Pepe e Giuseppe Pepe, rispettivamente di 31 e di 49 anni. Avvisi di garanzia pure per una coppia di fidanzati lombardi, che avrebbero effettuato le ricognizioni all'ufficio postale prima dell'azione dei complici. Tutti hanno precedenti penali.
L'operazione è stata condotta dai carabinieri di Biella e di Milano, a seguito di un'indagine che andava avanti dall'estate scorsa. Decisiva nell'inchiesta l'intuizione che gli esecutori materiali del reato, avessero un complice in zona, visto che dopo l'allarme tutte le vie d'accesso al santuario erano state bloccate e percorse dalle forze dell'ordine. Determinante per risalire agli autori del colpo, l'arresto di Coda Zabetta, che alcune settimane dopo la rapina alle poste, aggredì una coppia di camperisti nei pressi del luogo di culto. Fu subito arrestato dai carabinieri. I militari hanno quindi avviato un'indagine incrociata sulle amicizie e le frequentazioni dell'ex macellaio, che hanno portato all'individuazione dei complici dell'assalto all'ufficio postale e alla ricostruzione della dinamica dei fatti; i militari hanno seguestrato: una pistola modello scaccia-cane, passamontagna e altro materiale vario. Dei 3 mila 600 euro rubati, invece, non s'è trovata traccia.