Ramella: «Le scuole di valle vanno difese»

Ramella: «Le scuole di valle vanno difese»
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MOSSO - A volte anche Facebook sa smettere i suoi panni di strumento ludico e spesso polemico per diventare un mezzo di dialogo. Di confronto (civile). E magari, di chiarimento su vicende che riguardano l’intera collettività.  Lo ha dimostrato nei giorni scorsi, la creatura di Zuckerberg: proprio quando, cogliendo lo spunto di un dibattito sul trasferimento di alcuni criminali psichiatrici nell’ex ospedale, il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo ha colto l’occasione per ribadire la sua intenzione di giocare ancora la carta del trasferimento dell’Alberghiero nei locali del vecchio nosocomio. Un intervento che ha stuzzicato anche il sindaco di Mosso Carlo Grosso, il quale solo qualche tempo fa, tramite le colonne dei giornali locali, aveva levato un grido di dolore per il destino di abbandono cui i vecchi presidi scolastici del suo paese (l’intero ex Pietro Sella e buona parte dell’ex Motta) sembrerebbero condannati, pur essendo perfettamente adeguati anche ad ospitare le classi dell’Alberghiero. Su Facebook, il primo cittadino è tornato alla carica: «La “battaglia di programmazione” va fatta ma non dimentichiamo quello che già c'è - ha scritto Grosso -. Strutture scolastiche vuote o quasi dovute a scelte scellerate fatte in passato. Non ripetiamo gli errori. E iniziamo a valorizzare tutto il territorio biellese, montagna e valli comprese». 

L’appello, questa volta, non è però caduto nel vuoto. In un’atmosfera di dialogo e apertura, il presidente provinciale ha spiegato la posizione dell’ente. «Quando parlo di Alberghiero all'interno dell'ex ospedale - ha chiarito - mi limito a parlare del trasferimento delle attuali classi che già l’Istituto ha a in città: una quindicina per la precisione. Nessuno pensa di eliminare o trasferire l'Istituto dal luogo dove quest'ultimo è nato: in una valle quasi di confine con la provincia di Vercelli si ha l’obbligo morale e sociale di mantenere anche dei presidi di istituti superiori è altresì sono assolutamente convinto che non si possa pensare di accentrare tutti gli istituti superiori in città. Credo che le valli - ha aggiunto - abbiano la dignità, oltre che i presidi, per ospitare istituti superiori come l'Alberghiero e non solo: tant’è che questa politica la metteremo in atto fin dalla prossima programmazione.  Non ci possiamo permettere di perdere complessi ed istituti già realizzati nelle valli, tanto più in un territorio come il nostro che ha bacini di utenza per le superiori decisamente diversificati: insomma, faremmo un errore strategico oltre che un danno alle famiglie se decidessimo di imporre agli studenti di scendere tutti dalle valli verso la città. Quindi mi sento di rassicurare te e tutte le persone che risiedono nelle valli biellesi in tal senso». Parole che hanno «rassicurato» anche il sindaco Grosso, il quale ha già annunciato la sua intenzione di continuare a lottare per difendere i presidi scolastici di valle e, per quelli dismessi, gli edifici che li ospitavano.

Veronica Balocco

MOSSO - A volte anche Facebook sa smettere i suoi panni di strumento ludico e spesso polemico per diventare un mezzo di dialogo. Di confronto (civile). E magari, di chiarimento su vicende che riguardano l’intera collettività.  Lo ha dimostrato nei giorni scorsi, la creatura di Zuckerberg: proprio quando, cogliendo lo spunto di un dibattito sul trasferimento di alcuni criminali psichiatrici nell’ex ospedale, il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo ha colto l’occasione per ribadire la sua intenzione di giocare ancora la carta del trasferimento dell’Alberghiero nei locali del vecchio nosocomio. Un intervento che ha stuzzicato anche il sindaco di Mosso Carlo Grosso, il quale solo qualche tempo fa, tramite le colonne dei giornali locali, aveva levato un grido di dolore per il destino di abbandono cui i vecchi presidi scolastici del suo paese (l’intero ex Pietro Sella e buona parte dell’ex Motta) sembrerebbero condannati, pur essendo perfettamente adeguati anche ad ospitare le classi dell’Alberghiero. Su Facebook, il primo cittadino è tornato alla carica: «La “battaglia di programmazione” va fatta ma non dimentichiamo quello che già c'è - ha scritto Grosso -. Strutture scolastiche vuote o quasi dovute a scelte scellerate fatte in passato. Non ripetiamo gli errori. E iniziamo a valorizzare tutto il territorio biellese, montagna e valli comprese». 

L’appello, questa volta, non è però caduto nel vuoto. In un’atmosfera di dialogo e apertura, il presidente provinciale ha spiegato la posizione dell’ente. «Quando parlo di Alberghiero all'interno dell'ex ospedale - ha chiarito - mi limito a parlare del trasferimento delle attuali classi che già l’Istituto ha a in città: una quindicina per la precisione. Nessuno pensa di eliminare o trasferire l'Istituto dal luogo dove quest'ultimo è nato: in una valle quasi di confine con la provincia di Vercelli si ha l’obbligo morale e sociale di mantenere anche dei presidi di istituti superiori è altresì sono assolutamente convinto che non si possa pensare di accentrare tutti gli istituti superiori in città. Credo che le valli - ha aggiunto - abbiano la dignità, oltre che i presidi, per ospitare istituti superiori come l'Alberghiero e non solo: tant’è che questa politica la metteremo in atto fin dalla prossima programmazione.  Non ci possiamo permettere di perdere complessi ed istituti già realizzati nelle valli, tanto più in un territorio come il nostro che ha bacini di utenza per le superiori decisamente diversificati: insomma, faremmo un errore strategico oltre che un danno alle famiglie se decidessimo di imporre agli studenti di scendere tutti dalle valli verso la città. Quindi mi sento di rassicurare te e tutte le persone che risiedono nelle valli biellesi in tal senso». Parole che hanno «rassicurato» anche il sindaco Grosso, il quale ha già annunciato la sua intenzione di continuare a lottare per difendere i presidi scolastici di valle e, per quelli dismessi, gli edifici che li ospitavano.

Veronica Balocco

 

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