Quei migranti “usati” come manovali nell’ex hotel Coggiola

Quei migranti “usati” come manovali nell’ex hotel Coggiola
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La vicenda è stata sollevata da “Il Giornale” e riguarda da vicino il Biellese. E’ una storia di accoglienza e utilizzo dei migranti per sistemare un nuovo centro, sempre gestito dalla stessa cooperativa che, a partire da aprile, potrebbe andare ad accogliere altri richiedenti asilo. Si tratta degli ospiti dell’ex hotel Colibrì, gestiti dalla coop vercellese Versoprobo che, a quanto testimoniato dal quotidiano, sarebbero stati impiegati per la sistemazione dei locali di un altro storico hotel della città, il Coggiola di via Cottolengo, candidato ad ospitare altri migranti. Un lungo video (nell'immagine un frame), pubblicato sul sito de “Il Giornale”, spiega quanto accaduto. Alcuni ospiti dell’ex Colibrì sono stati utilizzati per lavori all’interno del Coggiola, senza avere alcun contratto. I responsabili della cooperativa, interpellati dal giornalista de “Il Giornale” hanno spiegato che il lavoro era stato fatto in forma volontaria. Cosa che, però, cozzerebbe con le normative che regolamentano il lavoro. I migranti sono stati impiegati per scaricare mattonelle e per ripulire l’ex Coggiola, senza regolare contratto di lavoro. Insomma, una vicenda che fa parecchio discutere.  
«La questione che sta emergendo - sottolineano il consigliere comunale Giacomo Moscarola e Michele Mosca di Lega Nord - ha dell’incredibile e del vergognoso. Una coop sociale che gestisce il centro d’accoglienza all’ex hotel Colibrì pare, secondo quanto riportato da alcuni mezzi di informazione, utilizzi i richiedenti asilo per svolgere lavori edili al fine di sistemare l’ex hotel Coggiola per poter aprire un’altra struttura di accoglienza. Senza entrare nel merito della legalità di tale operazione, ci dobbiamo porre come minimo la questione della moralità: questa cooperativa utilizza di fatto persone mantenute dalla collettività per svolgere gratuitamente lavori all’interno della loro proprietà privata. Da sempre sosteniamo che i richiedenti asilo debbano svolgere dei lavori per restituire almeno in parte quanto la collettività spende per la loro accoglienza ma non certo in questo modo. Lega Nord intende lo svolgimento di lavori socialmente utili come la pulizia dei giardini o piccoli lavoretti utili a vantaggio della comunità, non certo lavori edili per permettere alla cooperativa stessa di utilizzare manodopera a costo zero per lavori atti ad incrementare i loro affari». 
Enzo Panelli 

Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 20 marzo 2017

La vicenda è stata sollevata da “Il Giornale” e riguarda da vicino il Biellese. E’ una storia di accoglienza e utilizzo dei migranti per sistemare un nuovo centro, sempre gestito dalla stessa cooperativa che, a partire da aprile, potrebbe andare ad accogliere altri richiedenti asilo. Si tratta degli ospiti dell’ex hotel Colibrì, gestiti dalla coop vercellese Versoprobo che, a quanto testimoniato dal quotidiano, sarebbero stati impiegati per la sistemazione dei locali di un altro storico hotel della città, il Coggiola di via Cottolengo, candidato ad ospitare altri migranti. Un lungo video (nell'immagine un frame), pubblicato sul sito de “Il Giornale”, spiega quanto accaduto. Alcuni ospiti dell’ex Colibrì sono stati utilizzati per lavori all’interno del Coggiola, senza avere alcun contratto. I responsabili della cooperativa, interpellati dal giornalista de “Il Giornale” hanno spiegato che il lavoro era stato fatto in forma volontaria. Cosa che, però, cozzerebbe con le normative che regolamentano il lavoro. I migranti sono stati impiegati per scaricare mattonelle e per ripulire l’ex Coggiola, senza regolare contratto di lavoro. Insomma, una vicenda che fa parecchio discutere.  
«La questione che sta emergendo - sottolineano il consigliere comunale Giacomo Moscarola e Michele Mosca di Lega Nord - ha dell’incredibile e del vergognoso. Una coop sociale che gestisce il centro d’accoglienza all’ex hotel Colibrì pare, secondo quanto riportato da alcuni mezzi di informazione, utilizzi i richiedenti asilo per svolgere lavori edili al fine di sistemare l’ex hotel Coggiola per poter aprire un’altra struttura di accoglienza. Senza entrare nel merito della legalità di tale operazione, ci dobbiamo porre come minimo la questione della moralità: questa cooperativa utilizza di fatto persone mantenute dalla collettività per svolgere gratuitamente lavori all’interno della loro proprietà privata. Da sempre sosteniamo che i richiedenti asilo debbano svolgere dei lavori per restituire almeno in parte quanto la collettività spende per la loro accoglienza ma non certo in questo modo. Lega Nord intende lo svolgimento di lavori socialmente utili come la pulizia dei giardini o piccoli lavoretti utili a vantaggio della comunità, non certo lavori edili per permettere alla cooperativa stessa di utilizzare manodopera a costo zero per lavori atti ad incrementare i loro affari». 
Enzo Panelli 

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