«Quei 62 animali morti avvelenati»
CAMPIGLIA CERVO - Torna di attualità il tema delle morti di animali a Campiglia Cervo, all’azienda agricola “La Rondanella”, dove in tre anni sono morti ben 32 animali. Deanna Gatta, abitante della Valle Cervo e, tra le altre cose, presidente di Alcase Italia (associazione che si occupa della prevenzione del tumore al polmone), proprio ieri ha diffuso una nota inviata anche al ministero della sanità e ai carabinieri per chiedere un intervento in alta Valle, affinché il fenomeno cessi. Gatta, tra l’altro, cita anche documenti ufficiali dopo le rilevazioni fatte sugli animali deceduti: lama, capre, asini, pecore e maiali. «Si tratta - scrive - di ben 62 creature, morte tra sofferenze indicibili a causa di avvelenamento da rodenticida, come accertato da analisi refertate dalla professoressa Maria Teresa Capucchio, medico veterinario, docente del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino. La stessa relazione conclude che gli animali sono deceduti a seguito di intossicazione cronica, dovuta ad ingestione alimentare contaminata da dicumarolo e metalli/metalloidi, a cui solo una parte di animali è stata in grado di reagire per la presenza di migliori difese organiche o possibile minor assunzione dei principi tossici. Per inciso la citata relazione riporta che tra giugno ed agosto 2013 morivano un becco, una capra femmina e un’asina i quali non venivano sottoposti ad autopsia perché non ritenuto necessario dall’Asl di Biella».
Enzo Panelli
Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 7 novembre 2016
CAMPIGLIA CERVO - Torna di attualità il tema delle morti di animali a Campiglia Cervo, all’azienda agricola “La Rondanella”, dove in tre anni sono morti ben 32 animali. Deanna Gatta, abitante della Valle Cervo e, tra le altre cose, presidente di Alcase Italia (associazione che si occupa della prevenzione del tumore al polmone), proprio ieri ha diffuso una nota inviata anche al ministero della sanità e ai carabinieri per chiedere un intervento in alta Valle, affinché il fenomeno cessi. Gatta, tra l’altro, cita anche documenti ufficiali dopo le rilevazioni fatte sugli animali deceduti: lama, capre, asini, pecore e maiali. «Si tratta - scrive - di ben 62 creature, morte tra sofferenze indicibili a causa di avvelenamento da rodenticida, come accertato da analisi refertate dalla professoressa Maria Teresa Capucchio, medico veterinario, docente del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino. La stessa relazione conclude che gli animali sono deceduti a seguito di intossicazione cronica, dovuta ad ingestione alimentare contaminata da dicumarolo e metalli/metalloidi, a cui solo una parte di animali è stata in grado di reagire per la presenza di migliori difese organiche o possibile minor assunzione dei principi tossici. Per inciso la citata relazione riporta che tra giugno ed agosto 2013 morivano un becco, una capra femmina e un’asina i quali non venivano sottoposti ad autopsia perché non ritenuto necessario dall’Asl di Biella».
Enzo Panelli
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