Province, addio elezioni dirette

Province, addio elezioni dirette
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 Il Governo Monti prosegue l’azione di contenimento dei costi della burocrazia, attraverso una delle misure annunciate nei mesi scorsi: la razionalizzazione delle spese di gestione degli enti territoriali provinciali. Il disegno di legge del Governo, esaminato su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’interno, interviene sulla definizione delle nuove modalità di elezione dei consiglieri provinciali e dei presidenti delle Province. Al sistema elettorale attuale, basato sull’elezione diretta sia del presidente sia del Consiglio provinciale, si sostituisce un sistema proporzionale, fra liste concorrenti. La riforma non prevede nuovi oneri a carico della spesa pubblica. Il risparmio presunto per lo svolgimento delle elezioni è di circa 118mila euro per lo Stato e di circa 120mila euro per le Province.

Cosa cambia.  Gli aspetti essenziali previsti dal disegno di legge sono quattro. Il primo prevede la riduzione del numero massimo di consiglieri provinciali. Per le province con più di 700mila abitanti saranno 16, per quelle con popolazione compresa tra i 300mila e i 700mila saranno 12, mentre per quelle con meno di 300mila abitanti, tra cui dunque quella di Biella,  il numero massimo di consiglieri previsto è di 10. I nuovi limiti sono stati pensati per consentire l’accesso in Consiglio di tutto l’arco di forze politiche, garantendo la rappresentatività di tutte le opinioni e la tutela delle minoranze.

Solo sindaci o consiglieri comunali. Secondo il disegno di legge i candidati al seggio di consigliere provinciale potranno essere solo i sindaci e i consiglieri comunali della provincia interessata. Le “elezioni di secondo grado” riducono i costi. Gli eletti, infatti, mantengono la carica di sindaco o consigliere comunale per tutta la durata del quinquennio provinciale di carica. Le elezioni, inoltre, si svolgeranno in un solo giorno (una domenica che verrà fissata con decreto dal Ministro dell’interno in una data diversa da quella del turno primaverile delle elezioni comunali). Inoltre  il Presidente della Provincia è eletto direttamente dal corpo elettorale composto dai Consiglieri comunali per abbinamento di lista.  Il quarto provvedimento è volto a preservare l’equità di genere tra gli eletti,  e prevede la presenza necessaria di candidati di entrambi i sessi in ciascuna lista, nel rispetto del principio di pari opportunità.

Il Piemonte vuole 4 Province. Dopo la lettera con cui Roberto Cota chiedeva a Monti di passare a quattro province, elette dai cittadini, in Piemonte, scende in campo anche il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta  e vicepresidente nazionale dell'Upi (Unione Province italiane). Intervenendo all’apertura del tesseramento del Pd ha spiegato: «Il progetto bipartisan di riforma degli enti locali proposto per la riduzione del numero delle Province in Piemonte può valere anche per il resto dell'Italia. Le Province hanno la necessità di essere riformate anche perché la loro moltiplicazione ha determinato una conseguente crescita degli uffici periferici dello Stato. Questi vanno ridotti drasticamente, così come vanno eliminati tutti quegli enti nati solo per creare consenso. La nostra - ha concluso Saitta - è una proposta non di conservazione, ma di riforma dello Stato».

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