Prima prova, è l’anno di Calvino

Prima prova, è l’anno di Calvino
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BIELLA - C’è chi esce abbracciando il dizionario. Chi non fa in tempo a lasciare la scuola che viene rincorso dal bidello, e scopre di aver dimenticato il cellulare. Chi, come primo gesto liberatorio, si concede un tiro di sigaretta. Sono volti ancora concentrati, i primi che si sono visti ieri mattina fuori dagli istituti superiori della città, a prova di italiano conclusa. Il passo iniziale di una serie di prove, per la verità, da superare per ottenere il tanto desiderato diploma di maturità.

Il “toto tracce” circolato in Rete in questi giorni è stato loro d’aiuto solo in parte. Perché gli argomenti prescelti, come sempre accade, erano sì prevedibili ma, in certi casi, hanno spiazzato i pronostici. Alcuni hanno avuto più seguito, altri meno. È considerazione comune, però, che l’italiano non spaventa.

Marco Temporin della 5°G lascia il Liceo Scientifico “Avogadro” di Biella dopo aver affrontato il saggio breve «tipologia b - spiega - dell’ambito tecnico-scientifico. Ho approfondito lo sviluppo tecnologico dell’elettronica e dell’informatica, in particolare dei telefonini. Purtroppo i documenti da scegliere erano solo due». Scelta meno ampia che, invece, è piaciuta al suo compagno di classe, Samuele Guerra, anche lui concentratosi sulla “tipologia b”. 

Ha optato, invece, per il tema di attualità Pietro Sari della 5° C dello Scientifico. Traccia ispirata a una citazione estrapolata dal libro di Malala Yousafzai, 18enne studentessa pakistana e premio Nobel per la pace 2014, che ha rischiato di perdere la vita per aver rivendicato il diritto all’educazione anche per le bambine: «Molti dei miei compagni si sono cimentati con la tipologia D, nessuno, che io sappia, con Calvino».

Quale prova spaventa allo Scientifico? Annalisa Graziano della 5° G, che ha steso il saggio breve in ambito artistico-letterario («La letteratura come esperienza di vita»), risponde la seconda prova, in corso proprio questa mattina: quella d’indirizzo, quella per la quale ad attenderli sarà la matematica.

Giovanna Boglietti

Leggi di più sull’Eco di Biella di giovedì 18 giugno 2015

BIELLA - C’è chi esce abbracciando il dizionario. Chi non fa in tempo a lasciare la scuola che viene rincorso dal bidello, e scopre di aver dimenticato il cellulare. Chi, come primo gesto liberatorio, si concede un tiro di sigaretta. Sono volti ancora concentrati, i primi che si sono visti ieri mattina fuori dagli istituti superiori della città, a prova di italiano conclusa. Il passo iniziale di una serie di prove, per la verità, da superare per ottenere il tanto desiderato diploma di maturità.

Il “toto tracce” circolato in Rete in questi giorni è stato loro d’aiuto solo in parte. Perché gli argomenti prescelti, come sempre accade, erano sì prevedibili ma, in certi casi, hanno spiazzato i pronostici. Alcuni hanno avuto più seguito, altri meno. È considerazione comune, però, che l’italiano non spaventa.

Marco Temporin della 5°G lascia il Liceo Scientifico “Avogadro” di Biella dopo aver affrontato il saggio breve «tipologia b - spiega - dell’ambito tecnico-scientifico. Ho approfondito lo sviluppo tecnologico dell’elettronica e dell’informatica, in particolare dei telefonini. Purtroppo i documenti da scegliere erano solo due». Scelta meno ampia che, invece, è piaciuta al suo compagno di classe, Samuele Guerra, anche lui concentratosi sulla “tipologia b”. 

Ha optato, invece, per il tema di attualità Pietro Sari della 5° C dello Scientifico. Traccia ispirata a una citazione estrapolata dal libro di Malala Yousafzai, 18enne studentessa pakistana e premio Nobel per la pace 2014, che ha rischiato di perdere la vita per aver rivendicato il diritto all’educazione anche per le bambine: «Molti dei miei compagni si sono cimentati con la tipologia D, nessuno, che io sappia, con Calvino».

Quale prova spaventa allo Scientifico? Annalisa Graziano della 5° G, che ha steso il saggio breve in ambito artistico-letterario («La letteratura come esperienza di vita»), risponde la seconda prova, in corso proprio questa mattina: quella d’indirizzo, quella per la quale ad attenderli sarà la matematica.

Giovanna Boglietti

Leggi di più sull’Eco di Biella di giovedì 18 giugno 2015

 

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