Presi tre rapinatori di banca
(19 giu) Sono stati arrestati da polizia e carabinieri i due esecutori materiali e il palo-autista della rapina allagenzia di via Martiri a Cossato della Banca Sella, commessa il 15 marzo scorso, che aveva fruttato un bottino di circa cinquemila euro. In carcere sono finiti tre personaggi già noti alle forze dellordine, tutti con alle spalle curriculum giudiziari di tutto rispetto: Romeo Crestani, 65 anni, di Biella, Andrea Porretto, 24 anni, anche lui residente in città, e Antonio Magnifico, 28 anni, di Dorzano, detto Toni, un habitué degli assalti alle agenzie della Sella, già condannato a tre anni per la rapina alla filiale di Mongrando avvenuta a settembre 2002, con bottino di 12 mila euro. Secondo gli agenti della Squadra mobile e i militari del Nucleo investigativo provinciale, cerano loro dietro alle maschere in lattice, di quelle da carnevale, non riconducibili a nessun personaggio, con i taglierini in pugno, a minacciare i quattro impiegati e il cliente presenti in quel momento in banca, tutti poi legati per bene con delle fascette in plastica (di simili ne sono stati trovati nel corso delle recenti perquisizioni) e rinchiusi in bagno. Sono stati arrestati da polizia e carabinieri i due esecutori materiali e il palo-autista della rapina allagenzia di via Martiri a Cossato della Banca Sella, commessa il 15 marzo scorso, che aveva fruttato un bottino di circa cinquemila euro. In carcere sono finiti tre personaggi già noti alle forze dellordine, tutti con alle spalle curriculum giudiziari di tutto rispetto: Romeo Crestani, 65 anni, di Biella, Andrea Porretto, 24 anni, anche lui residente in città, e Antonio Magnifico, 28 anni, di Dorzano, detto Toni, un habitué degli assalti alle agenzie della Sella, già condannato a tre anni per la rapina alla filiale di Mongrando avvenuta a settembre 2002, con bottino di 12 mila euro. Secondo gli agenti della Squadra mobile e i militari del Nucleo investigativo provinciale, cerano loro dietro alle maschere in lattice, di quelle da carnevale, non riconducibili a nessun personaggio, con i taglierini in pugno, a minacciare i quattro impiegati e il cliente presenti in quel momento in banca, tutti poi legati per bene con delle fascette in plastica (di simili ne sono stati trovati nel corso delle recenti perquisizioni) e rinchiusi in bagno.
Linchiesta. E stata unindagine perfetta. Da una serie di coincidenze (a partire dallauto, una Fiat Punto, rubata in stazione a Biella), gli investigatori hanno quasi subito capito davere a che fare con personaggi che conoscevano bene la zona. Così, dalla descrizione morfologica dei banditi, dalle testimonianze, dal modus operandi e dalle tracce trovate nellabitacolo dellauto utilizzata per la fuga, dalla scrematura tra i personaggi noti col vizio della rapina nei loro trascorsi, lattenzione si è ben presto rivolta verso i tre.
La foto di uno di loro scattata pochi giorni prima del colpo mentre era intento ad acquistare un paio di maschere da carnevale in lattice in un negozio di Torino, ha dato la certezza agli inquirenti daver imboccato la strada giusta. Sono cominciati i pedinamenti e le intercettazioni telefoniche. Lobiettivo era uno solo: trovare prove a sufficienza per avere conferma del loro coinvolgimento nella rapina e chiederne larresto. I tre hanno attirato lattenzione anche per il fatto che erano soliti girovagare in auto, in apparenza senza meta, soprattutto nelle giornate di pioggia in quanto uno di loro era disoccupato mentre gli altri due erano occupati in qualità di giardinieri in un centro sportivo, impegnati quindi col bel tempo e liberi nelle giornate uggiose.
La conferma definitiva, gli investigatori lhanno avuta dopo che, con uno stratagemma, sono riusciti a piazzare nellauto di uno degli indagati una cimice, una minuscola microspia ambientale, in grado di captare dialoghi e di trasmetterli a un ricevitore. Sono così emersi giorno, ora, obiettivo del colpo che i tre avevano intenzione di commettere. Ma anche riferimenti alla precedente rapina modello Point Break (il celebre film a stelle e strisce nel quale i banditi utilizzavano per camuffarsi le maschere in lattice di quattro ex presidenti degli Stati Uniti).
Il blitz. Quando il terzetto ha rubato una Punto a Novara, si è capito che unaltra rapina era nellaria. Polizia e carabinieri potevano aspettare, prendere i rapinatori con le mani nel sacco. Ma il buon senso ha prevalso: meglio bloccarli subito, contestando loro la rapina di Cossato, che aspettare e rischiare che qualcuno potesse farsi male. Il giudice delle indagini preliminari, Paola Rava, ha firmato in un amen lordine di arresto dei tre richiesto dal procuratore Giorgio Reposo. Poche ore dopo, compatti come non mai, pronti a scambiarsi informazioni per il bene comune, polizia e carabinieri hanno fatto irruzione nelle abitazioni dei tre e li hanno arrestati.
19 giugno 2011