Premi in denaro a 3 Unioni di Comuni

Premi in denaro a 3 Unioni di Comuni
Pubblicato:
Aggiornato:

Prima della classe, in terra biellese, l’Unione dei Comuni Colline e rive del Cervo (che unisce i paesi di Mottalciata, Cerreto Castello e Quaregna). A lei è andato il sesto posto in graduatoria regionale e un premio di 140mila euro. Ma non hanno sfigurato neppure le altre biellesi premiate: l’Unione dei Comuni tra Baraggia e Bramaterra  (13° posto), che comprende  Gifflenga, Castelletto Cervo e Villa del Bosco, oltre a Balocco, Buronzo e Carisio, e cui sono andati 115mila euro e l’Unione montana Valle Elvo (43°), con un premio di 25mila euro. E’ il bilancio di quanto ottenuto dalla provincia di Biella nell’ambito delle erogazioni (per un totale di 4,7 milioni di euro) effettuate dalla Regione  quale premio agli enti locali sovracomunali che meglio hanno gestito, nel corso del 2016, le “funzioni fondamentali” con univoche strategie di collaborazione, come previsto dalla legge.
L’assegnazione delle risorse (statali e regionali insieme, grazie al bando chiuso a novembre 2016) ha avuto luogo nei giorni scorsi, in base ad una graduatoria che vede finanziate 79 Unioni di Comuni e Unioni montane di Comuni in tutto il Piemonte.  «Questi enti - chiarisce Lido Riba, presidente Uncem Piemonte - come già nel 2015 e nel 2014, hanno dimostrato la grande capacità di lavorare insieme, unendo le funzioni fondamentali, e anche il personale dei Comuni, in una dimensione sovracomunale, dai trasporti alla gestione amministrativa e contabile degli enti, dalla polizia municipale alla protezione civile, passando per scuola, urbanistica ed edilizia, statistica, socio assistenziale. Un lavoro certamente complesso, che lo Stato ha scelto di incentivare con contributi regionalizzati. Il Piemonte ha fatto positivamente la sua parte, aggiungendo risorse del proprio bilancio. Incentivare le gestioni associate vuol dire puntare su una sostanziale riorganizzazione degli Enti locali, con i piccoli Comuni che imparano sempre di più a lavorare insieme, in un ambito più vasto, migliorando i servizi ai cittadini, creando interazione tra enti che fino a ieri non dialogavano e tra amministratori non sempre abituati al confronto e allo scambio di progettualità, idee, sistemi di lavoro. Il Piemonte sta facendo grandi passi in avanti».
«I risultati di oggi - evidenzia ancora il presidente Uncem - derivano da trent'anni di storia e maturazione delle Comunità montane. Non eravamo d'accordo con la legge del 2012 che le ha smontate, ma abbiamo con molti sindaci creduto nel cambiamento sancito poi anche dalla legge nazionale, due anni dopo. Così in Piemonte sono nate 56 Unioni montane di Comuni e altrettante Unioni nei territori collinari e di pianura. Aggregano e fanno scuola in Italia, vista la presenza di un gran numero di piccoli Comuni. Regioni come il Lazio partono solo oggi nella riorganizzazione e ci prendono come modello. Non abbiamo mai creduto nella necessità di rinvii degli obblighi di associazionismo né alle punizioni con commissari verso i Comuni inadempienti. Uncem ha sostenuto passo passo i sindaci nel percorso, non certo oggi completato. Abbiamo molto da fare nello spiegare il valore di lavorare insieme, di unire il personale, di rinnovare i sistemi informativi mettendoli in comunicazione, di rinunciare talvolta a pezzi della propria sovranità per accogliere progetti e proposte dei Comuni vicini. Un percorso virtuoso che ci allinea all'Europa, dove per i 36mila Comuni francesi e per i 24mila tedeschi lavorare insieme è molto più di una necessità o di un obbligo. È il vettore del futuro stesso degli enti locali, di migliori servizi ai cittadini, alle imprese, alla pubblica amministrazione».
V.B.

Prima della classe, in terra biellese, l’Unione dei Comuni Colline e rive del Cervo (che unisce i paesi di Mottalciata, Cerreto Castello e Quaregna). A lei è andato il sesto posto in graduatoria regionale e un premio di 140mila euro. Ma non hanno sfigurato neppure le altre biellesi premiate: l’Unione dei Comuni tra Baraggia e Bramaterra  (13° posto), che comprende  Gifflenga, Castelletto Cervo e Villa del Bosco, oltre a Balocco, Buronzo e Carisio, e cui sono andati 115mila euro e l’Unione montana Valle Elvo (43°), con un premio di 25mila euro. E’ il bilancio di quanto ottenuto dalla provincia di Biella nell’ambito delle erogazioni (per un totale di 4,7 milioni di euro) effettuate dalla Regione  quale premio agli enti locali sovracomunali che meglio hanno gestito, nel corso del 2016, le “funzioni fondamentali” con univoche strategie di collaborazione, come previsto dalla legge.
L’assegnazione delle risorse (statali e regionali insieme, grazie al bando chiuso a novembre 2016) ha avuto luogo nei giorni scorsi, in base ad una graduatoria che vede finanziate 79 Unioni di Comuni e Unioni montane di Comuni in tutto il Piemonte.  «Questi enti - chiarisce Lido Riba, presidente Uncem Piemonte - come già nel 2015 e nel 2014, hanno dimostrato la grande capacità di lavorare insieme, unendo le funzioni fondamentali, e anche il personale dei Comuni, in una dimensione sovracomunale, dai trasporti alla gestione amministrativa e contabile degli enti, dalla polizia municipale alla protezione civile, passando per scuola, urbanistica ed edilizia, statistica, socio assistenziale. Un lavoro certamente complesso, che lo Stato ha scelto di incentivare con contributi regionalizzati. Il Piemonte ha fatto positivamente la sua parte, aggiungendo risorse del proprio bilancio. Incentivare le gestioni associate vuol dire puntare su una sostanziale riorganizzazione degli Enti locali, con i piccoli Comuni che imparano sempre di più a lavorare insieme, in un ambito più vasto, migliorando i servizi ai cittadini, creando interazione tra enti che fino a ieri non dialogavano e tra amministratori non sempre abituati al confronto e allo scambio di progettualità, idee, sistemi di lavoro. Il Piemonte sta facendo grandi passi in avanti».
«I risultati di oggi - evidenzia ancora il presidente Uncem - derivano da trent'anni di storia e maturazione delle Comunità montane. Non eravamo d'accordo con la legge del 2012 che le ha smontate, ma abbiamo con molti sindaci creduto nel cambiamento sancito poi anche dalla legge nazionale, due anni dopo. Così in Piemonte sono nate 56 Unioni montane di Comuni e altrettante Unioni nei territori collinari e di pianura. Aggregano e fanno scuola in Italia, vista la presenza di un gran numero di piccoli Comuni. Regioni come il Lazio partono solo oggi nella riorganizzazione e ci prendono come modello. Non abbiamo mai creduto nella necessità di rinvii degli obblighi di associazionismo né alle punizioni con commissari verso i Comuni inadempienti. Uncem ha sostenuto passo passo i sindaci nel percorso, non certo oggi completato. Abbiamo molto da fare nello spiegare il valore di lavorare insieme, di unire il personale, di rinnovare i sistemi informativi mettendoli in comunicazione, di rinunciare talvolta a pezzi della propria sovranità per accogliere progetti e proposte dei Comuni vicini. Un percorso virtuoso che ci allinea all'Europa, dove per i 36mila Comuni francesi e per i 24mila tedeschi lavorare insieme è molto più di una necessità o di un obbligo. È il vettore del futuro stesso degli enti locali, di migliori servizi ai cittadini, alle imprese, alla pubblica amministrazione».
V.B.

Seguici sui nostri canali