Poste, sospeso il piano “a giorni alterni”

Poste, sospeso il piano “a giorni alterni”
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Pare esserci una svolta nella vicenda che da tempo desta le preoccupazioni dei piccoli e piccolissimi centri, in particolare montani, ai quali Poste Italiane aveva garantito, per il prossimo anno, la consegna solo a giorni alterni. Dopo la mobilitazione dei parlamentari aderenti all'Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, di numerosi Comuni montani, dell'Uncem e dei settimanali cattolici contro il nuovo piano di distribuzione della corrispondenza a giorni alterni nei centri più piccoli e nelle aree montane, interviene infatti Palazzo Chigi stoppando Poste Italiane. A comunicarlo è lo stesso Uncem, Unione degli enti montani, il quale  spiega che è stato «rimandato il via a dopo la fine dell'anno e solo a seguito di una verifica sui volumi reali di corrispondenza che dovrà essere effettuata dall'Autorità Garante delle Comunicazione, con l'obiettivo di evitare disservizi e diminuzione della qualità».

Pare esserci una svolta nella vicenda che da tempo desta le preoccupazioni dei piccoli e piccolissimi centri, in particolare montani, ai quali Poste Italiane aveva garantito, per il prossimo anno, la consegna solo a giorni alterni. Dopo la mobilitazione dei parlamentari aderenti all'Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, di numerosi Comuni montani, dell'Uncem e dei settimanali cattolici contro il nuovo piano di distribuzione della corrispondenza a giorni alterni nei centri più piccoli e nelle aree montane, interviene infatti Palazzo Chigi stoppando Poste Italiane. A comunicarlo è lo stesso Uncem, Unione degli enti montani, il quale  spiega che è stato «rimandato il via a dopo la fine dell'anno e solo a seguito di una verifica sui volumi reali di corrispondenza che dovrà essere effettuata dall'Autorità Garante delle Comunicazione, con l'obiettivo di evitare disservizi e diminuzione della qualità».

Si tratta, in particolare, del risultato dell'intervento di giovedì sera del Governo, a fronte della richiesta di una presa di posizione da parte dei Deputati dell'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e di numerosi sindaci italiani, e sulla scorta di proteste arrivare nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali e anche i 190 giornali aderenti alla Fisc, Federazione italiana settimanali cattolici. «L'importante comunicazione di Palazzo Chigi - spiega Enrico Borghi, presidente dell'Intergruppo per lo Sviluppo della Montagna e presidente nazionale Uncem - conferma che avevamo ragione quando abbiamo denunciato che il nuovo piano di distribuzione dei Poste andava a creare diversi livelli di cittadinanza, penalizzando fortemente chi vive nelle zone rurali e montane. Sarebbe aumentato il divario con chi abita nei centri urbani, dove addirittura la corrispondenza, lettere e giornali, sarebbero arrivati due volte al giorno. Con questa sospensione decisa dal governo, si aprono le prospettive per garantire, dentro il quadro di sbarco in Borsa dell'azienda, quel diritto di cittadinanza fondamentale sancito dalla Costituzione, che esprime l'uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, previsto anche dalle norme recenti contenute negli accordi con Poste e nel Servizi postale universale. Tornare indietro rispetto a questi diritti comprometterebbero coesione e sussidiarietà che sono per noi, nel nostro Paese, fondamentali». «Uncem sta compiendo un percorso di lavoro con Poste - aggiunge Lido Riba, presidente Uncem Piemonte - per evitare nuovi tagli di uffici e riduzioni di orari. Purtroppo in molti piccoli centri montani la corrispondenza viene consegnata a giorni alterni, con gravi conseguenze per gli utenti. Chiederemo agli amministratori comunali di segnalarci disfunzioni e criticità che faremo arrivare sul tavolo della direzione nord ovest di Poste».

Secondo quanto era previsto dal nuovo piano di distribuzione presentato da Poste Italiane al Governo, nei Comuni con meno di 5mila abitanti (con distanza media tra i numeri civici superiore a 50 metri e numero medio di utenti per civico inferiore a 3) la consegna della posta sarebbe prevista a giorni alterni (cinque giorni su 15), ovvero in pratica meno di dieci volte al mese. Una botta estremamente pesante per il territorio biellese, reduce già dalla chiusura degli uffici minori di Cossato, Crocemosso, Pratriveo, Oropa, Piazzo, Vigliano piazza Roma, e dall’istituzione di un’apertura ridotta (3 giorni a settimana) per gli uffici di Borriana, Cerreto, Curino, Donato, Mezzana, Ronco,  Soprana, Sostegno, Zumaglia e Vaglio. Nel solo biellese, colpiti dal nuovo piano - se fosse attuato - potrebbero essere una settantina di Conuni, soprattutto in territori montani.

Veronica Balocco

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