Pistolesa, un museo sul ponte?

Pistolesa, un museo sul ponte?
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Un po’ per soldi, un po’ per turismo, sicuramente utile in chiave preventiva contro i tentativi di suicidi di chi sceglie il ponte della Pistolesa. Nelle scorse settimane la società “Exploring Outdoor” ha presentato in Provincia di Biella un documento di 45 pagine nel quale vengono avanzate una serie di proposte per rendere il ponte della Pistolesa, o “Colosso”, un’attrazione turistica: fotografie, studi, tesi e impegni finanziari da parte dei titolari del “Bungee Center” e del “Parco Avventura”. Il documento è piaciuto agli amministratori pubblici, compresi quelli comunali. Ma il vero nemico, in questo periodo, sono i soldi, che pare non ci siano da nessuna parte. Di sicuro non nelle casse provinciali.
 
Le idee. Primo: una palestra di arrampicata, da realizzarsi lungo le colonne del ponte; un’idea già realizzata in altre località italiane. Secondo: mega teleferica. Terzo: nuova illuminazione. Quarto: cartelli illustrativi. Quinto: webcam dal ponte. E non finisce qui, in abbondanza: realizzazione di un bar-tavola calda e pure di un impianto eolico. Il tutto per rendere l’area un vero e proprio museo a cielo aperto tra sport, turismo (legato alle attività di montagna) e storia/cultura locale. Semplice la filosofia di fondo dell’operazione: trasformare il ponte della Pistolese da “ecomostro” per via dei suicidi consumati a luogo d’interesse e d’attrazione. E quindi qualcuno parla di un concorso di idee (nelle scuole?) per un nome al ponte così come la creazione di un logo che parli del sito e delle sue attività. Insomma rendere l’area della Pistolesa, tra ponte, parco avventure e altri itinerari collegabili, un luogo. Identificabile anche fuori dai confini biellesi per attività ludico/sportive e per bellezze naturali. Il che avrebbe pure l’innegabile finalità di rendere l’enorme struttura maggiormente presidiata, perché teatro di passaggi, di visite, di lavori e di attività varie. Il tutto non sarebbe certo la soluzione al dramma sociale e umano delle persone che decidono di suicidarsi, ma certamente offrirebbe un luogo in meno a tante persone disperate e attratte dal gigante di cemento.

Qui Provincia. «Stiamo valutando il tutto - spiega l’assessore provinciale al turismo Mariella Biollino -. La prima impressione è buona, anche se poi ogni aspetto va valutato in modo attento e tenendo conto di molti fattori. Tuttavia il vero guaio sono i soldi. Pochi, da parte nostra. Detto ciò nessun problema a confrontarci per realizzare sinergie turistiche per il territorio».
 
L’azienda. Per nulla stupito dei conti pubblici Michele Morganti, della “Exploring Outdoor”: «E’ da tempo una dolente nota il doversi confrontare con i pochi soldi degli enti locali. Noi da anni facciamo tutto da soli, con risultati eccellenti a livello nazionale e non solo. I numeri dei visitatori sono in continua crescita. Abbiamo depositato il nostro progetto e siamo pronti a parlarne e, soprattutto, a fare la nostra parte. Futuro? Siamo per collaborare, anche in assenza di grandi disponibilità economiche. Proposte? Noi mettiamo pannelli illustrativi nell’area del ponte e la Provincia mette un cartello all’uscita autostradale di Carisio e di Santhià dove si indica che a Veglio si possono fare una serie di attività sportive... E’ una forma di sinergia realizzabile, a basso costo. Siamo convinti che il ponte sia un sito interessate per una centrale eolica. Ma servono studi e, eventualmente, realizzarla comporta un impegno per noi eccessivo. Saremmo comunque già contenti che almeno su progetti non particolarmente onerosi e facilmente realizzabili ci si possa mettere d’accordo. Lo sviluppo turistico dell’area del ponte, quindi, anche dei paesi vicini, è nell’interesse di tutti».

Il Comune. «Conosco il progetto e l’approvo - spiega Marco Pichetto, sindaco di Veglio -. Se la Provincia è in difficoltà, figuriamoci noi che siamo tanto piccoli. Tuttavia di fronte a ipotesi di buon senso di possono trovare forme di aiuto. Noi vogliamo certamente esserci. Perché tutto quanto renda l’area attraente, motivo di presenze turistiche e in qualche modo deterrente per persone intenzionate a suicidarsi, ci vede pronti ad impegnarci da subito».

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