Una centrale per lo sviluppo

Una centrale per lo sviluppo
Pubblicato:
Aggiornato:

(11 mar) Una centrale a cippato per produrre energia pulita, dare posti di lavoro e tutelare l’ambiente. E’ il progetto più ambizioso del presidente della Comunità montana Valle Cervo, Maurizio Piatti. Progetto che pare a buon punto.

Il contesto. «La valle è ricca di boschi che nella quasi totalità non sono sfruttati. Come invertire questa tendenza? Da tempo se ne parla ma fino ad oggi nulla si era mosso perché non esistevano le opportunità economiche, politiche e pratiche per cercare di smuovere qualcosa. Oggi queste opportunità sono a portata di mano! Mi riferisco al progetto che C. M. insieme alla Regione sta attivando per la nascita di una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata con biomasse - spiega Piatti, anche sindaco di San Paolo -. In parole povere produrre energia pulita proveniente da fonti alternative attraverso un processo (si chiama pirogassificazione) che trasforma il cippato del legno in gas, bruciando il quale si produce calore che fa girare una turbina che produce energia. Il progetto che ci coinvolge fa parte di una serie di otti progetti pilota che la regione Piemonte insieme all’Istituto per le piante da legno e l’ambiente di Torino e all’Uncem ha avviato dal giugno scorso».
Una centrale a cippato per produrre energia pulita, dare posti di lavoro e tutelare l’ambiente. E’ il progetto più ambizioso del presidente della Comunità montana Valle Cervo, Maurizio Piatti. Progetto che pare a buon punto.

Il contesto. «La valle è ricca di boschi che nella quasi totalità non sono sfruttati. Come invertire questa tendenza? Da tempo se ne parla ma fino ad oggi nulla si era mosso perché non esistevano le opportunità economiche, politiche e pratiche per cercare di smuovere qualcosa. Oggi queste opportunità sono a portata di mano! Mi riferisco al progetto che C. M. insieme alla Regione sta attivando per la nascita di una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata con biomasse - spiega Piatti, anche sindaco di San Paolo -. In parole povere produrre energia pulita proveniente da fonti alternative attraverso un processo (si chiama pirogassificazione) che trasforma il cippato del legno in gas, bruciando il quale si produce calore che fa girare una turbina che produce energia. Il progetto che ci coinvolge fa parte di una serie di otti progetti pilota che la regione Piemonte insieme all’Istituto per le piante da legno e l’ambiente di Torino e all’Uncem ha avviato dal giugno scorso».

Selezione. «Il fatto di essere stati scelti tra questi 8 progetti, è un fatto importante e motivo di orgoglio - aggiunge -. In pratica il progetto, allo stato attuale, perché ogni giorno si evolve, prevede lo sfruttamento dei boschi della valle attraverso piani di taglio mirati ed ecosostenibili a garanzia del territorio e della bio diversità dell’ecosistema valligiano, il tutto in una ottica di “filiera corta” vale a dire che dal bosco al sito di produzione (centralina) passano pochi chilometri. Oggi alcune di queste centraline funzionano con cippato proveniente dall’est europeo, Romania, Ucraina, con evidente inquinamento e spreco di risorse dovuti al trasporto. In questo modo ci poniamo più obiettivi: migliorare l’ambiente attraverso lo sfruttamento sostenibile del bosco garantito dall’Ente pubblico, C. M., Regione e Ipla; creare posti di lavoro (più di trenta); produrre energia pulita; mettere in moto meccanismi che dimostrino come la montagna non è perdente ma anzi con politiche ed azioni adeguate può essere fonte di ricchezza e di sviluppo attraverso le materie prime: acqua, foreste, forza di gravità, riciclo del CO2».

Sogno o realtà? «Sembra un sogno ed invece è realtà. Si partirà dalle proprietà pubbliche dei vari comuni, in particolare dell’alta valle e Tavigliano ma occorrerà coinvolgere i già esistenti consorzi come quelli di Riabella, Piedicavallo, Pessine, Onegli. Poi man mano tutti i privati che lo vorranno. Sono conscio della difficoltà dell’operazione, così come sono conscio che la cosa più complicata sarà convincere i privati a partecipare ed organizzare poi il vero e proprio sistema di lavoro, sono però altrettanto convinto che l’opportunità che ci viene posta è da cogliere in pieno».

Opportunità. «Nella centralina a biogas oltre che produrre energia si produce anche una gran quantità di calore che potrà essere sfruttato per fare all’interno del sito delle altre lavorazioni inerenti il legno; produzione di pellet, produzione di elementi edilizi per la bio architettura, produzione di concimi per l’agricoltura con le ceneri, in modo che tutto venga sfruttato pienamente e nulla vada sprecato. Insomma, un progetto completo ed avveniristico che proietterà la Valle Cervo all’avanguardia, infatti le sue caratteristiche lo porranno come primo esempio in Italia di filiera corta. Ecco perché Regione e Ipla hanno grande interesse per la sua realizzazione e le probabilità di finanziamento e di attuazione sono concrete». Nella foto Maurizio Piatti

Seguici sui nostri canali