Pianoforte al Mucrone LA FOTOGALLERY

Pianoforte al Mucrone<BR> LA FOTOGALLERY
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“Il pianista sull’oceano” è Tim Roth in un bel film del 1998 diretto da Giuseppe Tornatore, “il pianista sul lago” è stato sabato, per una serata surreale e suggestiva, il maestro Filippo Binaghi che si è esibito nell’ambito del suo progetto “Wild Piano” su di un’isola galleggiante posta al centro del lago del Mucrone.

Cornice suggestiva. Nell’anfiteatro naturale formato dalle pendici del Mucrone, tra la parete nord-est e la Bocchetta, con lo scheletro della stazione dell’Anticima sulla testa, i molti spettatori (code sia in salita che in discesa alla funivia si registrano poche volte all’anno) assiepati sulle rive hanno ascoltato le note che salivano dal pianoforte a coda, con acustica pressoché perfetta degna di un teatro greco, mentre il sole, sbucato tra le nubi dopo un pomeriggio che prometteva temporali, si avviava al tramonto.

Il programma. Tra Mozart, Beethoven, Mahler ed improvvisazioni nate sul momento, il trentaduenne maestro Binaghi, accompagnato da un cagnolino accucciato sotto il pianoforte, ha regalato un’ora e mezza di emozioni rese uniche dalla location, confermando appieno la bontà di un progetto musicale: «Che vuole stravolgere la canonica ubicazione di un concerto pianistico – spiega Binaghi, che ha tratto ispirazione dal libro di Jon Kracauer Into the wild e che tra le sue “sedi particolari” può vantare i 4.000 metri del Plateau Rosa e i -200 di una cava di marmo -. Sfidare la natura e allo stesso tempo inserirsi in essa. Sfidarla poiché trasportare un pianoforte di 2 metri pesante 350 chilogrammi sulle rive di un lago di montagna non è semplice. Inserirsi poiché le performance vogliono essere in comunione con ciò che circonda la scena traendo ispirazione dal posto. Suonare in questo lago è stato molto più bello di quanto potessi immaginare. La prossima settimana sarò sul Monte Bianco, ma l’ambizione è estendere il progetto “pianoforte selvaggio” a tutta l’Europa».

Grande soddisfazione. Decisamente soddisfatto il presidente della Fondazione funivie Giovanni D’Adamo: «Era un esperimento e devo dire che è perfettamente riuscito. Molto pubblico, ma credo che se il meteo non fosse stato incerto nel pomeriggio ce ne sarebbe stato anche di più. Questa è la dimostrazione delle grandi potenzialità che ha quest’area».

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