Pesticidi in acqua, alte concentrazioni
I pesticidi, presenti sia nelle acque superficiali che sotterranee, a Biella sono tra i più presenti. Lo ha rivelato un esame che ha riguardato 54 capoluoghi per un totale di 160 punti di monitoraggio. Nei campioni che superano i limiti sono spesso presenti miscele di sostanze, fino a un massimo di 34, e tra queste le più ricorrenti sono l’insetticida imidacloprid e l’erbicida glifosate (cercato solo in Lombardia e Toscana). Nelle acque superficiali, campioni contaminati sono stati segnalati in punti di monitoraggio di Biella, Como, Lecco, Milano, Cremona (2), Bergamo, Brescia, Pavia, Mantova, Parma, Ravenna, Pistoia (3), Pisa, Arezzo e Rieti, mentre per quelle sotterranee a Vercelli, Novara, Milano (ben 11 stazioni), Brescia (3), Pordenone (3), Ferrara (2), Chieti e Ragusa (5).
Proprio per questo motivo Legambiente ha inviato una lettera a tutti i sindaci del biellese per «abolire l'utilizzo di prodotti chimici ad azione erbicida, fungicida, insetticida e acaricida al fine di tutelare la salute pubblica» alla vigilia della consueta “guerra alle erbacce” portata avanti in tanti centri urbani, lungo le ferrovie e le strade extraurbane con l'arrivo della primavera. «Una battaglia spesso esagerata, a base di prodotti chimici contenenti spesso sostanze potenzialmente cancerogene - sottolineano da Legambiente -. La loro pericolosità riguarda in primo luogo gli operatori che effettuano il diserbo, ma non solo: gli effetti dannosi si ripercuotono fortemente sulla salute dei cittadini, della fauna locale e degli ambienti acquatici, dal momento che le sostanze irrorate vengono dilavate dalla pioggia e finiscono nei corsi d’acqua».
«Ci rivolgiamo ai sindaci, in qualità di primi responsabili della salute pubblica, perché mettano fine all’uso di erbicidi, una consuetudine così pericolosa e al tempo stesso diffusa sul nostro territorio - dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. Una buona gestione del verde urbano, con un'attenzione alla salute umana e all'ambiente, è possibile ricorrendo a mezzi meccanici, per lo sfalcio delle strade, e con l'utilizzo della lotta biologica e dei principi attivi permessi in agricoltura biologica, per difendere le piante da parassiti, patogeni e infestanti. Il ricorso a pratiche più sostenibili è tra l’altro previsto dalle linee guida europee adottate su scala nazionale e regionale».
L’invito di Legambiente è quello di procedere ad una revisione dei piani comunali di gestione del verde urbano adottando le “Linee di Indirizzo regionali per l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e nelle aree agricole ad esse adiacenti” approvate dalla Regione Piemonte il 20 giugno 2016 in attuazione al Piano d’Azione Nazionale.
Enzo Panelli
I pesticidi, presenti sia nelle acque superficiali che sotterranee, a Biella sono tra i più presenti. Lo ha rivelato un esame che ha riguardato 54 capoluoghi per un totale di 160 punti di monitoraggio. Nei campioni che superano i limiti sono spesso presenti miscele di sostanze, fino a un massimo di 34, e tra queste le più ricorrenti sono l’insetticida imidacloprid e l’erbicida glifosate (cercato solo in Lombardia e Toscana). Nelle acque superficiali, campioni contaminati sono stati segnalati in punti di monitoraggio di Biella, Como, Lecco, Milano, Cremona (2), Bergamo, Brescia, Pavia, Mantova, Parma, Ravenna, Pistoia (3), Pisa, Arezzo e Rieti, mentre per quelle sotterranee a Vercelli, Novara, Milano (ben 11 stazioni), Brescia (3), Pordenone (3), Ferrara (2), Chieti e Ragusa (5).
Proprio per questo motivo Legambiente ha inviato una lettera a tutti i sindaci del biellese per «abolire l'utilizzo di prodotti chimici ad azione erbicida, fungicida, insetticida e acaricida al fine di tutelare la salute pubblica» alla vigilia della consueta “guerra alle erbacce” portata avanti in tanti centri urbani, lungo le ferrovie e le strade extraurbane con l'arrivo della primavera. «Una battaglia spesso esagerata, a base di prodotti chimici contenenti spesso sostanze potenzialmente cancerogene - sottolineano da Legambiente -. La loro pericolosità riguarda in primo luogo gli operatori che effettuano il diserbo, ma non solo: gli effetti dannosi si ripercuotono fortemente sulla salute dei cittadini, della fauna locale e degli ambienti acquatici, dal momento che le sostanze irrorate vengono dilavate dalla pioggia e finiscono nei corsi d’acqua».
«Ci rivolgiamo ai sindaci, in qualità di primi responsabili della salute pubblica, perché mettano fine all’uso di erbicidi, una consuetudine così pericolosa e al tempo stesso diffusa sul nostro territorio - dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. Una buona gestione del verde urbano, con un'attenzione alla salute umana e all'ambiente, è possibile ricorrendo a mezzi meccanici, per lo sfalcio delle strade, e con l'utilizzo della lotta biologica e dei principi attivi permessi in agricoltura biologica, per difendere le piante da parassiti, patogeni e infestanti. Il ricorso a pratiche più sostenibili è tra l’altro previsto dalle linee guida europee adottate su scala nazionale e regionale».
L’invito di Legambiente è quello di procedere ad una revisione dei piani comunali di gestione del verde urbano adottando le “Linee di Indirizzo regionali per l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e nelle aree agricole ad esse adiacenti” approvate dalla Regione Piemonte il 20 giugno 2016 in attuazione al Piano d’Azione Nazionale.
Enzo Panelli