Alla fine non ce l’ha più fatta a reggere il peso di quella situazione e ha confessato tutto. Nonostante il consiglio del suo legale di avvalersi della facoltà di non rispondere, ha raccontato agli agenti della squadra mobile della questura di Biella di aver soffocato la piccola Alice, sua figlia, data alla luce nella notte tra lunedì e martedì in una casa di Castelletto Cervo. A spingere all’estremo gesto una madre di 38 anni ci sarebbero state motivazioni legate alla situazione famigliare, soprattutto economica, di quella famiglia composta dalla donna, operaia tessile da qualche mese in cassa integrazione, il marito, di 43 anni, assunto in una fonderia, e tre figli di 10, 12 e 14 anni, da crescere. Sulle indagini la procura di Biella mantiene il più stretto riserbo nel tentativo di ricostruire quanto successo in quella casa di cascina Olivetta.
Secondo una prima sommaria ricostruzione dei fatti pare che nella notte tra lunedì e martedì, intorno alle 4 del mattino, la giovane donna abbia dato alla luce la sua quarta figlia, chiamata poi Alice. I medici e il personale del 118, immediatamente intervenuto dopo aver ricevuto la richiesta di soccorso, hanno trovato la donna in una pozza di sangue, insieme a suo marito e ai figli. A terra c’era la neonata, in arresto cardio-respiratorio. I tentativi di rianimarla, prima in loco, poi all’ospedale di Biella, sono purtroppo risultati vani. Per Alice non c’è stato più nulla da fare. Dagli accertamenti da parte della squadra mobile della Questura di Biella è emerso subito un particolare sconvolgente. La donna aveva tenuto segreta la gravidanza fino all’ultimo, sia al marito sia ai vicini di casa che non sapevano nulla di quella bambina che portava in grembo. Il giorno dopo il parto, messa alle strette dalla polizia la madre 38enne è crollata e ha raccontato la sua verità.
Ieri il procuratore Giorgio Reposo ha diretto il primo interrogatorio con la madre, assistita dall’avvocato Franco Giardino Roch. Interrogatorio in cui sarebbero emerse le responsabilità della donna, ora accusata di infanticidio. Molto probabilmente sarà ora ordinata una perizia psichiatrica per sapere lo stato di salute mentale della mamma che dopo il colloquio con il procuratore è stata nuovamente accompagnata in ospedale. Sentito in separata sede anche il marito della donna, assistito dai legali Domenico Duso e Marco Graziola. Lui dovrà invece rispondere di concorso per non aver impedito alla moglie di compiere quel tragico gesto.
Non è la prima volta che la donna sale alla ribalta delle cronache. Nel novembre del 1998 aveva infatti abbandonato il terzo figlio, anch’egli appena nato e partorito in casa, nei pressi della chiesetta abbandonata che si trova a poca distanza da Cascina Olivetta. A ritrovarlo, per fortuna in tempo, era stata una vicina di casa. Il bimbo era poi stato affidato nuovamente alla coppia.
Enzo Panelli
panelli@primabiella.it
10 settembre 2009
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