Parco della Burcina, il “mistero” delle antenne
BIELLA - Cosa ci fanno due antenne sulla cima di un parco, in uno dei punti più panoramici del Biellese? Se lo chiedono in tanti, da anni, e se lo è chiesto anche il nuovo Ente di Gestione del parco, entrato in carica all’inizio dello scorso anno. Racconta il consigliere Alessandro Ramella Pralungo: «Al momento non ho trovato risposte: nessuno sembrava sapere a quale titolo e perché quelle strutture, così invasive e fuori luogo, si trovassero lì. Eppure, accanto all’antenna, il cellulare rileva la presenza di una gran quantità di reti: segno che viene ampiamente utilizzata da operatori commerciali. Così abbiamo deciso di vederci chiaro: insieme ai guardiaparco, abbiamo formato una squadra e abbiamo iniziato a chiedere, a frugare negli archivi, a cercare una spiegazione a questo piccolo mistero. E alla fine abbiamo trovato una cartella che conteneva tutta la storia». E si tratta di una lunga storia dai contorni davvero poco chiari.
Tutto inizia nel 1990, quando il Comune di Biella chiede e ottiene dalla Regione Piemonte l’autorizzazione a collocare nel parco un’antenna, da utilizzare come ponte radio per la Polizia Municipale. Da quel momento, addirittura due antenne vengono posizionate, gestite e utilizzate da un’azienda privata, la Silbo srl di Gaglianico, per servizi di pubblica utilità ma anche per attività di tipo commerciale. In base a quale tipo di accordo o convenzione ciò sia avvenuto, non è dato sapere, perché non sono stati rinvenuti documenti ufficiali in merito.
Al Parco però non la prendono bene e la direttrice di allora, Nicoletta Furno, già nel 2000 chiede al Comune di Biella di spostare le antenne in un luogo dove abbiano un minore impatto visivo. E infatti nel 2001 i ponti radio dell’amministrazione locale vengono spostati al Tracciolino, ma le antenne e i relativi pali rimangono lì.
Il Parco inizia allora - a colpi di lettere e diffide - una lunga battaglia con la Silbo per richiedere la rimozione delle strutture, dal momento che non svolgono più la funzione di pubblica utilità per la quale erano state autorizzate. Ma, nonostante le ripetute richieste, nonostante Comune e Provincia affermino di non servirsene, nonostante perfino il Ministero delle Comunicazioni suggerisca di chiederne la rimozione, i due pali restano lì, coperti di antenne. Antenne che però, a questo punto, non riguardano più i ponti radio originariamente autorizzati, bensì emissioni in tecnologia wireless a scopo commerciale.
Simona Perolo
Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola
BIELLA - Cosa ci fanno due antenne sulla cima di un parco, in uno dei punti più panoramici del Biellese? Se lo chiedono in tanti, da anni, e se lo è chiesto anche il nuovo Ente di Gestione del parco, entrato in carica all’inizio dello scorso anno. Racconta il consigliere Alessandro Ramella Pralungo: «Al momento non ho trovato risposte: nessuno sembrava sapere a quale titolo e perché quelle strutture, così invasive e fuori luogo, si trovassero lì. Eppure, accanto all’antenna, il cellulare rileva la presenza di una gran quantità di reti: segno che viene ampiamente utilizzata da operatori commerciali. Così abbiamo deciso di vederci chiaro: insieme ai guardiaparco, abbiamo formato una squadra e abbiamo iniziato a chiedere, a frugare negli archivi, a cercare una spiegazione a questo piccolo mistero. E alla fine abbiamo trovato una cartella che conteneva tutta la storia». E si tratta di una lunga storia dai contorni davvero poco chiari.
Tutto inizia nel 1990, quando il Comune di Biella chiede e ottiene dalla Regione Piemonte l’autorizzazione a collocare nel parco un’antenna, da utilizzare come ponte radio per la Polizia Municipale. Da quel momento, addirittura due antenne vengono posizionate, gestite e utilizzate da un’azienda privata, la Silbo srl di Gaglianico, per servizi di pubblica utilità ma anche per attività di tipo commerciale. In base a quale tipo di accordo o convenzione ciò sia avvenuto, non è dato sapere, perché non sono stati rinvenuti documenti ufficiali in merito.
Al Parco però non la prendono bene e la direttrice di allora, Nicoletta Furno, già nel 2000 chiede al Comune di Biella di spostare le antenne in un luogo dove abbiano un minore impatto visivo. E infatti nel 2001 i ponti radio dell’amministrazione locale vengono spostati al Tracciolino, ma le antenne e i relativi pali rimangono lì.
Il Parco inizia allora - a colpi di lettere e diffide - una lunga battaglia con la Silbo per richiedere la rimozione delle strutture, dal momento che non svolgono più la funzione di pubblica utilità per la quale erano state autorizzate. Ma, nonostante le ripetute richieste, nonostante Comune e Provincia affermino di non servirsene, nonostante perfino il Ministero delle Comunicazioni suggerisca di chiederne la rimozione, i due pali restano lì, coperti di antenne. Antenne che però, a questo punto, non riguardano più i ponti radio originariamente autorizzati, bensì emissioni in tecnologia wireless a scopo commerciale.
Simona Perolo
Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola