Ospedale al freddo, proteste degli utenti

BIELLA - La denuncia è partita lunedì dal padre di una utente del reparto di ginecologia. La camera che le è stata assegnata dopo l’operazione, al momento del ricovero era paragonabile a una ghiacciaia. «Non è possibile che le stanze siano in queste condizioni - racconta l’uomo, visibilmente seccato -, una persona dopo che ha subìto un’operazione deve avere un trattamento degno di questo nome». Lo sfogo è andato oltre e i reclami sono arrivati sino ai vertici dell’Azienda sanitaria. «Ho chiesto a vari operatori - aggiunge l’uomo - se quella situazione fosse normale o meno. Mi è stato detto che da qualche giorno diverse camere sono al freddo, non solo nel reparto di ginecologia. E questo non è tollerabile». A supporto della testimonianza del padre della donna ricoverata, anche altre due utenti del Degli Infermi fanno presente la situazione. La prima è completamente avvolta nelle coperte, la seconda si è “armata” di un coprispalla in cachemire. Ed è proprio quest’ultima a ribadire la situazione. «Sono qui da una settimana e si gela» dice mostrando anche i calzettoni che porta per combattere il freddo mentre è stesa a letto. «Lunedì scorso - racconta invece l’uomo che ha sollevato con forza il problema - vista la situazione mi sono persino procurato una stufetta elettrica per scaldare l’ambiente. Il giorno successivo me l’hanno fatta spegnere. E’ una situazione davvero indescrivibile che tutti dovrebbero conoscere».
La risposta dell’Asl è contenuta in un comunicato stringato diramato nella giornata di martedì. «In queste ore sono arrivate diverse segnalazioni da parte di utenti che affermano di sentire freddo all’interno dei reparti. Informiamo la popolazione che tale situazione è legata a un problema tecnico. Abbiamo allertato la ditta Nocivelli - che ha in gestione l’appalto per la climatizzazione dell’ospedale - per provvedere a riparare il guasto. I tecnici sono già lavoro. Ci scusiamo per il disagio e ribadiamo che sono già in corso gli interventi di riparazione». Ma fino a ieri la situazione non è mutata.
Enzo Panelli
BIELLA - La denuncia è partita lunedì dal padre di una utente del reparto di ginecologia. La camera che le è stata assegnata dopo l’operazione, al momento del ricovero era paragonabile a una ghiacciaia. «Non è possibile che le stanze siano in queste condizioni - racconta l’uomo, visibilmente seccato -, una persona dopo che ha subìto un’operazione deve avere un trattamento degno di questo nome». Lo sfogo è andato oltre e i reclami sono arrivati sino ai vertici dell’Azienda sanitaria. «Ho chiesto a vari operatori - aggiunge l’uomo - se quella situazione fosse normale o meno. Mi è stato detto che da qualche giorno diverse camere sono al freddo, non solo nel reparto di ginecologia. E questo non è tollerabile». A supporto della testimonianza del padre della donna ricoverata, anche altre due utenti del Degli Infermi fanno presente la situazione. La prima è completamente avvolta nelle coperte, la seconda si è “armata” di un coprispalla in cachemire. Ed è proprio quest’ultima a ribadire la situazione. «Sono qui da una settimana e si gela» dice mostrando anche i calzettoni che porta per combattere il freddo mentre è stesa a letto. «Lunedì scorso - racconta invece l’uomo che ha sollevato con forza il problema - vista la situazione mi sono persino procurato una stufetta elettrica per scaldare l’ambiente. Il giorno successivo me l’hanno fatta spegnere. E’ una situazione davvero indescrivibile che tutti dovrebbero conoscere».
La risposta dell’Asl è contenuta in un comunicato stringato diramato nella giornata di martedì. «In queste ore sono arrivate diverse segnalazioni da parte di utenti che affermano di sentire freddo all’interno dei reparti. Informiamo la popolazione che tale situazione è legata a un problema tecnico. Abbiamo allertato la ditta Nocivelli - che ha in gestione l’appalto per la climatizzazione dell’ospedale - per provvedere a riparare il guasto. I tecnici sono già lavoro. Ci scusiamo per il disagio e ribadiamo che sono già in corso gli interventi di riparazione». Ma fino a ieri la situazione non è mutata.
Enzo Panelli