Paziente suicida in ospedale, tre medici sotto processo

Paziente suicida in ospedale, tre medici sotto processo
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(5 lug) Tre medici del reparto di neurologia dell’ospedale di Biella, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Secondo il capo d’imputazione, non avrebbero predisposto tutti gli accorgimenti indispensabili al fine di evitare che un loro paziente, ricoverato in evidente stato confusionale e molto agitato, mettesse in atto eventuali propositi suicidi che - secondo la moglie e la figlia - aveva più volte manifestato negli ultimi giorni. Così, il 26 maggio di quattro anni fa, il paziente, Vito C., 60 anni, di Casapinta, era uscito dalla sua camera al secondo piano dell’ospedale, era salito al terzo e si era lasciato cadere nel vuoto dopo aver scavalcato la ringhiera di uno dei balconi. Ricoverato al Maggiore di Novara in condizioni disperate, era poi morto dopo due settimane di agonia. (5 lug) Tre medici del reparto di neurologia dell’ospedale di Biella, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Secondo il capo d’imputazione, non avrebbero predisposto tutti gli accorgimenti indispensabili al fine di evitare che un loro paziente, ricoverato in evidente stato confusionale e molto agitato, mettesse in atto eventuali propositi suicidi che - secondo la moglie e la figlia - aveva più volte manifestato negli ultimi giorni. Così, il 26 maggio di quattro anni fa, il paziente, Vito C., 60 anni, di Casapinta, era uscito dalla sua camera al secondo piano dell’ospedale, era salito al terzo e si era lasciato cadere nel vuoto dopo aver scavalcato la ringhiera di uno dei balconi. Ricoverato al Maggiore di Novara in condizioni disperate, era poi morto dopo due settimane di agonia. Per stabilire come si sono svolti i fatti, il giudice dell’udienza preliminare, Ruggero Mauro Crupi, ha fissato l’inizio del processo per il 20 giugno del prossimo anno. Gli imputati (tutti difesi dall’avvocato Carlo Boggio Marzet) sono i medici Umberto Massazza, 55 anni, Edoardo Barbero, 57 anni, entrambi di Biella, e Antonio Morra, 63 anni, di Muzzano. E’ stata invece prosciolta la psichiatra di turno al Pronto soccorso il giorno dell’arrivo del paziente in ospedale, in quanto, secondo la Procura, avrebbe svolto al meglio il suo compito.
E’ stata la tenacia di moglie e figlia della vittima a fare in modo che l’inchiesta superasse in modo più spedito una fase iniziale di inerzia. Inizialmente la Procura aveva disposto una perizia per stabilire se i medici del reparto di neurologia avevano fatto il possibile per evitare la tragedia. Il consulente aveva alla fine escluso qualsivoglia resonsabilità da parte degli imputati. Moglie e figlia di Vito C. non si sono però arrese di fronte ai tempi lunghissimi della giustizia. Si sono così rivolte agli avvocati Cosimo Palumbo di Torino e Calogero Palmeri di Biella. Palumbo ha subito chiesto l’avocazione del procedimento alla Procura generale. In tempi accettabili è stata disposta un’altra perizia effettuata dal dottor Pirfo, direttore del reparto di psichiatria dell’Asl 1di Torino, il quale aveva concluso sostenendo che vi era stata negligenza da parte dei medici della neurologia e che il paziente avrebbe dovuto essere sottoposto sin dal suo arrivo a stretta vigilanza. Dello stesso avviso erano poi stati altri tre consulenti.

05 luglio 2011

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