Oggi in edicola un Eco di Biella speciale

Oggi in edicola un Eco di Biella speciale
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Un Eco di Biella speciale, quello oggi in edicola. In prima pagina i nostri Lettori non troveranno i richiami delle notizie più significative di questo inizio di settimana, notizie che sono nelle molte pagine interne. Troveranno, viceversa,  un disegno. Quello di una mongolfiera che solleva un Biellese acciaccato, ferito, anche un po’ umiliato da una crisi senza precedenti, che l’ha cambiato nella sua essenza senza dare nè il tempo, nè la forza di riemergere. La mongolfiera reca con sè alcune parole d’ordine che stanno alla base del processo attraverso il quale  ridare forza, credibilità e benessere ad un territorio che solo un paio di secoli fa era terra di montanari, che poi ha conosciuto, grazie alla capacità e alla lungimiranza dei suoi uomini e donne, un’epoca da protagonista nella rivoluzione industriale - la prima e anche la seconda - ed oggi ha preso coscienza, subendolo, del declino.

Che fare? Bisogna muoversi e bisogna farlo con cognizione di causa. L’indagine del progetto “Biella in Transizione” che viene presentato domani, giovedì, a Città Studi dopo un anno di lavoro da Uib, Camera di Commercio e Fondazione Crb, è un punto di partenza che, se da un lato propone idee  in parte già patrimonio collettivo, dall’altro suggerisce metodi e modi per dare corpo a progetti che nel loro insieme disegnano un “Ecosistema  Biella” che supera il Distretto industriale così com’è conosciuto. 

Eco di Biella, con l’edizione in edicola oggi, vuole essere lo strumento che può aiutare la diffusione di questi ragionamenti facendoli diventare patrimonio collettivo. Ecco la scelta di confezionare un giornale speciale, da conservare e da leggere. All’interno i Lettori troveranno infatti un inserto di 24 pagine con il materiale documentale che aiuterà la riflessione.  Nell’edizione di giovedì 18 giugno pubblichiamo poi altri documenti e riflessioni con lo stesso spirito.  

Vorrei chiudere rammentando che il territorio biellese è considerato statico e sofferente a causa del declino industriale-economico. Se l’osservazione si fa più attenta, si scopre però una vitalità non comune, spesso fatta da singole persone che credono profondamente nelle potenzialità del territorio, che stanno mettendo in piedi imprese che sono i semi della rinascita. La fatica della solitudine deve ora trovare la soddisfazione dell’unità di intenti attraverso la quale i progetti possono crescere nella dimensione e nella forza.  Il Biellese “in transizione” è un germoglio. Ora tocca a tutti noi, con le rispettive responsabilità, “dare aria” alla mongolfiera affinchè salga sempre più in alto.

Roberto Azzoni

Un Eco di Biella speciale, quello oggi in edicola. In prima pagina i nostri Lettori non troveranno i richiami delle notizie più significative di questo inizio di settimana, notizie che sono nelle molte pagine interne. Troveranno, viceversa,  un disegno. Quello di una mongolfiera che solleva un Biellese acciaccato, ferito, anche un po’ umiliato da una crisi senza precedenti, che l’ha cambiato nella sua essenza senza dare nè il tempo, nè la forza di riemergere. La mongolfiera reca con sè alcune parole d’ordine che stanno alla base del processo attraverso il quale  ridare forza, credibilità e benessere ad un territorio che solo un paio di secoli fa era terra di montanari, che poi ha conosciuto, grazie alla capacità e alla lungimiranza dei suoi uomini e donne, un’epoca da protagonista nella rivoluzione industriale - la prima e anche la seconda - ed oggi ha preso coscienza, subendolo, del declino.

Che fare? Bisogna muoversi e bisogna farlo con cognizione di causa. L’indagine del progetto “Biella in Transizione” che viene presentato domani, giovedì, a Città Studi dopo un anno di lavoro da Uib, Camera di Commercio e Fondazione Crb, è un punto di partenza che, se da un lato propone idee  in parte già patrimonio collettivo, dall’altro suggerisce metodi e modi per dare corpo a progetti che nel loro insieme disegnano un “Ecosistema  Biella” che supera il Distretto industriale così com’è conosciuto. 

Eco di Biella, con l’edizione in edicola oggi, vuole essere lo strumento che può aiutare la diffusione di questi ragionamenti facendoli diventare patrimonio collettivo. Ecco la scelta di confezionare un giornale speciale, da conservare e da leggere. All’interno i Lettori troveranno infatti un inserto di 24 pagine con il materiale documentale che aiuterà la riflessione.  Nell’edizione di giovedì 18 giugno pubblichiamo poi altri documenti e riflessioni con lo stesso spirito.  

Vorrei chiudere rammentando che il territorio biellese è considerato statico e sofferente a causa del declino industriale-economico. Se l’osservazione si fa più attenta, si scopre però una vitalità non comune, spesso fatta da singole persone che credono profondamente nelle potenzialità del territorio, che stanno mettendo in piedi imprese che sono i semi della rinascita. La fatica della solitudine deve ora trovare la soddisfazione dell’unità di intenti attraverso la quale i progetti possono crescere nella dimensione e nella forza.  Il Biellese “in transizione” è un germoglio. Ora tocca a tutti noi, con le rispettive responsabilità, “dare aria” alla mongolfiera affinchè salga sempre più in alto.

Roberto Azzoni

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