Nuova riserva di pesca in Valle Cervo
E’ stato il solito, immancabile Facebook a raccontare domenica, per primo, la giornata di apertura al pubblico della nuova riserva di pesca in Alta Valle Cervo, da ora ufficialmente attiva dalla zona di Asmara verso monte. Mesi di preparazione, giornate di lavoro e di trattative, e infine la nuova avventura del gestore Claudio Mosca Toba, di Rosazza, ha trovato il suo senso ultimo nelle foto che a poco a poco, a partire dalla tarda mattinata, sono comparse qua e là per la Rete: immagini di catture di profonda bellezza, trote dalla livrea perfetta e brillante, accompagnate da commenti di ammirazione e da richieste di informazioni sul nuovo tratto di pesca. Parole certamente non retoriche. Quelle fotografie, infatti, raccontavano anche lo storico ritorno nelle acque dell’alto Cervo di una specie che il tempo, e le politiche di ripopolamento, avevano ormai allontanato da queste acque: la trota fario di ceppo mediterraneo, un pesce di innata signorilità e soprattutto autoctono di questi areali, al quale negli ultimi decenni era stato per lo più preferito, un po’ dappertutto, il ceppo atlantico.
Ammirare i nuovi pesci, immessi nel torrente biellese nei giorni scorsi dai tecnici della troticoltura “I giardini dell’acqua” di Reggio Emiliaè stato dunque un po’ il leit motiv della prima giornata di funzionamento della riserva, dopo l’inaugurazione ufficiale avvenuta venerdì sera al circolo Valìt. «Attraverso il ripopolamento della “mediterranea” - spiega Claudio Mosca - il torrente sarà una risorsa di partenza per rivitalizzare l'Alta Valle», tornando così di fatto ai ricordi di cui ancora oggi si nutre nostalgia: «Basti notare - aggiunge - le numerose scritte “trote del cervo' ancora presenti sulle facciate delle strutture di accoglienza, a testimonianza di un passato riconosciuto e glorioso». Ma non solo. La nuova riserva nasce anche e soprattutto come volano per rilanciare l’economia del territorio, in un quadro di sinergie che mira a favorire tutto il tessuto della Valle: «Con il buono giornaliero per la riserva - spiega il gestore -, che costa 25 euro e comprende 5 capi, si ha infatti diritto a un buono sconto del dieci per cento nei locali della zona, per mangiare o dormire». Un “gioco di squadra” che il prossimo anno, nelle intenzioni, potrebbe essere arricchito da pacchetti turistici che comprenderanno giornate di pesca affiancate ad altre alla scoperta del Biellese.
Il funzionamento concreto della nuova riserva si riassume in quattro semplici punti, che rispecchiano le altrettante zone che la compongono. La prima zona va da Asmara, al ponte di Campiglia: si tratta di un tratto no-kill dedicato alla pratica della sola pesca a mosca; la seconda zona va dal ponte di ferro di Rosazza al ponte Pinchiolo, ed è un tratto nel quale (acquistando le cinque possibili catture) sono ammesse tutte le varie tecniche di pesca, dal fondo allo spinning. Segue poi la zona denominata “della Pragnetta”, dal ponte della Provinciale al parcheggio dell’Osello: si tratta di un’area riservata ai soli soci fondatori e sostenitori, i quali qui possono pescare anche nei giorni di silenzio piscatorio, martedì e venerdì. Due le modalità per diventare soci: scegliere di aderire al gruppo dei 13 “fondatori”, cosa che con una spesa biennale di 2.500 euro dà diritto all’uso esclusivo del tratto 3 e di tutta la riserva completa nei giorni di martedì e venerdì, oppure diventare “socio sostenitore”, spendendo mille euro annui che danno diritto a 25 uscite e 10 buoni invito. L’ultimo tratto della riserva, al momento, non è ancora a disposizione: la zona, dal parco giochi Ravere di Piedicavallo alla cascata dell’Irogna, è infatti per ora destinata al ripopolamento. Per acquistare i buoni, in ogni caso, non c’è che da recarsi in Valle: tutti gli esercenti convenzionati, da Andorno all’estrema valle, faranno al caso vostro (www.pescavallecervo.it per i dettagli).