«Non si usino i giovani per la protesta»

«Non si usino i giovani per la protesta»
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Blocco degli scrutini e blocco degli esami. A voler essere precisi, non di blocchi veri e propri si tratta, ma di slittamenti. Poco importa, la Consulta Provinciale Studentesca di Biella, nel dibattito in corso, prende una posizione netta: i diritti degli studenti prima di tutto. E, in particolare, dei ragazzi che, dopo l’ultimo giorno di scuola fissato per giovedì 11 giugno, dovranno aspettare l’esito degli scrutini e, intanto, prepararsi all’esame di maturità.   

Un momento delicato che la Consulta, sulla linea espressa dall’Autorità di Garanzia degli Scioperi, chiede sia tutelato il più possibile. Anche se, è la considerazione del presidente Luca Bocchio Ramazio, l’ipotesi di un blocco degli scrutini e addirittura degli esami non sembra possibile, quindi poco preoccupa. Ciò che, invece, sta a cuore alla Cps è l’uso che degli studenti si è fatto e si sta facendo, da parte di chi non appoggia la riforma che sta prendendo corpo in Parlamento. 

Bocchio si riferisce al recente boicottaggio delle prove Invalsi. Avvenuto, a quanto pare, anche nel Biellese: «Diversi studenti mi hanno raccontato che alcuni insegnanti hanno presentato le prove Invalsi, suggerendo loro di non considerare le domande del test e di scarabocchiare o fare disegni negli spazi delle risposte», racconta Luca Bocchio. Metodo usato in tutta in Italia per contestare l'efficacia dei quesiti a risposta multipla, come valutazione del grado di apprendimento dei ragazzi italiani. «Che si può non considerare perfetto, ma va visto come termometro sulla scuola, un test oggettivo che non valuta lo studente, è chiaro. Chi pensa di valutare qualcuno con un quiz di due ore? Serve al Ministero per avere un metro unico e individuare le aree di insegnamento in cui compaiono più carenze. Qual è il senso di rompere questo termometro? L’ideologia che va oltre il diritto dello studente e che usa lo studente come “mezzo” mi piace poco. Sia perché i ragazzi, soprattutto i più giovani, sono facilmente strumentalizzabili, sia perché va detto che solo una su sei delle associazioni studentesche esistenti ha approvato il boicottaggio delle Invalsi».

Anche l’idea del blocco degli scrutini rischia, secondo la Cps, di diventare strumentalizzazione. «I sindacati difendono la scuola? O i tesserati?», chiede Bocchio. Che ribadisce di non temere i blocchi, oggi sostenuti dai Cobas e per i quali, anche in Piemonte, aleggia una data, 12 e 13 giugno. Ma si tratta di un’operazione fattibile? Secondo quanto sostenuto dai Cobas, sì, rientra secondo quanto stabilito dalla legge: non è a tempo indeterminato, non supera i due giorni di indizione, non blocca le operazioni di scrutinio delle classi che svolgono esami conclusivi dei cicli di istruzione (terza media e quinta superiore) e non comporta un differimento superiore ai cinque giorni rispetto alla conclusione prevista. 

Intanto, il governo sembra dare e togliere ragioni per i presìdi, futuri come quelli appena conclusi a Montecitorio di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Fgu-Gilda: approvato l’articolo 9 della “Buona Scuola” sul ruolo potenziato dei dirigenti scolastici, ma passato alla Camera anche l’emendamento per  l'assunzione di tutti gli idonei vincitori del concorso a cattedre 2012, anche per gli anni successivi al 1° settembre 2016 “sino all'esaurimento dei soggetti aventi titolo”. «Se i sindacati vogliono muoversi lo facciano, ma senza che a rimetterci siano gli studenti», ribadisce il presidente della Consulta deli Studenti.

Giovanna Boglietti

Blocco degli scrutini e blocco degli esami. A voler essere precisi, non di blocchi veri e propri si tratta, ma di slittamenti. Poco importa, la Consulta Provinciale Studentesca di Biella, nel dibattito in corso, prende una posizione netta: i diritti degli studenti prima di tutto. E, in particolare, dei ragazzi che, dopo l’ultimo giorno di scuola fissato per giovedì 11 giugno, dovranno aspettare l’esito degli scrutini e, intanto, prepararsi all’esame di maturità.   

Un momento delicato che la Consulta, sulla linea espressa dall’Autorità di Garanzia degli Scioperi, chiede sia tutelato il più possibile. Anche se, è la considerazione del presidente Luca Bocchio Ramazio, l’ipotesi di un blocco degli scrutini e addirittura degli esami non sembra possibile, quindi poco preoccupa. Ciò che, invece, sta a cuore alla Cps è l’uso che degli studenti si è fatto e si sta facendo, da parte di chi non appoggia la riforma che sta prendendo corpo in Parlamento. 

Bocchio si riferisce al recente boicottaggio delle prove Invalsi. Avvenuto, a quanto pare, anche nel Biellese: «Diversi studenti mi hanno raccontato che alcuni insegnanti hanno presentato le prove Invalsi, suggerendo loro di non considerare le domande del test e di scarabocchiare o fare disegni negli spazi delle risposte», racconta Luca Bocchio. Metodo usato in tutta in Italia per contestare l'efficacia dei quesiti a risposta multipla, come valutazione del grado di apprendimento dei ragazzi italiani. «Che si può non considerare perfetto, ma va visto come termometro sulla scuola, un test oggettivo che non valuta lo studente, è chiaro. Chi pensa di valutare qualcuno con un quiz di due ore? Serve al Ministero per avere un metro unico e individuare le aree di insegnamento in cui compaiono più carenze. Qual è il senso di rompere questo termometro? L’ideologia che va oltre il diritto dello studente e che usa lo studente come “mezzo” mi piace poco. Sia perché i ragazzi, soprattutto i più giovani, sono facilmente strumentalizzabili, sia perché va detto che solo una su sei delle associazioni studentesche esistenti ha approvato il boicottaggio delle Invalsi».

Anche l’idea del blocco degli scrutini rischia, secondo la Cps, di diventare strumentalizzazione. «I sindacati difendono la scuola? O i tesserati?», chiede Bocchio. Che ribadisce di non temere i blocchi, oggi sostenuti dai Cobas e per i quali, anche in Piemonte, aleggia una data, 12 e 13 giugno. Ma si tratta di un’operazione fattibile? Secondo quanto sostenuto dai Cobas, sì, rientra secondo quanto stabilito dalla legge: non è a tempo indeterminato, non supera i due giorni di indizione, non blocca le operazioni di scrutinio delle classi che svolgono esami conclusivi dei cicli di istruzione (terza media e quinta superiore) e non comporta un differimento superiore ai cinque giorni rispetto alla conclusione prevista. 

Intanto, il governo sembra dare e togliere ragioni per i presìdi, futuri come quelli appena conclusi a Montecitorio di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Fgu-Gilda: approvato l’articolo 9 della “Buona Scuola” sul ruolo potenziato dei dirigenti scolastici, ma passato alla Camera anche l’emendamento per  l'assunzione di tutti gli idonei vincitori del concorso a cattedre 2012, anche per gli anni successivi al 1° settembre 2016 “sino all'esaurimento dei soggetti aventi titolo”. «Se i sindacati vogliono muoversi lo facciano, ma senza che a rimetterci siano gli studenti», ribadisce il presidente della Consulta deli Studenti.

Giovanna Boglietti

 

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