Non puoi pagare l’Imu? Dai una mano

COGGIOLA - La novità non è un’invenzione dell’amministrazione comunale, ma una semplice opportunità che il Governo, dallo scorso novembre, ha indicato come possibile nell’ambito del decreto Sblocca Italia. In pratica, le cose stanno così: tu non hai i mezzi finanziari per sostenere le spese delle imposte locali, quali Imu e Irpef? Bene, se le verifiche dimostrano che i fatti stanno realmente così, il Comune ti offre la possibilità di “sdebitarti” in modo diverso, ma altrettanto importante: effettuando lavori socialmente utili a favore di tutta la comunità. Da oggi, anche a Coggiola questa opportunità diventa concreta: sulla scia di quanto già attuato da vari Comuni italiani, tra cui alcuni nel Novarese, il centro valsesserino offre infatti la possibilità ai cittadini in serie difficoltà economiche di non venir meno al loro “dovere” di cittadini.
«Si tratta di un’idea che avevamo in mente di attuare da tempo - spiega il sindaco Gianluca Foglia Barbisin -. E’ una possibilità molto importante, che semplicemente non abbiamo mai potuto mettere in atto perché non era prevista dalla legge. Ora, invece, che si tratta di un’opportunità concreta, abbiamo deciso di aderire, come previsto dalla delibera di giunta che è in pubblicazione proprio in questi giorni». Le modalità di adesione, in ogni caso, sono chiare. E mirano anche ad evitare che qualcuno possa sfruttare l’escamotage dell’indigenza per evitare il pagamento delle imposte dovute. «Fino ad oggi - spiega ancora il primo cittadino - i residenti in condizioni particolarmente disagiate, segnalati direttamente dagli assistenti sociali con apposite relazioni, potevano godere del beneficio dell’esonero dal pagamento. Ora, questa stessa procedura sarà utilizzata anche per verificare la disponibilità ad effettuare lavori socialmente utili». In particolare, le persone che saranno ritenute idonee ad eseguire il “baratto” potranno essere affiancate al cantoniere comunale, così da aiutarlo ad effettuare alcuni semplici lavori di manutenzione. «E’ una macchina già oliata quella dei lavori socialmente utili - spiega Foglia Barbisin - perché da tempo abbiamo in forze persone che scontano così il loro debito con la giustizia a seguito di multe in stato di ebbrezza. Ora estenderemo questa stessa modalità di lavoro anche agli indigenti che non possono adempiere ai doveri fiscali». Per Foglia si tratta, in ultima analisi, di un provvedimento di alto valore, soprattutto dal punto di vista sociale: «Per noi è come ridare dignità a chi, per vari motivi, non può pagare le tasse. Far sì che non debbano contare sul puro assistenzialismo, ma abbiano modo, nonostante le difficoltà, di fare la propria parte a favore della collettività».
Veronica Balocco
COGGIOLA - La novità non è un’invenzione dell’amministrazione comunale, ma una semplice opportunità che il Governo, dallo scorso novembre, ha indicato come possibile nell’ambito del decreto Sblocca Italia. In pratica, le cose stanno così: tu non hai i mezzi finanziari per sostenere le spese delle imposte locali, quali Imu e Irpef? Bene, se le verifiche dimostrano che i fatti stanno realmente così, il Comune ti offre la possibilità di “sdebitarti” in modo diverso, ma altrettanto importante: effettuando lavori socialmente utili a favore di tutta la comunità. Da oggi, anche a Coggiola questa opportunità diventa concreta: sulla scia di quanto già attuato da vari Comuni italiani, tra cui alcuni nel Novarese, il centro valsesserino offre infatti la possibilità ai cittadini in serie difficoltà economiche di non venir meno al loro “dovere” di cittadini.
«Si tratta di un’idea che avevamo in mente di attuare da tempo - spiega il sindaco Gianluca Foglia Barbisin -. E’ una possibilità molto importante, che semplicemente non abbiamo mai potuto mettere in atto perché non era prevista dalla legge. Ora, invece, che si tratta di un’opportunità concreta, abbiamo deciso di aderire, come previsto dalla delibera di giunta che è in pubblicazione proprio in questi giorni». Le modalità di adesione, in ogni caso, sono chiare. E mirano anche ad evitare che qualcuno possa sfruttare l’escamotage dell’indigenza per evitare il pagamento delle imposte dovute. «Fino ad oggi - spiega ancora il primo cittadino - i residenti in condizioni particolarmente disagiate, segnalati direttamente dagli assistenti sociali con apposite relazioni, potevano godere del beneficio dell’esonero dal pagamento. Ora, questa stessa procedura sarà utilizzata anche per verificare la disponibilità ad effettuare lavori socialmente utili». In particolare, le persone che saranno ritenute idonee ad eseguire il “baratto” potranno essere affiancate al cantoniere comunale, così da aiutarlo ad effettuare alcuni semplici lavori di manutenzione. «E’ una macchina già oliata quella dei lavori socialmente utili - spiega Foglia Barbisin - perché da tempo abbiamo in forze persone che scontano così il loro debito con la giustizia a seguito di multe in stato di ebbrezza. Ora estenderemo questa stessa modalità di lavoro anche agli indigenti che non possono adempiere ai doveri fiscali». Per Foglia si tratta, in ultima analisi, di un provvedimento di alto valore, soprattutto dal punto di vista sociale: «Per noi è come ridare dignità a chi, per vari motivi, non può pagare le tasse. Far sì che non debbano contare sul puro assistenzialismo, ma abbiano modo, nonostante le difficoltà, di fare la propria parte a favore della collettività».
Veronica Balocco