«Noi diciamo no all’amianto al Brianco»

«Noi diciamo no all’amianto al Brianco»
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SALUSSOLA - Una serata di informazioni ma anche sensazioni. Idee, paure, confronti, dati scientifici e dubbi. Di preoccupazioni e incognite. Quella che venerdì sera ha popolato, con grande successo di pubblico, il salone parrocchiale di Vigellio è stata qualcosa in più di un semplice dibattito su un progetto. E’ stato il ritrovo di un paese intorno a un tema cruciale: il proprio futuro.

Occasione: la serata pubblica organizzata da privati cittadini, in collaborazione con il Movimento Valledora e le minoranze consigliari, per discutere insieme del nuovo progetto per una discarica di amianto al Brianco, idea avanzata agli uffici provinciali nelle scorse settimane dalla ditta società "Acqua & Sole" di Milano, nuovo ed esotico nome sorto sulla scia della ben nota Ecodeco, società che ebbe un ruolo di primo piano nelle fasi iniziali del polo tecnologico di Cavaglià. Un momento partecipato e sentito cui molti, nonostante lo stato ancora embrionale del dibattito, hanno voluto prendere parte: dai semplici cittadini ai sindaci e amministratori dei paesi limitrofi (i vercellesi Santhià e Tronzano compresi), sino al consigliere regionale Giampaolo Andrissi di M5S. Con una (forse non del tutto attesa) assenza eccellente: quella degli amministratori di Salussola, sindaco Cabrio incluso.

E’ probabile che attendano il confronto ufficiale con la ditta proponente i rappresentanti del Comune più coinvolto dalla vicenda. Per venerdì 16 giugno alle 21, nel salone polivalente di via Elvo, è infatti in programma - proprio su iniziativa dell’amministrazione comunale di Salussola - un “incontro con la popolazione” sul progetto, alla presenza del titolare della ditta, dei tecnici progettisti e del tecnico, esperto in materia, incaricato dal Comune. «E noi andremo anche lì - afferma Simonetta Magnone, residente in paese che («esercitando un diritto riconosciuto a tutti», tiene a precisare lei) ha preso a cuore la vicenda, prendendo visione degli elaborati tecnici e illustrandoli poi ai concittadini durante la serata di venerdì -. Si tratta di un momento di confronto importante quanto quello organizzato da noi, che ci consentirà di chiedere delucidazioni precise ai progettisti».

Tanti, infatti, i dubbi sollevati sul progetto nel corso del confronto di Vigellio. Dall’incompatibilità del sito, posizionato su un’area di ricarica di falda, ai possibili effetti dell’amianto sulla salute, sino alla manutenzione post chiusura della discarica, che dopo 30 anni cadrà dalle mani della ditta per finire in un limbo di incertezze ambientali. «Dopo la scadenza - spiega Simonetta Magnone - la discarica, che misurerà 15 metri di profondità per 17 di altezza, sarà sigillata e subirà una piantumazione con arbusteto. Niente piante più robuste, perché le radici potrebbero compromettere il pacchetto di impermeabilizzazione. Beh: ma nessuno si chiede cosa potrebbe avvenire fra 50 o 150 anni? Cosa ne sarà di quel pacchetto? E se dovessero nascervi alberi infestanti, resterebbe valido il rischio di compromissione? Per noi questi non sono dubbi da poco».

La serata, che ha visto anche la presenza di Marco Calzaro dell’Isde, l’associazione dei Medici per l’Ambiente, il quale ha affrontato il terribile tema delle neoplasie infantili e della pluralità di fattori che contribuiscono allo sviluppo del cancro, non ha certo saputo dissipare i dubbi e le preoccupazioni. «Ma per noi si è trattato di un importante momento di confronto - conclude Simonetta Magnone -. E le tante voci che hanno espresso contrarietà al progetto ci dimostrano che, di trovarci a discutere, c’era davvero bisogno».

Veronica Balocco

SALUSSOLA - Una serata di informazioni ma anche sensazioni. Idee, paure, confronti, dati scientifici e dubbi. Di preoccupazioni e incognite. Quella che venerdì sera ha popolato, con grande successo di pubblico, il salone parrocchiale di Vigellio è stata qualcosa in più di un semplice dibattito su un progetto. E’ stato il ritrovo di un paese intorno a un tema cruciale: il proprio futuro.

Occasione: la serata pubblica organizzata da privati cittadini, in collaborazione con il Movimento Valledora e le minoranze consigliari, per discutere insieme del nuovo progetto per una discarica di amianto al Brianco, idea avanzata agli uffici provinciali nelle scorse settimane dalla ditta società "Acqua & Sole" di Milano, nuovo ed esotico nome sorto sulla scia della ben nota Ecodeco, società che ebbe un ruolo di primo piano nelle fasi iniziali del polo tecnologico di Cavaglià. Un momento partecipato e sentito cui molti, nonostante lo stato ancora embrionale del dibattito, hanno voluto prendere parte: dai semplici cittadini ai sindaci e amministratori dei paesi limitrofi (i vercellesi Santhià e Tronzano compresi), sino al consigliere regionale Giampaolo Andrissi di M5S. Con una (forse non del tutto attesa) assenza eccellente: quella degli amministratori di Salussola, sindaco Cabrio incluso.

E’ probabile che attendano il confronto ufficiale con la ditta proponente i rappresentanti del Comune più coinvolto dalla vicenda. Per venerdì 16 giugno alle 21, nel salone polivalente di via Elvo, è infatti in programma - proprio su iniziativa dell’amministrazione comunale di Salussola - un “incontro con la popolazione” sul progetto, alla presenza del titolare della ditta, dei tecnici progettisti e del tecnico, esperto in materia, incaricato dal Comune. «E noi andremo anche lì - afferma Simonetta Magnone, residente in paese che («esercitando un diritto riconosciuto a tutti», tiene a precisare lei) ha preso a cuore la vicenda, prendendo visione degli elaborati tecnici e illustrandoli poi ai concittadini durante la serata di venerdì -. Si tratta di un momento di confronto importante quanto quello organizzato da noi, che ci consentirà di chiedere delucidazioni precise ai progettisti».

Tanti, infatti, i dubbi sollevati sul progetto nel corso del confronto di Vigellio. Dall’incompatibilità del sito, posizionato su un’area di ricarica di falda, ai possibili effetti dell’amianto sulla salute, sino alla manutenzione post chiusura della discarica, che dopo 30 anni cadrà dalle mani della ditta per finire in un limbo di incertezze ambientali. «Dopo la scadenza - spiega Simonetta Magnone - la discarica, che misurerà 15 metri di profondità per 17 di altezza, sarà sigillata e subirà una piantumazione con arbusteto. Niente piante più robuste, perché le radici potrebbero compromettere il pacchetto di impermeabilizzazione. Beh: ma nessuno si chiede cosa potrebbe avvenire fra 50 o 150 anni? Cosa ne sarà di quel pacchetto? E se dovessero nascervi alberi infestanti, resterebbe valido il rischio di compromissione? Per noi questi non sono dubbi da poco».

La serata, che ha visto anche la presenza di Marco Calzaro dell’Isde, l’associazione dei Medici per l’Ambiente, il quale ha affrontato il terribile tema delle neoplasie infantili e della pluralità di fattori che contribuiscono allo sviluppo del cancro, non ha certo saputo dissipare i dubbi e le preoccupazioni. «Ma per noi si è trattato di un importante momento di confronto - conclude Simonetta Magnone -. E le tante voci che hanno espresso contrarietà al progetto ci dimostrano che, di trovarci a discutere, c’era davvero bisogno».

Veronica Balocco

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